Nell’esercizio del suo episcopato l’attenzione ai sacerdoti rappresenta una priorità per monsignor Mario Delpini. Un’importante occasione di incontro e condivisione vocazionale è la due-giorni dedicata ai presbiteri di età compresa tra i 68 e i 75 anni, in programma giovedì 12 e venerdì 13 aprile al Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso.
“Età della vita e stagioni del ministero” è il tema dell’iniziativa proposta dalla Formazione permanente del clero «per aiutare i preti in una stagione delicata della vita in cui ci si affaccia al futuro nel ministero, ma con responsabilità meno onerose», come spiega don Tarcisio Bove, incaricato arcivescovile per i preti anziani e malati.
I 68 anni corrispondono infatti all’età della pensione del Fondo del clero, mentre a 75 si rassegnano le dimissioni dagli impegni più gravosi, come quello di parroco. «È una fascia d’età in cui si avverte il bisogno di interpellarsi sul proprio presente in vista del futuro – tiene a precisare don Bove – per non ignorarlo e affrontarlo con la consapevolezza dei propri limiti, spesso legati ai problemi di salute».
In questi due giorni i sacerdoti anziani avranno la possibilità di rileggere la propria vita e il proprio ministero, magari fornendo all’Arcivescovo qualche indicazione importante per la propria destinazione futura, compatibilmente con le esigenze della Diocesi.
Ci saranno momenti di riflessione spirituale, a partire da quello introduttivo del cardinale Renato Corti, i lavori di gruppo e gli scambi di opinione come quello sul tema “Oggi e domani di me sacerdote: interrogativi, previsioni e progetti”. La prima giornata si concluderà con le testimonianze di tre presbiteri che hanno varcato la soglia dei 75 anni (monsignor Roberto Busti, monsignor Paolo Masperi e don Sergio Terribile), che potranno così raccontare il loro vissuto interiore e la loro esperienza spirituale. Infine venerdì don Enrico Parolari affronterà gli aspetti psicologici legati a questa stagione della vita.
«Solitamente per i preti anziani due possono essere le polarità del timore del futuro – racconta don Tarcisio -: il non volerci pensare per tempo o l’ansia per il domani, anche se da una lettura sociologica, a cura dell’Università Cattolica di qualche anno fa, è risultato che la valutazione dell’età matura e delle obiettive condizioni di salute di un presbitero sono superate da una spinta ideale di progettualità per il proprio futuro, dettata dalla grazia del sacramento e dal “per sempre” del ministero».