«Mentre vi saluto con affetto, desidero esprimere la mia vicinanza spirituale mediante la preghiera affinché il peso degli anni e dell’infermità non affievoliscano il buon profumo dell’unzione che abbiamo ricevuto, ma si accresca la consapevolezza che la sofferenza lo rende più intenso ed efficace. Per questo ho pensato di donarvi il crocifisso per guardare le piaghe di Gesù e raggiungere il suo cuore. Non dimenticate questo: guardate il crocifisso, ma guardatelo dentro. E lì impareremo la grande saggezza del mistero di Cristo, la grande sapienza della croce che ci rivela l’Amore del Padre».
È un passaggio della lettera che papa Francesco ha indirizzato ai circa 200 partecipanti alla V Giornata regionale del sacerdote malato e anziano, organizzata oggi da Unitalsi Lombarda e Conferenza Episcopale Lombarda presso il Santuario di Caravaggio (provincia di Bergamo, diocesi di Cremona). La lettera (in allegato) è stata letta da monsignor Roberto Busti, vescovo emerito di Mantova e assistente regionale dell’Unitalsi, all’inizio della celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, e concelebrata con gli altri vescovi lombardi.
«Il sacerdote è il più povero tra gli uomini se Gesù non lo arricchisce con la sua povertà, è il più inutile servo se Gesù non lo chiama amico, il più stolto degli uomini se Gesù non lo istruisce pazientemente come Pietro, il più indifeso dei cristiani se il Buon Pastore non lo fortifica in mezzo al gregge – continua la lettera del Santo Padre -. La Vergine Maria vi renda consapevoli che i giovani preti hanno bisogno di voi, della vostra saggezza e della vostra solidarietà spirituale per essere secondo il cuore di Cristo e come li pensa la Chiesa».
La giornata di Caravaggio, all’insegna della fraternità sacerdotale, ha voluto esprimere affetto e vicinanza ai sacerdoti che devono fare i conti con l’età e con qualche acciacco. «Un’occasione che intende favorire la piena comunione tra tutti i presbiteri con i propri vescovi e i confratelli», come ha sottolineato lo stesso monsignor Busti. La celebrazione eucaristica è stata preceduta dalla processione con il Rosario.
Nell’omelia (in allegato la registrazione audio) l’arcivescovo Delpini ha raccomandato ai presenti di non cedere alle tentazioni. Tentazioni del passato, del presente, ma anche del futuro, per resistere alle quali c’è l’esempio di Maria. «Siamo esposti a tutte le tentazioni del tempo che hanno lo scopo di allontanarci da Dio – ha detto dal pulpito -. Una di queste è la nostalgia. Per non parlare del risentimento, del rimorso. Una tentazione del presente è il lamento, l’insofferenza per la situazione per cui mi trovo. Poi c’è la tentazione del futuro, di guardare avanti e di sentirsi smarriti e perduti, di chiederci dove andremo a finire. Allora noi siamo venuti qui, in questo santuario, davanti alla Vergine Maria, per portarle le nostre tristezze e le nostre tentazioni. La liturgia di oggi ci aiuta a respingerle, a contemplare in lei quella fede che ci permette di essere forti e vincere proprio quelle stesse tentazioni. Nelle parole di Maria troviamo il modo di vincere le nostalgie del passato cantando il Magnificat e lodando le opere di Dio che sono salvezza e sorgente di vita».
Al termine della Messa il saluto del presidente regionale Unitalsi Vittore De Carli che si è rivolto ai presenti citando i due sentimenti che uniscono i sacerdoti presenti a Santa Maria del Fonte. «L’amore e l’amicizia – ha affermato -. L’amore che voi avete dato a Dio. A Lui avete dato la vostra vita, il vostro cuore e questo per noi è un grande dono. Amicizia. È difficile oggi questa parola. Abbiamo delle conoscenze, delle simpatie, ma non conosciamo nessuno. Voi invece vi conoscete, conoscete i vostri vescovi e i vostri parrocchiani. Quante volte i vostri parrocchiani vi ringraziano per quanto avete fatto quando erano giovani. È importante la vostra attenzione». De Carli ha concluso citando il progetto dell’Unitalsi di realizzare una casa d’accoglienza per famiglie di bambini malati di tumore al santuario della Madonna dell’Ortica: «Speriamo di tornare qui ancora fra un anno ad annunciare che questo progetto è stato realizzato».
Dopo la Messa, all’esterno della basilica, l’arcivescovo Delpini ha benedetto il nuovo pulmino che l’Unitalsi utilizza per il trasporto dei malati di Sla. A seguire, il pranzo conviviale presso il refettorio del Centro di Spiritualità e la conclusione nel pomeriggio.