La testimonianza di una associazione vitale, in cui molti giovani desiderano accettare la sfida di porsi in ascolto dei bisogni di bambini e ragazzi. Queste le risultanze della prima Assemblea della zona Agesci di Milano dell’anno 2021-2022, tenutasi domenica 14 novembre nella sede del Milano 97, presso la parrocchia di Gesù Buon Pastore (via Caboto). Nell’Agesci la Zona è una struttura composta da gruppi contigui fra loro (nello specifico quella di Milano riunisce i 31 gruppi della città e quello del Comune di Trezzano sul Naviglio), animata da molteplici scopi: promuovere e curare la formazione e la crescita delle Comunità Capi dei singoli gruppi; contribuire alla formazione dei Capi scout; coordinare i Gruppi esistenti e promuovere la costituzione di nuovi Gruppi; curare, per il proprio livello, i rapporti con gli organismi civili ed ecclesiali, con le altre associazioni educative, con la stampa e altri mezzi di comunicazione.
Gli Incaricati e l’Assistente
All’Assemblea erano presenti più di 200 Capi, molti dei quali hanno appena iniziato il servizio educativo. Sono stati presentati i nuovi Incaricati di Zona per la Branca Lupetti e Coccinelle, Simone Milani ed Elena Montanari (che sostituiscono Enrico Fumagalli e Claudio Trimarchi, eletto Incaricato regionale per la Lombardia per la Branca L/C) e il nuovo Assistente ecclesiastico di Zona fra Alberto Casella, domenicano (che prende il posto di don Paolo Poli, Assistente ecclesiastico eegionale di Lombardia) e che si affianca così ai Responsabili di Zona Gabriele Guarinelli e Chiara Croce.
L’Assemblea è stata l’occasione per riflettere su vari temi, fra i quali ne sono emersi due: la riscrittura del progetto di Zona per il quadriennio 2021-2025 e la riflessione sul processo formativo dei Capi.
Strategie di intervento
Il progetto di Zona è lo strumento attraverso il quale la Zona dà risposta alle esigenze educative e formative emergenti dalla realtà associativa e territoriale, partendo anche dai Progetti educativi delle Comunità Capi dei singoli gruppi. La sua elaborazione, dunque, in accordo con il metodo scout, nasce con una fase di analisi da cui dedurre dei bisogni educativi e pensare, infine, alle strategie di intervento formalizzate in alcuni specifici obiettivi (verificati con costanza e specialmente alla “scadenza” del progetto).
Il processo, dunque, sarà dinamico e sottoposto a costante verifica, allo scopo di poter cogliere al meglio le emergenze educative della Zona e scegliere strategie di intervento capaci di intercettarle, ponendosi in collaborazione con le altre associazioni educative. I primi passi prevedono la raccolta dei progetti educativi dei singoli gruppi, mettendo assieme in particolare l’analisi territoriale e sociale dei quartieri e delle aree in cui essi operano, e l’incontro con i rappresentanti della Città di Milano, dell’Arcidiocesi e del Terzo Settore, per poter meglio raccogliere il punto di vista di chi è impegnato nel servizio amministrativo, ecclesiale e sociale.
Dimensione democratica
L’assemblea è stata anche l’occasione perché i capi milanesi potessero esprimere il proprio pensiero circa il processo di ripensamento della formazione dei Capi che si sta svolgendo a livello nazionale. È questo un segno della dimensione democratica dell’Agesci: è, infatti, fondamentale che tutti i Capi, anche i giovanissimi e quindi primi destinatari della formazione, possano esprimere la propria opinione in merito.
Ogni Comunità Capi (ovvero la comunità dei Capi di uno stesso gruppo) ha così potuto esprimere il proprio pensiero in merito ai singoli aspetti della formazione, evidenziando quelli che sono ritenuti come meritevoli di maggiore attenzione.
La stessa riflessione viene condotta nelle altre zone d’Italia perché la voce e le esigenze dei capi di tutti i territori della penisola possano essere intercettate dal livello nazionale.