«Non un tema da salotto, ma una questione di vita o di morte». Questo era per padre David Maria Turoldo la salvaguardia dell’ambiente. Questione, oggi, di gran moda, ma anche oggetto di riflessioni pensose e profonde da parte della Chiesa, come testimonia l’Enciclica Laudato si’ promulgata nel 2015 da papa Francesco, che continua ad indicare la necessità di approfondirne la logica e le ragioni. Forse anche per questo, la conclusione delle celebrazioni dell’Anno Turoldiano, a 30 anni dalla scomparsa di questo straordinario poeta, morto il 6 febbraio 1992 – friulano di Sedegliano dove era nato il 22 novembre 1916, frate dell’Ordine dei Servi di Maria, resistente cristiano durante la guerra, voce sempre controcorrente e libera -, ha avuto il sapore di un suggestivo viaggio nella memoria, ma anche di un immaginare quel futuro che riguarda la sopravvivenza di tutti.
Promosso dall’Assessorato alla Cultura e dalla Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili del Comune di Milano con l’Ordine dei Servi di Maria, e moderato dallo scrittore Angelo Gaccione, l’incontro ha visto la presenza di tanta gente, tra cui intellettuali, esponenti del mondo letterario e accademico, rappresentanti del “Fogolâr furlan”.
Con il titolo “I cieli narrano la gloria di Dio. Turoldo e l’ecologia”, l’attesa mattinata si è aperta con i saluti istituzionali, in video collegamento, dell’assessore Tommaso Sacchi, che ha richiamato i profondi legami di Turoldo con Milano che, nel 2019, gli ha dedicato uno slargo e un giardino in Corsia dei Servi e, poi, della presidente della Commissione, Diana De Marchi, che si è detta «orgogliosa e onorata di aver seguito l’organizzazione di questo evento vòlto a riflettere insieme su una persona come padre Turoldo che, in un momento ferito e doloroso della nostra storia, ha saputo risvegliare la coscienza dei milanesi cercando di trovare una strada diversa e innovatrice nel suo modo di essere con la Chiesa e nella Chiesa».
Il saluto dell’Arcivescovo
Da un tributo di gratitudine al religioso e al poeta e dal ringraziamento alla Comunità dei Serviti, alla quale da sempre è affidata la parrocchia di San Carlo al Corso, visitata nei giorni scorsi nel contesto della sua Visita pastorale alla Città di Milano, si è avviato il breve intervento iniziale del vescovo Mario. «Una maggior pacatezza, trascorrendo il tempo, ha permesso alla personalità di padre Turoldo di raggiungere un apprezzamento più convinto della sua opera letteraria nella nostalgia della sua presenza amica, forte, incisiva», ha sottolineato subito l’Arcivescovo.
«Per me è sempre stata una figura cara per i testi che ho potuto leggere. Quello che ho apprezzato in lui, pur non avendone una frequentazione diretta, è l’uomo di preghiera, che scrive perché prega, che traduce i Salmi, che partecipa al dramma dell’essere uomini, pregando. È un aspetto solo parziale, certo, ma nei suoi testi così belli e suggestivi ritrovo la testimonianza di una fede che prega e che domanda di diventare poesia. La preghiera non è la ripetizione di un rito, non è solo un’abitudine raccomandabile, ma è la domanda in cui entra la storia dell’umanità, lo stupore di fronte al Creato, la partecipazione ai percorsi di fede. Questo mi sembra un punto che raccoglie molto di lui, anche la fede inquieta, in ricerca, l’esperienza drammatica e percepita della lontananza di Dio. Quindi, una fede che è sempre anche una lotta, una domanda, partecipando agli interrogativi delle donne e degli uomini». Soprattutto, di tutti coloro che soffrono in tempo di guerra o di pace, per le nefandezze che colpiscono l’umanità e il cuore del nostro stesso pianeta, come ha sottolineato Ermes Ronchi, amico fraterno di sempre e a lungo confratello di padre David.
Turoldo e l’ecologia
«Per Turoldo l’ecologia non era un tema da salotto, ma una questione di vita, come dimostrano i suoi scritti durante la permanenza nell’abbazia di Fontanelle quando parla di un inchinarsi davanti alla creazione con un gesto di venerazione della vita. La visione di Turoldo sulla natura non era sentimentale, ma sacramentale: per lui la natura è la prima pagina biblica, prima della Bibbia, condensazione del Verbo», spiega, infatti, Ronchi. Un linguaggio, quello turoldiano, anche in questo contesto che sarebbe riduttivo definire ecologico, ricchissimo di metafora, ma altrettanto chiaro nei contenuti, come quando definiva il fiume Tagliamento “il mio selvaggio battistero”. «Tutta la creazione per David è una parola d’amore sussurrata.
