Sono nove serate, una volta al mese il giovedì, nella chiesa di Santa Maria Incoronata in corso Garibaldi a Milano, quelle che don Paolo Alliata propone ogni anno come “passeggiate” nella letteratura, dove Dio respira di nascosto. Si leggono testi laici, come Il sistema periodico di Primo Levi o L’insostenibile leggerezza dell’essere di Kundera, ma con qualche spunto di riflessione che rimanda a una dimensione di fede, che ognuno declina in modo personale.
Da un punto di vista numerico l’iniziativa è consolidata: la partecipazione varia tra le 250 e le 300 persone, con lieve e costante incremento. «All’inizio di ogni incontro chiedo se c’è qualcuno che viene per la prima volta, così da dargli il benvenuto e registro sempre una decina di mani che si alzano», dice Alliata.
Che riscontri riceve da chi partecipa?
Chi non apprezza l’iniziativa o il taglio che ho dato alla serata spesso non me lo dice. In genere si ha a che fare con riscontri positivi, che sono anche più facili da dare.
Le sarà capitata qualche critica…
Una volta ho ricevuto un messaggio anonimo non firmato, giunto in parrocchia, in cui si contestava che non avessi affrontato un passaggio in cui Tolstoj critica i riti della Chiesa. Altre volte invece qualcuno mi ha detto che leggo troppi passi del romanzo e faccio pochi affondi. Il consiglio di non esagerare nella lettura e di proporre qualche chiave di lettura in più, però, lo trovo un suggerimento utile.
Le sue serate vengono sempre registrate e caricate sul canale Youtube della Comunità pastorale Paolo VI di Milano e sul suo personale. Perché questa scelta?
La registrazione e l’utilizzo della rete facilitano la diffusione. Anche chi non può essere fisicamente presente ne può godere. Oppure chi c’è stato può riascoltare l’intervento. La maggior parte delle persone che fruisce di questa iniziativa non la conosco personalmente. Perfino quelli che vengono fisicamente per buona parte non li conosco.
Non le pesa questo anonimato nelle relazioni?
Tutt’altro. È la logica della semina: non si sa se il seme darà frutto nel cuore di qualcuno. Questo è consegnato alle mani di Dio.
In che modo è possibile inserire un messaggio religioso in queste serate?
Non considero questa una catechesi per gli adulti, ma di fatto certe volte lo è. Uso appositamente un linguaggio non troppo connotato dal punto di vista religioso. Uno dei motivi che mi spinge a proporre questo percorso è il desiderio di raccontare il mistero cristiano attraverso parole, pagine e immagini che le persone possono sentire più vicine. Leggere testi in generale è un buon esercizio per affrontare pagine bibliche scritturistiche che fanno parte del nostro patrimonio culturale e che hanno forgiato la nostra cultura, ma che troppo spesso rimangono sullo sfondo.
La sfida quindi è chiedersi se si possa parlare di risurrezione, usando immagini della letteratura, che non parlano immediatamente della risurrezione di Gesù…
Esattamente. Oserei dire di più: il ricorso a quelle immagini letterarie offre delle chiavi di lettura plausibili per entrare nel mistero della risurrezione di Gesù?
In che modo si può sviluppare questo percorso? Che progetti ha in mente?
Ho pensato che si sarebbe potuta proporre qualche nota di regia, costruire un contesto più scenografico che accompagni le varie tipologie di romanzo, ma richiede una quantità di lavoro e di tempo che al momento non ho.
Dal percorso di quest’anno emergerà un libro…
Sì, la casa editrice “Ponte alle grazie” pubblicherà a ottobre un testo che raccoglie le nove serate di quest’anno. Un filo rosso ha accompagnato questo percorso, il tema dell’amore, che viene affrontato in ognuno di questi testi da punti di vista differenti. Attorno a questo nucleo si strutturerà il libro.