«Non si intende rinunciare a offrire proposte che consentano ai ragazzi e agli adolescenti di trascorrere i mesi dell’estate in un contesto sicuro, sereno, festoso e che consentano alle famiglie di gestire il tempo e gli impegni del lavoro. È necessario perciò dare vita a qualche cosa di inedito». (Cel, Caravaggio, 20 maggio 2020).
In sintonia con quanto i Vescovi lombardi hanno già espresso nel comunicato del 20 maggio scorso non ci sono parrocchie, e in esse presbiteri, diaconie, consigli pastorali, consigli dell’oratorio, catechisti, educatori che non si siano domandati come affrontare con coraggio e in sicurezza la sfida educativa in questo tempo straordinario. È proprio questa condivisione educativa a custodire anche la condivisione della responsabilità con cui affrontare la domanda: «Cosa riusciamo a costruire con le forze di tutti?». Non possiamo più domandarci «cosa mi propone l’oratorio?» e neppure affidare al singolo prete le decisioni. Sappiamo che non si potrà fare l’oratorio estivo come siamo abituati a immaginare, ma non vogliamo abbandonare i ragazzi e le loro famiglie: proporremo ciò che è praticabile secondo le forze che possiamo mettere in campo.
In questo quadro rientra il discernimento sull’uso degli spazi e sulle possibili collaborazioni con altri soggetti. Anzitutto le parrocchie si sentano soggetto attivo nella proposta educativa, non deleghino ad altri soggetti, piuttosto cerchino collaborazioni. In secondo luogo, gli spazi che tradizionalmente vengono utilizzati dalle attività proprie della comunità parrocchiale (oratori, scuole, campi da gioco), non vengano concessi ad altri soggetti: il poco o il tanto che si potrà fare è bene che venga fatto dalla nostra Chiesa.
In questi giorni si è perfezionata l’informativa per la gestione delle attività in ottemperanza alle norme di prevenzione per la pandemia e l’Avvocatura l’ha resa disponibile sui nostri strumenti di comunicazione. Tali indicazioni ci aiuteranno a pensare concretamente la modalità praticabili delle nostre proposte senza farci scoraggiare, ma neppure farci prendere dall’ansia di dover iniziare a tutti i costi nei tempi tradizionali. La pacatezza delle valutazioni e la gradualità nell’attuazione devono essere i nostri primi compagni di viaggio. Tra le «cose inedite» da inventare c’è anche quella del tempo. In realtà la fede cristiana ci ricorda che il tempo è sempre un’occasione propizia per manifestare le opere di Dio.
Buona attesa e buona estate con le famiglie e i ragazzi! Ma, permettetemi, per quanto possibile anche buona distensione!