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Sirio 18 - 24 novembre 2024
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Avviso

Avviato il censimento dei ministri straordinari della comunione eucaristica

Parroci allertati per segnalare i nomi di quanti esercitano questo ministero, allo scopo di un opportuno e tempestivo aggiornamento dell’archivio. Il 22 maggio incontro con l’Arcivescovo in Duomo

di monsignor Fausto GILARDIResponsabile servizio Pastorale liturgica

28 Aprile 2021

È arrivata in questi giorni ai parroci la richiesta di segnalare i nomi di quanti, con autorizzazione della diocesi, esercitano il ministero straordinario della comunione eucaristica. Nell’archivio del servizio di Pastorale liturgica figurano ben 9167 persone incaricate nelle parrocchie, nelle rettorie e negli ospedali di portare la comunione agli ammalati o di aiutare il celebrante nella distribuzione della comunione durante la Messa. Un aggiornamento dell’archivio si rende particolarmente urgente perché si suppone che alcuni ministri abbiano cessato il loro servizio per motivazioni diverse.

Il censimento è proposto in vista dell’incontro che l’Arcivescovo avrà con questi fedeli, secondo modalità che verranno indicate, sabato 22 maggio in Duomo alle 15.

Questo ministero, nella nostra diocesi, è stato introdotto a partire dall’Avvento 1981 in seguito a quanto era stato stabilito nel sinodo diocesano XLVII soprattutto come attenzione ai fratelli che, per malattia o per anzianità, non riescono a prendere parte alla celebrazione della comunità. Ha la caratteristica della straordinarietà perché, normalmente, è esercitato dal diacono o dal presbitero.

Ogni anno vengono proposti corsi di preparazione per i fedeli che, presentati dal parroco, si rendono disponibili per il servizio di ministri straordinari della comunione eucaristica. Anche in questo tempo, online, sono stati organizzati due corsi, a quello attualmente in atto sono iscritte novantotto persone. Al termine del corso viene rilasciato un tesserino di riconoscimento rinnovabile ogni cinque anni.

E’ anche questa una modalità con cui la Chiesa è “in uscita” soprattutto nei confronti dei fratelli malati o disagiati ai quali si vuole riconoscere la partecipazione alla vita della comunità che trova nell’Eucaristia il punto centrale della sua esistenza.