Da Il Segno di febbraio
Si fa presto a dire periferia. Oppure borgo immerso nel verde; o ancora, quartiere che sembra un paese. La zona di Baggio, a cui corrisponde l’omonimo Decanato – dove a marzo è atteso l’arcivescovo Mario Delpini in visita pastorale – è infatti tutte queste cose insieme. Gettando un occhio alla cartina di Milano, proprio questo spicchio di città supera, verso ovest, i bordi della sua ideale circonferenza: un’eredità dell’annessione, avvenuta proprio un secolo fa, dei Comuni rurali alla città di Milano. Altre ragioni – tra tutte la presenza della cittadella militare sorta negli anni ’30 che ha dato il nome a via delle Forze Armate – hanno contribuito nel tempo a mantenere relativamente isolato il vecchio borgo di Baggio, preservandone, non solo nell’aspetto urbanistico, i suoi tratti di paese. Gli altri quartieri hanno “età” diverse: da quelli sorti rapidamente lungo via Forze Armate negli anni del dopoguerra, che così hanno unito Baggio alla città, fino agli insediamenti più esterni come Muggiano e Figino, che hanno conosciuto un’espansione ancora più recente, ma che spiccano, nel territorio milanese, per essere ancora circondati dai campi.
A dare respiro a questa parte di città c’è il Parco delle Cave, vera e propria oasi cittadina con laghetti, cascine e marcite. Anche il parco è frutto di una conquista dei cittadini, un punto di arrivo dopo anni travagliati, dopo il passaggio da cava di materiale edile a luogo industriale segnato dall’inquinamento.
A rendere vivo il quartiere c’è soprattutto una fitta presenza associativa, mentre le parrocchie svolgono un ruolo importante creando comunità anche con i nuovi arrivati.