Verrà inaugurato venerdì 27 ottobre alle 18, nella sede di via Airaghi 13, l’Emporio della Solidarietà di Settimo Milanese. Alla presentazione pubblica del progetto e al taglio del nastro (vedi qui la locandina) parteciperanno, con Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, la sindaca Sara Santagostino, il vicario episcopale di zona, monsignor Luca Raimondi, il presidente della Cooperativa di abitanti, Luca Viganò, altre autorità civili e religiose.
L’Emporio di Settimo Milanese (realizzato anche grazie al contributo del Comune) è il 17° aperto da Caritas nella diocesi ambrosiana; a essi si aggiungono 13 Botteghe della Solidarietà. Il servizio reso da queste 30 strutture fa leva sul coinvolgimento di un robusto volontariato; nel caso di Settimo, un nucleo di volontari esiste già, ma c’è spazio per il contributo di altri cittadini.
Come funzionerà
Il meccanismo di accesso, anche a Settimo, sarà quello classico previsto per Empori e Botteghe: selezione dei beneficiari da parte dei centri d’ascolto Caritas e dei servizi sociali territoriali, assegnazione di una tessera a punti, accesso alla spesa per un periodo di tempo determinato (e funzionale al miglioramento delle condizioni di vita e alla riconquista dell’autonomia, da parte di individui e famiglie).
Nei primi sei mesi del 2023, Empori e Botteghe della Solidarietà promossi da Caritas Ambrosiana hanno ricevuto e ospitato 16.416 beneficiari, numero di fatto identico a quello registrato nella prima metà del 2022 (e notevolmente aumentato rispetto agli anni pandemici e pre-pandemici, anche grazie all’espansione della rete dei punti di distribuzione solidali). Le persone ammesse alla spesa appartengo a 5.177 nuclei famigliari.
I beni erogati – alimentari, per l’igiene personale e della casa – sono in parte ricavati da raccolte locali, in parte da aiuti resi disponibili dalle istituzioni europee e nazionali, in parte acquistati da Caritas, in parte recuperati dalla grande distribuzione.
Dall’assistenza all’autonomia
«Negli Empori – sintetizza Gualzetti – cerchiamo di far evolvere l’aiuto alimentare da un modello assistenziale a uno che valorizzi dignità e autonomia del beneficiario. Ce n’è bisogno, in una fase storica in cui la povertà alimentare rimane intensa anche a causa dell’inflazione e della conseguente impennata dei prezzi. Gli Empori sono strumento di sostegno diretto e, indirettamente, di prevenzione dell’indebitamento. Ma anch’essi devono fare fronte a sfide rilevanti. Caritas fa tutto il possibile per salvaguardare la capacità di intervento di Empori e Botteghe, ma ha bisogno della generosità di comunità e cittadini».