Per la prima volta tutte le comunità parrocchiali della città di Milano vivranno un momento intenso di preghiera – nella forma degli esercizi spirituali -, con una predicazione comune. È l’«effetto pandemia» – come tradizione, in tempo di Quaresima, le singole realtà hanno sempre organizzato gli esercizi – ma, indubbiamente, questa è una novità positiva, come nota mons. Carlo Azzimonti, vicario episcopale per la Zona pastorale I. Diretta sul portale www.chiesadimilano.it. Solo la prima serata anche su Chiesa Tv (canale 195 del digitale terrestre).
Come si articolerà la proposta?
Si inizia il 22 febbraio, lunedì della prima settimana di Quaresima, con la predicazione dell’arcivescovo, poi, a seguire, altri 3 appuntamenti (con avvio sempre alle 20.45) guidati dal biblista Luca Moscatelli. Si tratta di un esercizio di comunione che definirei singolare: vorremmo propiziare uno sguardo contemplativo della Chiesa che è nella città di Milano a partire proprio dall’ascolto della Parola e da un processo di conversione personale. L’iniziativa, inoltre, si situa anche in un’altra prospettiva che è quella della preparazione remota alla visita pastorale – nella quale siamo già impegnati, almeno a livello di annuncio – che, dal gennaio 2022, l’arcivescovo compirà a Milano.
Il titolo degli esercizi è «Nulla va perduto. Accogliere dal Padre la forza e la gioia di ricominciare».
Che cosa significa?
Il testo biblico scelto come icona della visita pastorale e che sarà anche oggetto della meditazione dell’arcivescovo è quello della moneta perduta da una donna di casa che si mette alla sua ricerca: accende la lampada, spazza la casa, ricerca con cura finché trova la moneta e chiama le amiche e le vicine per condividere la gioia del ritrovamento. Il senso è che “Nulla va perduto”, interrogandoci sul perché e per chi vivere, sul senso del limite, sul bisogno di legami, di relazioni, di fraternità, di giustizia, di solidarietà, di percorsi di vita buona, aperta al futuro.
È un richiamo anche a comprendere che il momento complesso che stiamo vivendo, non può essere banalizzato, ma va approfondito nella riflessione comune?
Sì. In qualche misura dobbiamo “elaborare il lutto” che viene da un tempo difficile, ma anche dal venire meno di una forma di Chiesa che conoscevamo, come ha detto, anche papa Francesco. Occorre capire cosa sia cambiato e cosa sta cambiando e cambierà ancora con la consapevolezza, tuttavia, che il Signore abita ancora la città. Noi dobbiamo fissare lo sguardo su di Lui per recuperare il senso che nulla va perduto e che, anche in questo tempo, può rinascere la speranza, un’autentica vita fraterna e può riprendere vigore anche una Chiesa nella città, non più fatta soltanto di tante parrocchie autoreferenziali e autosufficienti, ma che si costituisce come un ricco tessuto di cristiani che si lasciano guidare dallo Spirito nella molteplicità dei carismi e nei diversi ambiti dove si è presenti. Nelle scuole, negli ospedali, nel mondo del lavoro, i cristiani si riconoscono a partire dal Vangelo, dall’ascolto della Parola e si mettono, così, in cammino per riformare anche la propria vita – questo è il senso degli esercizi spirituali – riformando, in questo modo, la vita della Chiesa.
Le 4 serate si terranno nella parrocchia Santa Maria di Caravaggio e si potranno seguire in streaming e la prima anche in tv. È prevista, comunque, una partecipazione comunitaria dei fedeli nelle singole parrocchie?
Sarebbe utile ritrovarsi nella propria chiesa parrocchiale da cui si potrà seguire insieme, in video o in audio, la predicazione nella parte centrale della serata, per continuare poi in presenza la preghiera, così come accadrà nella parrocchia di Santa Maria di Caravaggio.