Era il 1987 quando l’Arcivescovo Carlo Maria Martini affidava alla Diocesi il programma pastorale dal titolo Dio educa il suo popolo. Al n.10 (“Rotture e salti di qualità”) afferma che «sarebbe erroneo concepire il cammino educativo come un semplice processo evolutivo, che va dal meno bene al bene, dal bene al meglio, in una tranquilla successione di passaggi sempre più esigenti. In realtà esistono nell’itinerario pedagogico cristiano dei momenti caratteristici di rottura, senza i quali non si può neppure parlare di “educazione cristiana”, ma di semplice principio evolutivo naturale. Il momento fondamentale della rottura, che caratterizza il cammino formativo cristiano, è chiamato la “conversione”: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al Vangelo” (Marco 1, 15). Questa parola di Gesù è decisiva per tutto il processo educativo: non c’è semplicemente una partenza da zero; c’è un momento di rottura col passato, una svolta completa. Senza di esso, l’educazione cristiana non raggiungerebbe la sua verità. Tale momento di rottura viene ripreso in momenti successivi, che allora meglio si caratterizzano come “salti di qualità”. L’uomo ricco che si presenta a Gesù (Marco 10, 17-22), aveva già compiuto un cammino di osservanza della legge. Gesù gli chiede un salto: Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri. Questo passaggio è decisivo. Gesù non lo risparmia, non lo ribassa, ha il coraggio di proporlo con fermezza, anche di fronte al rischio di un rifiuto. La «vocazione», in particolare quella di speciale dedicazione (al sacerdozio, alla vita religiosa, alla consacrazione secolare…) ha la caratteristica di un coraggioso «salto di qualità». Ciò vuol dire che l’itinerario cristiano non è un semplice cammino in ascesa. Vi sono momenti in cui occorre decidersi per un salto qualitativo».
Da quel programma prese vita la proposta di un itinerario di ricerca vocazionale in quattro sabati di Quaresima e che ora continua a essere offerta dal Servizio Giovani di Pastorale giovanile, in collaborazione con il Seminario Arcivescovile e le Ausiliarie diocesane, ai giovani dai 18 ai 30 anni che coltivano un forte interrogativo su una possibile vocazione al sacerdozio o alla consacrazione nella verginità per il Regno.
Nel primo incontro la proposta accompagna a considerare le condizioni di partenza e le disposizioni necessarie per la verifica vocazionale. Successivamente l’attenzione si posa sull’iniziativa gratuita di Gesù che rivolge l’invito a seguirLo e a fidarsi di Lui.
Il terzo incontro chiede a chi partecipa di confrontarsi con la serietà della sequela di Cristo e con la personale disponibilità a operare scelte libere per Lui: è il tempo di lasciarsi interpellare dalle esigenze dei consigli evangelici: castità, povertà e obbedienza. L’incontro finale è dedicato ad approfondire la figura del presbitero diocesano e del/la religioso/a, con l’offerta di spunti e domande per la verifica personale.
Le meditazioni sono seguite dal silenzio e dalla preghiera di Adorazione eucaristica per stare davanti al Signore e lasciarsi plasmare dalla sua Parola. Al termine del pomeriggio, perché l’esperienza personale sia di aiuto per gli altri, sono previsti gruppi di confronto e di dialogo. Gli incontri sono conclusi dalla celebrazione comunitaria del Vespero.
I giovani che partecipano all’iniziativa sono invitati a riprendere i contenuti degli incontri con i loro accompagnatori spirituali.