Papa Francesco ha approvato il decreto che porterà alla canonizzazione del giovane Carlo Acutis. Un grande segno di speranza e di gioia per i tanti ragazzi che frequentano gli oratori e le parrocchie ambrosiane, proprio come Carlo. Abbiamo chiesto un commento a caldo a don Stefano Guidi, direttore della Fom (Fondazione oratori milanesi): «La notizia della canonizzazione di Carlo Acutis ci riempie di gioia e di entusiasmo. Tra l’altro arriva ormai alla vigilia dell’oratorio estivo “ViaVai”, in cui decine di migliaia di adolescenti indosseranno la maglietta dell’animatore e – proprio come Carlo – faranno la differenza nel proprio oratorio e soprattutto nella vita di tanti ragazzi».
«La forza di una figura di santità – prosegue don Guidi – è infatti quella di interpretare il proprio tempo, di portare nel proprio tempo l’esperienza del Vangelo. Carlo ha fatto entrare il Vangelo nella sua vita di ragazzo, mettendosi a servizio degli altri nei diversi ambiti della sua quotidianità: in famiglia, a scuola e in parrocchia, dove, come quindicenne, aveva iniziato ad assumersi qualche compito, come quello di aiuto catechista».
Secondo don Guidi, bisogna scongiurare il pericolo di considerare la santità come legata all’eccezionalità. Invece la grande devozione nei confronti della figura di Acutis ci dice proprio il contrario: «La vita di Carlo è la vita di un ragazzo semplice, di un normale adolescente degli anni ’90. È un santo vicino a questa generazione di giovani, con i quali condivide una stagione culturale, l’epoca di Internet. Nella sua esperienza di crescita ci sono molti tratti in cui i ragazzi di oggi si possono ritrovare, diversamente con quanto magari accade per altri santi giovani, ma vissuti in un tempo storico culturale sociale completamente diverso».
Per questo la notizia che Acutis diventerà santo può rischiarare un momento difficile, come quello che tanti ragazzi stanno vivendo del post-pandemia: «Io credo che la vita di Carlo Acutis sia un segno dei nostri tempi: un tempo in cui tanti adolescenti e giovani crescono senza punti di riferimento. Carlo è una luce, una bussola, un esempio credibile per i ragazzi di oggi. È uno di loro, ma ha trovato nell’amicizia di Gesù la possibilità di essere pienamente sé stesso, senza paura».
Ed è proprio una luce che, sulla tomba di Acutis ad Assisi, testimonia il legame spirituale tra il futuro santo e la sua diocesi: «Nel 2023 gli oratori ambrosiani hanno posto una lampada accanto all’urna che contiene il corpo di Carlo. La “lampada degli oratori” è il simbolo di un’unione nella preghiera: Carlo prega per i ragazzi degli oratori e i ragazzi degli oratori pregano Carlo».