Link: https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/adolescenti-cristalli-candidati-a-diventare-diamanti-2809331.html
Share

Intervista

«Adolescenti, cristalli candidati a diventare diamanti»

Questo il concetto attorno a cui ruota il libro del pedagogista Fabrizio Travaini, da poco edito da In dialogo: i ragazzi come “preziosi” minacciati da alcuni macigni che gravano sulla società. L'emergenza climatica come fonte di ansia e, al tempo stesso, motivo di impegno, e l’oratorio come luogo dove trovare alcune risposte

di Stefania CECCHETTI

8 Luglio 2024

La vulgata li vuole goffi e impacciati, come elefanti in una cristalleria. Ribaltando questo luogo comune, Fabrizio Travaini – educatore e professore di Psicologia e Scienze umane all’Istituto «Barbara Melzi» di Legnano – definisce gli adolescenti come cristalli (ma candidati a diventare diamanti) minacciati da alcuni «elefanti» che, nella società odierna, impediscono loro di crescere.

Nel suo libro Non sono cristallo, ma diamante ne individua quattro: «Il primo elefante è il senso della vita, che di questi tempi sembra essersi un po’ perduto – spiega -. In realtà, la domanda sul senso delle cose è molto viva nei nostri ragazzi. Semplicemente, faticano a trovare le risposte nella Chiesa e in noi adulti».

«Un secondo elefante è legato alla cosiddetta “società della performance”, al bisogno di essere sempre all’altezza – – prosegue Travaini -. Questo atteggiamento può essere un grande ostacolo, soprattutto in ambito scolastico». Terzo elefante: l’analfabetismo dialogico, cioè «la difficoltà a comunicare con gli altri, senza dover per forza giungere a una prevaricazione dell’avversario, accettando anche il conflitto, però sempre nell’ambito della gentilezza», afferma Travaini. Quarto e ultimo elefante: il disastro ecologico incombente: «La crisi climatica spaventa molto i ragazzi, tanto che si parla di “ecoansia”. Il futuro viene visto più come una minaccia che come una promessa».

Eppure, proprio sulla realtà climatica, da parte dei ragazzi c’è anche tanta ignoranza. Da un sondaggio svolto dal Circolo Laudato si’ Niguarda-Zara di Milano – nato in ambito parrocchiale per diffondere il messaggio dell’enciclica – è emersa tanta disinformazione sul tema del cambiamento climatico da parte dei ragazzi delle superiori, molti dei quali addirittura non conoscono il movimento internazionale studentesco «Friday for Future». Come possono convivere un’ansia esagerata e una tale disinformazione? «Forse sono due facce della stessa medaglia – ipotizza Travaini -. La psicologia ci insegna che quando qualcosa ci turba in una maniera più grande di noi, tendiamo a dare come un colpo di spugna, a non pensare più a quel problema. Ecco che abbiamo da una parte giovani che mettono la testa sotto la sabbia e, di contro, altri che, presi dall’ansia, si fanno carico del problema, impegnandosi in prima persona».

Anche riguardo al primo elefante, cioè la mancanza di senso, assistiamo a casi di ragazzi smarriti e, di contro, a sciami sempre più numerosi di giovani in cerca di qualcosa di più. Come quelli che quest’anno hanno bussato alle porte degli oratori estivi chiedendo di impegnarsi. Un vero boom dopo gli anni del Covid, secondo la Fom. In che modo l’oratorio parla ancora al bisogno di senso dei ragazzi? «In una società dove il volontariato giovanile è in calo, l’oratorio resta uno dei pochi luoghi dove si può sperimentare il servizio gratuito. In una dimensione totalizzante, perché poi, soprattutto durante l’oratorio estivo, ci si ferma oltre la fine dei giochi per stare insieme e programmare la giornata successiva. Forse è questa la cosa più importante: l’oratorio dà ai nostri adolescenti la possibilità di progettare qualcosa. Sta a noi adulti fidarci di loro, accettando anche i loro errori. È importante che l’oratorio dia fiducia soprattutto in quei ragazzi apparentemente più difficili da gestire. Dobbiamo saper ascoltare il grido di aiuto che si nasconde dietro la loro aggressività e maleducazione».