Sabato 8 aprile, alle 10, presso la sede di Caritas Ambrosiana (via San Bernardino 4, Milano), il Coordinamento diocesano Associazioni, Movimenti e Gruppi vivrà il proprio consueto incontro alla presenza dell’Arcivescovo e dei Vicari episcopali. Si tratta di un momento importante: in quell’occasione si vuole fare il punto del cammino percorso in questi ultimi anni, che ha visto l’adesione di altre realtà ecclesiali precedenti in Diocesi, e al tempo stesso vogliamo individuare assieme gli obiettivi per ulteriori passi e salti di qualità.
Ci ha fatto da guida in questo percorso l’indicazione serena e preziosa del cardinale Scola, che ha chiesto in più occasioni di imparare a vivere la pluriformità nell’unità, riconoscendo i doni che lo Spirito Santo concede alla nostra Chiesa per testimoniare in modo avvincente anche in questo cambiamento d’epoca la bellezza e la ricchezza dell’esperienza cristiana.
Questo nostro incontro cade pochi giorni dopo la visita di papa Francesco che, rispondendo a un nostro presbitero, ha ricordato a tutti che la Chiesa è «Una nelle differenze». E ha proseguito: «Chi fa le differenze? Lo Spirito Santo: è il Maestro delle Differenze! E chi fa l’unità? Lo Spirito Santo: Lui è anche il Maestro dell’unità! Quel grande Artista, quel grande Maestro dell’unità nelle Differenze è lo Spirito Santo. E questo dobbiamo capirlo bene».
Il cammino percorso dal Coordinamento in questi ultimi quattro anni è ben riassunto dall’indicazione di papa Francesco: abbiamo lavorato, ci siamo impegnati per cercare di capire bene come lo stesso Spirito sia l’artefice dell’unità e delle differenze. Ci siamo resi conto che, nel cambiamento d’epoca che stiamo vivendo, se vogliamo che la testimonianza ecclesiale di fede possa aiutare tutti a educarsi al pensiero di Cristo, occorre imparare una reale pluriformità nell’unità, che consenta ai carismi molto diversi che ognuno di noi vive di integrare nell’unica esperienza di fede la testimonianza che riusciamo a portare in modo capillare nei tanti mondi della nostra vita quotidiana.
Più ci addentravamo in questo esercizio, più ci siamo accorti di quanto si possa imparare gli uni dagli altri, e di quanto l’unità finale sia un esito che tutti sentono di ricevere come un dono, più che un obiettivo raggiunto in modo produttivo. Abbiamo scoperto la gratuità della comunione ecclesiale, accettando di lasciare che l’esperienza degli altri diventasse una domanda e un arricchimento per la nostra fede personale e di gruppo.
È intenzione del Coordinamento, di ogni realtà rappresentata e di tutto il gruppo riunito, di non fermarsi al traguardo raggiunto, ma di sfruttare il clima di comunione e di stima reciproca per proseguire nel cammino, intravvedendo già due possibili direzioni: permettere che questa esperienza, vissuta a livello diocesano centrale, si propaghi sul territorio di tutta la Diocesi, giungendo a toccare tutte le dimensioni del popolo di Dio e le sue forme organizzate (Decanati, Comunità pastorali, organismi locali di coordinamento e partecipazione); impegnare tutto il gruppo del Coordinamento diocesano a un ulteriore approfondimento del dialogo tra di noi, che sappia toccare senza ferire anche i luoghi e le dimensioni dell’esperienza di fede che vedono le realtà ecclesiali su posizioni anche parecchio diverse, in particolare su temi legati al sociale, alla politica, al costume e all’etica.
Contiamo, nell’immaginare questi passi, sull’accompagnamento dello Spirito Santo (in questi anni ci ha mostrato in più di una occasione quanto ci precedesse), convinti che grazie al suo sostegno saremo in grado di attrarre in questo percorso di unità nella differenza, di pluriformità nell’unità, anche altre realtà ecclesiali che al momento ci osservano con interesse, ma ancora con un po’ di distanza.