Non una risposta all’emergenza, ma un accompagnamento alla normalità. Questo rappresenta per molte donne la Casa della Carità nel quartiere Taccona di Muggiò, che l’Arcivescovo incontrerà sabato 27 aprile, durante la sua visita pastorale al Decanato di Desio. Qui, dal 2019, 38 donne sole o con i propri bambini hanno trovato accoglienza e un aiuto nel “ritrovare” la propria vita, dopo un periodo difficile.
«Siamo quell’anello intermedio tra un passato altrove, a volte in una comunità, e un futuro di autonomia di vita», spiega Mariano Piazzalunga, presidente dell’Associazione Madre della Misericordia che promuove la Casa e le tante iniziative collegate. Una storia che prosegue idealmente l’opera di don Giuseppe Perugia, che qui è stato sacerdote per ben 68 anni e a cui la casa stata è intitolata. Alla sua morte la casa parrocchiale è stata così destinata all’accoglienza, raccogliendo i segnali del bisogno crescente della casa che la Caritas e la San Vincenzo avevano via via rilevato.
Una storia a lieto fine
Piazzalunga racconta, tra le tante esperienze di ospitalità, quella di una giovane famiglia dello Sri Lanka, andata in crisi dopo che il padre, trentacinquenne, aveva perso il lavoro. Da qui è iniziato l’accompagnamento: «Abbiamo accolto la moglie con le due figlie presso la Casa della carità, mentre il marito è riuscito a trovare un nuovo posto di lavoro, che mantiene tuttora, grazie al sostegno dell’associazione Polis Lab (che ha sede sempre a Muggiò), a cui ci appoggiamo. Li abbiamo poi accompagnati a firmare il contratto per la nuova abitazione, e possiamo dire dunque che oggi questa famiglia è tornata a essere tale, dopo un momento di gravissima difficoltà».
I servizi
Una storia a lieto fine, dunque, che racconta però quella di numerosissime situazioni analoghe nei nostri quartieri, mettendo ancora più in luce quanto siano preziose esperienze di accoglienza come quella di Muggiò. Non c’è, infatti, solo la disponibilità di un posto per dormire, ricorda Piazzalunga: «Per ogni ospite definiamo un progetto di accompagnamento, in accordo con gli enti le hanno indirizzati a noi». C’è quindi la scuola di italiano, aperta anche ad allievi esterni; c’è il riferimento di un’educatrice pedagogista, così come un servizio psicologico, ma anche incontri per aiutare le donne a conoscere l’organizzazione e i servizi del Sistema sanitario della zona.
Numeri in crescita
Non manca lo scambio con la comunità. Che, per i ragazzi degli oratori di Muggiò, significa anche aiutare a coltivare l’Orto della carità, un piccolo terreno adiacente alla Casa: «È certamente un’occasione per stare insieme, ma anche, nel pieno della stagione, per raccoglierne e consumarne i frutti», racconta Piazzalunga. È, dunque, un vero micromondo della solidarietà, quello nato attorno alla vecchia casa parrocchiale e all’Associazione Madre della Misericordia, che ogni anno vede crescere i propri numeri: «Siamo ora in 165 soci, di cui una quarantina i volontari che seguono attivamente le diverse attività», fa il punto il presidente.
Sabato monsignor Delpini sarà doppiamente atteso: «Ci deve una visita – scherza Piazzalunga -. L’avevamo invitato già all’inaugurazione della Casa, ma per un contrattempo non aveva potuto esserci. Lo ringrazieremo quindi della sua presenza, chiedendogli una conferma nel nostro cammino».