Domenica 25 luglio, alle 10.30, l’arcivescovo Mario Delpini celebrerà la Messa all’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, in occasione dei 100 anni dalla morte del fondatore monsignor Domenico Pogliani, di cui è in corso la causa di beatificazione. La celebrazione, con posti limitati tra fedeli e ospiti, sarà trasmessa in streaming sul canale Youtube della Fondazione. La giornata è promossa dalla Rettoria dei frati, dal Servizio volontariato della fondazione e dall’associazione Amici di Sacra Famiglia. I festeggiamenti riprenderanno in settembre con altri eventi aperti a tutti. Quest’anno si festeggiano anche i 125 anni di attività della Fondazione che oggi accoglie, cura e accompagna bambini, adulti e anziani che soffrono di complesse o gravi fragilità o disabilità fisiche, psichiche e sociali.
Molto è cambiato dai tempi del fondatore, a fine Ottocento, quando era un disonore avere un figlio disabile. «Era considerato un peso, perché non poteva contribuire al sostentamento, e una vergogna – spiega don Marco Bove, il presidente della Sacra Famiglia -: spesso questi bambini venivano nascosti, se non abbandonati presso qualche convento. Quando, da parroco, arriva a Cesano Boscone, don Domenico si chiede se può fare qualcosa per loro, per restituire dignità». E così ospita in casa sua i primi quattro bambini. Nel 1896 costruisce un «Ospizio» (così chiamato dalla parola ospitalità) chiedendo anche aiuto a famiglie abbienti del circondario.
In 125 anni l’Opera è diventata un riferimento importante non solo a livello locale, ma anche nazionale, con le sue 23 strutture sparse tra Lombardia, Piemonte e Liguria, senza contare la rete di contatti con le comunità sul territorio. Ogni anno eroga oltre 360 mila prestazioni sanitarie e sociosanitarie, assiste 12 mila persone nelle oltre 60 unità di accoglienza e di riabilitazione nelle tre regioni italiane.
«Ancora oggi 1700 persone vivono in Sacra Famiglia – continua il presidente -, non solo nella sede di Cesano Boscone, trovando qui una vera casa e una sorta di “villaggio”, ovviamente in senso buono, perché la dimensione del villaggio è rassicurante e positiva. Nel tempo tuttavia abbiamo visto il rischio che qui le persone potessero essere tenute in disparte e diventare invisibili per la gente di fuori. È iniziato allora un processo di apertura e integrazione, oggi a pieno regime, ed è cominciata l’offerta di servizi diurni, ambulatoriali e domiciliari. Le nostre sedi si sono aperte all’esterno con un continuo scambio che, Covid a parte, è un perno del nostro metodo».
Dopo 125 anni, assicura don Bove, «Sacra Famiglia continua la propria missione, prendendosi cura di persone fragili, disabili e anziani, perché la qualità della loro vita possa essere davvero secondo la dignità della persona e perché ciascuno di loro possa esprimere, anche nella fragilità, il proprio valore».
Negli ultimi anni la Sacra Famiglia ha dedicato molto tempo ed energie all’autismo e alle possibili soluzioni per migliorare la qualità della vita delle famiglie. La risposta è stata un progetto innovativo già pronto prima del lockdown e che ora finalmente può decollare. Si tratta di un progetto di abilitazione intensiva BluHome unico in Europa, studiato e realizzato per aiutare i genitori di bambini e ragazzi con autismo a migliorare le capacità di gestione della quotidianità. BluHome è una casa a Varese con 4 appartamenti didattici, strutturati come normali abitazioni, ma arredati con particolari accorgimenti autismo friendly e dotati di sistemi domotici. Il nucleo familiare sarà ospitato al completo in uno degli appartamenti per circa 10 giorni durante i quali, nelle ore diurne, saranno monitorati i comportamenti della famiglia da una équipe di specialisti per evidenziare i momenti “critici” e aiutare i familiari ad assumere i comportamenti più corretti.
Info: www.sacrafamiglia.org.