Il 31 agosto di quattro anni fa moriva, nella casa dei gesuiti a Gallarate, l’amato cardinale Carlo Maria Martini. Mercoledì alle 17.30, giorno dell’anniversario, l’arcivescovo Angelo Scola presiederà in Duomo una celebrazione in sua memoria che sarà trasmessa in diretta su Chiesa Tv. Concelebreranno i gesuiti padre Carlo Casalone e padre Giacomo Costa, rispettivamente presidente e vice della Fondazione Carlo Maria Martini. Alla funzione saranno presenti i familiari, in particolare la sorella Maris e il nipote Giovanni, ma sono attesi anche tanti fedeli ambrosiani che hanno ancora vivo e riconoscente il ricordo del Pastore e biblista. Al termine della celebrazione il cardinale Scola e i familiari si recheranno sulla tomba di Martini (nella navata laterale sotto la croce di san Carlo) per una preghiera personale. Dopo la Messa, alle 19.30, presso l’Auditorium di San Fedele (via Hoepli 3/b, Milano) sarà proiettato in anteprima il film «Carlo Maria Martini profeta del Novecento» di Antonia Pillosio e Giuseppe Sangiorgi.
«La vita e il ministero del compianto Cardinale – diceva l’Arcivescovo nell’omelia dell’anno scorso – ci dice il contenuto, il metodo e lo scopo dell’annuncio cristiano: trasmettere di generazione in generazione l’incontro con il Cristo vivo nella sua Chiesa, attraverso la testimonianza, per dilatare la comunione a tutti gli uomini». E parlando della «figura» di Martini, «uomo, cristiano, Vescovo», ricordava che «ci ha lasciato come eredità preziosissima la passione per la Parola di Dio. E lo ha fatto riformulando creativamente la “lectio” biblica. In tal modo ha educato i fedeli – sacerdoti, religiosi, laici – alla familiarità con la sacra Scrittura, che posso toccare con mano visitando la nostra diocesi».
Tanti i temi affrontati dal cardinal Martini in oltre 20 anni di episcopato e in particolare Scola ha voluto citare «il rapporto tra giustizia e amore misericordioso di Dio», anche in vista del Giubileo. «Ricordiamoci sempre che la radice della giustizia è nella creazione voluta da Dio – diceva Martini -. È Lui il garante ultimo di ogni giustizia; è Lui che anzitutto fa giustizia a noi devianti, poveri, peccatori; è Lui che ci perdona, ci riabilita, ci ama; e in grazia della sua giustizia salvifica, siamo in grado di esprimere anche noi giustizia, bontà, amore verso tutti gli altri».
In questo stesso testo, ma in molte altre occasioni, chiariva ancora Scola, «il Cardinale sviluppava poi le importanti conseguenze a livello personale, famigliare, di comunità cristiana e di vita sociale e politica». E concludeva: «Dalla sua vicinanza e da questi insegnamenti traiamo conforto ed impegno per costruire la Milano metropoli, ed in essa l’appropriata fisionomia del cristiano e del cittadino di questo nuovo millennio».