Qualcuno era appena tornato dal lago o dal mare, sabato scorso, tra gli ospiti della Casa Madonna dei Miracoli di Carnago che hanno incontrato l’Arcivescovo, qui per la sua Visita pastorale nel decanato. I disabili della cooperativa Il Granello – don Luigi Monza la settimana scorsa hanno infatti vissuto le loro vacanze insieme, chi al lago di Garda, chi a Igea Marina. E ora il ritorno alle attività ordinarie segna a tutti gli effetti un nuovo inizio anche per questa storica “Casa-famiglia”, come ancora si legge sulle eleganti decorazioni della facciata, che fino agli anni del Covid è stata la Rsa di Carnago. Da febbraio, invece, la ripartenza con la nuova funzione di centro polifunzionale per la disabilità. E, dunque, con i nuovi ospiti seguiti appunto dalla cooperativa Il Granello, insieme alla cooperativa Rembrandt.
La visita dell’Arcivescovo è stata anche l’occasione per l’inaugurazione ufficiale della Casa, ma già ora sono attivi tre diversi servizi dedicati alla disabilità: un centro di formazione all’autonomia, uno socio-educativo (per i disabili medio-gravi) e, al secondo piano, una comunità alloggio, con sette ospiti. «Ma ne arriveranno altri», anticipa Luca Landolfi, responsabile dei servizi educativi del Granello, che sottolinea come il bisogno di servizi dedicati ai disabili adulti (la cooperativa segue chi ha deficit sia fisici, sia psichici) sia sempre alto. «L’opportunità di aprire questo nuovo centro a Carnago è arrivata nel momento giusto – spiega -. Abbiamo già un centro a Fagnano Olona, ma avevamo altre richieste. E dunque siamo contentissimi di questo nuovo inizio. A monsignor Delpini abbiamo raccontato la bellezza dei nostri “ragazzi” (la cui età varia in realtà dai 16 ai 50 anni) e del nostro lavoro; e di come abbiamo la certezza che per la storia della nostra cooperativa esista un progetto che viene dall’Alto: perché, in un percorso fatto di intenzioni, di obiettivi, tutto è avvenuto nel modo e al momento opportuno».
Così la cooperativa, nata nel 1987 a Cislago (paese natale del beato Luigi Monza) per l’inserimento lavorativo di giovani e adulti con disabilità psichica e fisica, conta ora ben quindici centri socio-educativi. Tra le attività proposte ai disabili, il fiore all’occhiello è il teatro: circa un centinaio di loro ha appena terminato un tour tra il Manzoni di Milano e i teatri di Monza e Varese, Busto Arsizio con il musical Questo sono io... «I nostri ragazzi hanno a che fare anche con tutti i tecnici dello spettacolo e con i volontari, dunque l’integrazione è totale», mette in luce Landolfi.
Ora, con l’estate, il momento è propizio per altre attività. A partire dalle giornate in visita agli oratori estivi del Decanato. Anche in questo caso, spiega il responsabile, «i bambini e i nostri ragazzi sono sulla stessa lunghezza d’onda», scambiandosi opinioni sulla musica o sui videogiochi preferiti. E, sottolinea, «a differenza di quanto avveniva quindici o vent’anni fa, ora tutto avviene nella piena normalità, senza dunque che, anche da parte degli adulti, ci siano domande o atteggiamenti che possano creare disagio. Significa che in tutti gli ambiti educativi, dalla scuola alle famiglie, in questi anni è stato fatto un buon lavoro perché l’inclusione fosse reale».