Armida Barelli nacque a Milano il 1° dicembre 1882, secondogenita di un’agiata famiglia borghese. Compì i suoi studi prima a Milano in casa e presso le Suore Orsoline e, dai 13 anni in poi, a Menzingen, nella Svizzera tedesca, nel collegio di Santa Croce delle suore francescane, da cui uscì con la licenza magistrale.
Fino al 1910 trascorse la giovinezza alla ricerca di un ideale che fosse la sua ragione di vita. Era attratta, in modo confuso, verso una vita di dedizione agli altri nello spirito degli insegnamenti evangelici. L’incontro con il francescano Agostino Gemelli, avvenuto l’11 febbraio 1910, ebbe un influsso decisivo per il suo orientamento spirituale; nello stesso anno entrò nel Terz’Ordine francescano.
Con padre Gemelli organizzò quella grande manifestazione di consacrazione al Sacro Cuore dei soldati italiani nella prima “grande guerra”, che avvenne il 1° venerdì del gennaio 1917. L’iniziativa venne poi allargata agli eserciti alleati e alle popolazioni in Francia, Belgio e Inghilterra.
Nel 1917 il cardinale Andrea Ferrari, arcivescovo di Milano, la invitò ad occuparsi del “movimento femminile”. Nascevano così i primi circoli della futura Gioventù Femminile di Azione Cattolica, che nel settembre del 1918, per incarico di papa Benedetto XV, furono fondati dalla Barelli in tutta Italia.
Da quella data, incominciò per la Barelli il pellegrinaggio per l’Italia alla ricerca di giovani donne che aderissero al movimento di Azione Cattolica, di cui si definì la “sorella maggiore”. Questo appellativo le rimase fin che visse: Armida Barelli fu la “sorella maggiore” per antonomasia di tutta la Gieffe d’Italia e con questo nome venne spontaneamente chiamata anche dalle persone che vivevano e lavoravano con lei.
Rimarrà amatissima presidente della G.F. di A.C. fino al 1946. Nel novembre del 1919, rispondendo all’invito di padre Gemelli, con un gruppo di undici terziarie francescane, diede vita ad Assisi – nel coretto di San Damiano – all’Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo.
Nel 1921 padre Agostino Gemelli fondava l’Università Cattolica del Sacro Cuore: Armida Barelli ne fu cofondatrice e cassiera. Con la tipica concretezza lombarda, ereditata dal padre dedito ad attività commerciali, e con umiltà evangelica, chiese a tutti, dai capi di azienda alla gente del popolo, aiuti finanziari per l’università che non aveva proprie fonti di reddito.
Per essa organizzò l’Associazione degli Amici e lanciò nel 1924, con l’approvazione del papa Pio XI, la “Giornata universitaria”, che ancora oggi si svolge ogni anno in primavera. Nel 1929 nasceva l’Opera della Regalità, promossa e fondata da padre Gemelli. Anche a quest’opera, che si proponeva di diffondere la conoscenza della liturgia fra il popolo, la Barelli dedicò tutte le sue energie.
Durante il ventennio fascista, a capo della Gioventù Femminile, ebbe il merito di contenere “entro i recinti della Chiesa cattolica gran parte delle masse femminili”.
La fine della guerra e l’estensione del voto alle donne segnano una nuova tappa per la Barelli che, su invito di Pio XII, si batté perché l’elettorato femminile costituisse un baluardo di fronte al comunismo e per la vittoria del Partito democristiano nello storico confronto del 1948.
Per l’Università Cattolica, nelle vesti di membro del Consiglio d’Amministrazione, lavorò instancabilmente accanto a padre Gemelli, fino al 1949, quando una gravissima infermità le tolse la voce. Ma, in realtà, continuò a prodigarsi per le istituzioni da lei fondate fino a poche ore dalla morte, avvenuta il 15 agosto 1952 a Marzio (Varese). Il suo corpo riposa nella cripta dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Milano.
Nel 1962 è stato aperto, a Roma, il processo per la causa di beatificazione e canonizzazione della serva di Dio Armida Barelli.