«Servire la famiglia, edificare la Chiesa»: questo il titolo del convegno organizzato da FeLCeAF per ricordare don Edoardo Algeri (scomparso il 2 agosto 2019) e presentare il volume che raccoglie i suoi testi più significativi tra interventi, interviste, convegni e incontri, curato dalla professoressa Livia Cadei e dal professor Domenico Simeone. L’incontro si è svolto nella mattinata di sabato 10 ottobre presso il Seminario diocesano di Bergamo.
Ha introdotto i lavori la professoressa Cadei, presidente FeLCeAF (Federazione Lombarda Centri Assistenza Famiglia) e presidente Cfc (Confederazione Italiana Consultori di Ispirazione Cristiana). E’ seguita la riflessione di monsignor Mario Delpini, Arcivescovo di Milano, sul tema «Pastorale familiare e servizi alla famiglia: il ruolo dei consultori di ispirazione cristiana nelle comunità ecclesiali». E’ poi intervenuto monsignor Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo, che ha approfondito il tema «Fragilità e resilienza della famiglia: la comunità che ha cura dei legami». Si è tenuta anche una tavola rotonda con diversi ospiti: il dottor Aurelio Mosca, Direttore Dipartimento Pipss, Ats Milano; monsignor Gianni Zappa, presidente di Fondazione Guzzetti – Consiglio Direttivo FeLCeAF; il dottor Giovanni Giambattista, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari – Regione Lombardia; la dottoressa Paola Gilardoni, segretaria regionale Cisl Lombardia; la dottoressa Saula Sironi, Referente Ucipem Lombardia – Unione Consultori Italiani Prematrimoniali e Matrimoniali.
«Questo convegno nasce dal desiderio di dare voce a tutto il complesso di riflessioni, articoli, pensieri (ma anche azioni) che don Edoardo Algeri ha messo in campo attraverso il suo lavoro per la famiglia», spiega Livia Cadei.
Quali sono le direttrici chiave del lavoro di don Edoardo Algeri?
Essenzialmente due: la pastorale familiare e i consultori. Il titolo del libro (che è anche il titolo del convegno) richiama proprio queste due strade: servire la famiglia, edificare la Chiesa.
Al convegno saranno presenti monsignor Delpini e monsignor Beschi. Che cosa significa la presenza di due Vescovi in questa occasione?
Ci sembra molto significativo avere con noi monsignor Delpini e monsignor Beschi. Tra don Edoardo e l’Arcivescovo c’era una fitta vicinanza e i ragionamenti sulla pastorale della famiglia erano sempre molto condivisi. Monsignor Beschi è stato un amico molto vicino a don Edoardo. Con lui ragioneremo sulla necessità di recuperare le caratteristiche importanti della famiglia, conoscerne meglio i bisogni, i desideri, i sogni.
Don Edoardo è mancato improvvisamente poco più di un anno fa. Che ricordo ha lasciato nelle persone che lo hanno incontrato?
Di don Edoardo si sente tanto la mancanza. Di lui ci manca soprattutto la sua forza e la sua capacità di guardare con grande intelligenza alle questioni più urgenti. La sua era una presenza rassicurante, solida, efficace. Ogni volta che incontro gruppi o persone che lo hanno conosciuto, hanno tutte un ricordo vivace di don Edoardo e un dispiacere sincero per la sua mancanza.
Che cosa ci direbbe oggi don Edoardo?
Quello che ho capito dai suoi scritti è che occorre avere un’attenzione concreta verso le questioni reali delle famiglie. Don Edoardo diceva che era necessario mettere in moto energie non dall’alto, non dal basso, ma dall’interno delle famiglie. Le famiglie hanno già risorse al loro interno. Un secondo aspetto importante, e caro a don Edoardo, è la formazione degli operatori, affinché abbiano gli strumenti per affrontare tutte le situazioni che incontreranno. Infine, la promozione della famiglia in modo innovativo, con una strategia ben precisa: nella logica della speranza e nella Parola del Signore.