Ricorrono quest’anno i cento anni di fondazione della Scuola Beato Angelico: una istituzione, nata dall’intraprendenza ambrosiana, che con la sua vita e opera è tra i protagonisti del movimento liturgico e tra i promotori del dialogo tra la Chiesa e le arti.
La sua nascita è legata agli Amici dell’Arte Cristiana, una associazione sorta a Milano il 24 ottobre 1912 sotto la presidenza onoraria del cardinale Carlo Andrea Ferrari. Le finalità dell’associazione ancora esprimono efficacemente il carisma che poi genera la Scuola: quello «di formare un centro per tutti gli artisti e gli amici dell’arte cristiana; di favorire l’amore, la coltura, il progresso dell’arte sacra; di contribuire a conservare e tutelare il patrimonio d’arte sacra antica; di adoperarsi a restituire dignità di forma e di concetto all’arte sacra moderna e di reagire contro le correnti che tendono ad allontanarla; di promuovere un illuminato mecenatismo, volgendo le offerte dei fedeli verso quelle forme d’arte che rispondono alla nobiltà e santità delle leggi liturgiche; di favorire la riforma liturgica nell’arte musicale».
Al II Congresso d’Arte Cristiana di Ravenna (10-12 settembre 1921), un prete ambrosiano, monsignor Giuseppe Polvara, mosso da questi ideali fonda la Scuola Beato Angelico come luogo di formazione e di produzione dell’arte per la liturgia, e negli anni successivi, proprio a servizio della Scuola, costituisce la Famiglia religiosa Beato Angelico. Colpiscono ancora oggi tre sottolineature del suo discorso inaugurale. L’attenzione ai giovani: «Per riabilitare l’Arte Sacra è necessario coltivare la gioventù». L’idea associativa della “scuola bottega”: «Dobbiamo noi fare i seminarii dell’Arte Cristiana», ispirandosi alle «gloriose fraternite medioevali». La libertà stilistica: «Né si vorrebbe creare una maniera, consacrare un particolare indirizzo formale: no. Libertà per tutti».
Oggi la Scuola Beato Angelico è una fondazione di culto legata alla Diocesi di Milano. L’arcivescovo Mario Delpini ha deciso di custodire e rinnovarne il carisma con la nomina a presidente di uno dei suoi più stretti collaboratori: monsignor Luca Bressan. La Fondazione, in continuità con le sue origini, vuole essere anzitutto una “scuola”, nell’accezione più ampia di “ambito vitale”, di spazio ospitale di crescita nel sapere e di sinergia nell’operare che nascono da una condivisione di esperienze. Vuole dunque essere luogo aperto alla frequentazione di artisti, ricercatori, professionisti, studenti e appassionati nei vari campi delle arti, con particolare attenzione all’arte cristiana.
Nel corso di un secolo di attività la SBA ha sviluppato competenze in molteplici campi di azione: la ricerca scientifica, lo studio accademico, la progettazione architettonica, la coltivazione dell’estro artistico, l’attenzione alla musica e al teatro, la copiosissima produzione dei numerosi e diversificati laboratori artigianali, la vita liturgica, la pubblicistica, l’approccio pastorale, l’impegno formativo. La compresenza, ancora oggi, di molteplici dimensioni costituisce un valore unico per visione d’insieme, capacità di intervento e autorevolezza di presenza nel panorama non solo ecclesiale. La forza della Scuola, il suo tesoro irrinunciabile, è oggi affidato alle maestranze che la compongono nei suoi laboratori di produzione (Architettura, Cesello, Ricamo, Pittura e Restauro), al carisma della Famiglia religiosa, alla rete di collaboratori ed ex allievi qualificati, tra i quali l’associazione ALBA. La ricerca scientifica, nutrita dallo straordinario patrimonio librario e archivistico custodito nella sede storica, trova il suo esito nella pubblicazione della rivista Arte Cristiana e nella offerta formativa, con corsi di Turismo religioso, di Arti applicate e coi Laboratori sull’adeguamento liturgico in collaborazione con la Conferenza Episcopale Italiana. La Fondazione sta investendo su giovani energie e talenti, nei vari campi delle arti e delle scienze umanistiche, per consolidare, allargare e continuare a formare una équipe di professionisti appassionati dell’arte cristiana e capaci di collaborare a progetti innovativi.
Il Centenario è una occasione propizia per rileggere la storia della Scuola Beato Angelico e per scriverne insieme un nuovo capitolo.