Come diceva, “Dio fiorisce nei prati e noi siamo la coscienza di questo fiorire. Siamo terra orante unitamente alle eterne radici», con una precisa responsabilità verso le cose, tutte le cose. La terra risulta una parola-chiave di Turoldo insieme alle cose, proprio perché il Vangelo stesso è, per padre David, un libro “biologico”». Evidenti e sottolineate le somiglianze, in tale orizzonte, con la Laudato si’, basti pensare al primo paragrafo dell’Enciclica, forse più recepita, finora, in ambienti non credenti che nella Chiesa, nota il relatore.. «Il grido dei poveri e quello della madre terra sono un unico grido. Terra, creatura, frutti e avvelenamento, stili di vita e sopravvivenze, economia e finanza, sopraffazione e libertà, tutto è interconnesso nel grande arazzo della vita. Come sosteneva padre Turoldo, il vero problema del mondo non è la povertà, ma la ricchezza predatoria, perché senza povertà non c’è salvezza, possibilità di pane per tutti, non c’è fraternità o possibilità di pace, né beatitudine e felicità per nessuno. Non ci sono due crisi, una planetaria e una di valori, ma una sola. La crisi dell’economia che uccide nasce da una crisi etica e umana i cui effetti sono planetaria».
«“Questo è l’unico peccato, non aver saputo che la terra è di Dio”, scriveva, infatti, nella sua magnifica “Vigilia di Pasqua”. Sarà impossibile la pace sulla terra finché non sarà risolto il problema del rapporto dell’uomo con le cose», scandisce ancora Ronchi secondo cui il poeta «mette in crisi il modello dell’antropocentrismo, perché non è l’uomo al centro, ma la relazione, il grande paradigma dell’alleanza». «La teologia poetante di Turoldo è comunione con la natura», come dimostra anche il suo rapporto speciale con la Madre – non a caso appartenne all’Ordine è dei Servi di Maria – che è forza operante nella terra e nel cosmo, immagine conduttrice dell’umanità nuova, archetipo di tutte le donne che stende il suo velo sulla terra devastata».
Un riferimento costante, quello mariano, attraverso il quale comprendere, conclude Ermes Ronchi, anche la presenza civile di Turoldo e la sua protesta di fronte a ogni devastazione umana, fose attraverso la militanza nella Resistenza o sul fronte dell’amore per il Creato». Al termine della mattinata. La proiezione del bel docufilm “Stare al mondo. Turoldo e Pasolini” di Omar Pesenti, un ritratto non scontato e attualissimo, ripercorso attraverso inediti e tante testimonianze, delle personalità di questi 2 gradi protagonisti friulani della storia del nostro Paese-
Le iniziative a Lecco
Anche a Lecco si stanno concludendo le iniziative per il trentennale della morte di Turoldo, dal titolo «Il coraggio di sperare», a cura del Comitato Turoldo Lecco 2022. Martedì 22 novembre, alle 20.30, a Calolziocorte (Monastero del Lavello, via P. Serviti 1), Messa nell’anniversario della nascita di Turoldo, copresieduta da don Antonio Vitali, don Mario Proserpio e don Marco Tenderini; anima la liturgia con i Salmi di Turoldo il Coro San Giorgio diretto da Gianmarco Aondio
Sabato 26 novembre, alle 17, a Lecco (Palazzo delle Paure, piazza XX Settembre 22), tavola rotonda «La sfida della Pace. La profezia di Turoldo», con Gianni Tognoni (Tribunale Permanente dei Popoli), Bruna Dighera (L’Innominato, Tavolo lecchese per la Giustizia Restorativa), Sergio Segio (curatore del Rapporto sui diritti globali), Annabella Coiro (Centro di Nonviolenza Attiva di Milano). Modera Elza Ferrario, sarà presentato un progetto per le scuole.
Domenica 27 novembre, a Lecco (via S. Nicolò – angolo via Ongania), alle 16 presentazione del progetto «Un albero di ulivo in memoria di David Maria Turoldo», concorso di idee per opere artistiche dedicate a Turoldo; alla Casa Don Guanella (via Amendola 57), alle 17 testimonianze di chi ha frequentato e amato Turoldo, alle 18 preghiere e riflessioni interreligiose per la pace.
Info: turoldo.2022.lecco@gmail.com
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