Lunedì 21 maggio, alle 9, l’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini si recherà al Collegio arcivescovile Ballerini di Seregno (via Verdi 77) per presiedere la celebrazione eucaristica in occasione del 120° anniversario della sua fondazione.
Qual è oggi il ruolo di un’istituzione come il Ballerini? L’abbiamo chiesto al rettore, don Gianluigi Frova. «Un tempo i collegi erano scuole destinate a formare la classe dirigente della società – spiega -. Negli ultimi anni hanno mantenuto un ruolo di formazione alto, con una didattica di eccellenza. Ma c’è stata anche una grande apertura verso le fragilità di ragazzi e famiglie. Cerchiamo di fare molta attenzione agli ultimi, ai deboli, che altrimenti verrebbero espulsi o tagliati fuori. La sfida è quella di tenere sempre alto il livello formativo e didattico. Abbiamo una lunga tradizione in questo senso e per questo motivo i risultati sono sempre ottimi»
Ma qual è il segreto di questo successo?
Innanzitutto la buona collaborazione con le famiglie: qui non ci sono genitori che abbandonano i figli a loro stessi. Certo, ci sono persone con ferite, problemi, sofferenze, che potrebbero ricadere sui ragazzi, rendendoli fragili. Ci sono poi anche famiglie che coprono troppo i figli e impediscono la formazione di quegli “anticorpi giusti” per affrontare le difficoltà della vita, con eccessive coccole, giustificazioni o difese. Abbiamo una didattica di eccellenza, che permette ai ragazzi di imparare a pensare e che fornisce loro molti strumenti, come l’inglese. Gli alti risultati che otteniamo arrivano anche grazie alla passione degli insegnanti e del personale (tra i mille ostacoli posti alle scuole paritarie e i pochi finanziamenti pubblici), e anche alla rete di amici che supportano la nostra attività scolastica.
Come siete organizzati?
Abbiamo una scuola primaria, caratterizzata da un forte potenziamento della lingua inglese, a livello curriculare e veicolare. Poi una scuola media, dove si lavora per progetti anche pomeridiani, per sollecitare nei ragazzi il gusto della ricerca. Ci sono un liceo scientifico tradizionale e uno delle Scienze applicate, con nuovi laboratori per elaborare il pensiero critico verso la realtà. E infine l’istituto alberghiero, che ha livelli di eccellenza e forma professionisti a tutto tondo: l’85% dei diplomati trova lavoro. Questo istituto è sempre ai primi posti nelle statistiche nazionali perché i ragazzi che escono da qui uniscono l’autonomia dei progetti alle ottime capacità professionali (rispetto delle regole, serietà, conoscenza di base della ristorazione). È per noi una soddisfazione anche il fatto che diversi ragazzi partiti svantaggiati dal punto di vista sociale o culturale, oppure con disagi psicologici, hanno raggiunto buoni risultati e in qualche modo hanno potuto trovare una forma di riscatto nell’ambito professionale: sono esempi umanamente splendidi e un motivo di orgoglio, perché altrove sarebbero stati emarginati. È chiaro poi, non tutte le ciambelle riescono con il buco, e questi risultati purtroppo non sempre si realizzano.
Recentemente avete anche ricevuto un riconoscimento…
Ne riceviamo sempre tanti. L’ultimo in ordine di tempo è la nomina del nostro capo chef a cuoco dell’anno da parte dell’Associazione italiana Cuochi. Gli altri cuochi da due anni sono campioni di street food. Il liceo invece si è classificato a pari merito con un’altra scuola in una competizione promossa da Assolombarda per progetti di alternanza scuola-lavoro.