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Percorsi ecclesiali

Un nuovo Giubileo

Sirio 23 - 31 dicembre 2024
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Riti

A Roma aprono le cinque Porte sante

Il 24 dicembre in San Pietro, il 26 dicembre nel carcere di Rebibbia, il 29 dicembre in San Giovanni in Laterano, il 1° gennaio in Santa Maria Maggiore e il 5 gennaio in San Paolo fuori le Mura

di Massimo PAVANELLO Delegato diocesano Giubileo

23 Dicembre 2024
La Porta Santa di San Giovanni in Laterano

Quello del 2025 è un Giubileo ordinario. Solo a Roma, quindi, si apriranno le Porte sante. Proprio in queste settimane, in date successive, si stanno smurando.

L’apertura delle cinque Porte sante

Due quelle spalancate dallo stesso pontefice: il 24 dicembre 2024 in San Pietro e il 26 dicembre nel carcere di Rebibbia. I rispettivi Arcipreti compiranno il rito, invece, il 29 dicembre 2024 in  San Giovanni in Laterano; il 1° gennaio 2025 in Santa Maria Maggiore; il 5 gennaio in San Paolo fuori le Mura (vedi qui).

La fotografia iconica dell’appuntamento venticinquennale, ha un significato preciso: la Porta giubilare è Cristo stesso che introduce nella Città celeste, che perdona le colpe e rimette le pene. Nel cristianesimo non esiste un luogo sacro, ma un tempo sacro (Anno santo).

La Porta, quindi, non trova ragione in se stessa. Chi la oltrepassa non ne ha un beneficio spirituale automatico. Serve il riconoscimento del Salvatore.

Il dono dell’indulgenza giubilare

Essa, infatti, è legata al perdono giubilare, conosciuto come «indulgenza». Il cui significato è ben delineato da don Giuseppe Como, Vicario episcopale per l’educazione e la celebrazione della Fede della diocesi di Milano.

L’indulgenza, spiega il teologo, «avviene, attraverso i meriti di Cristo e di tutti i giusti, che è il c.d. thesaurus ecclesiae, cui la Chiesa attinge applicandolo a vantaggio di tutti i fedeli, vivi e defunti, che sono in stato di purificazione. Si tratta, in definitiva, di una oggettiva solidarietà nella carità che unisce tutti i membri della Chiesa: l’istituto delle indulgenze, insomma, ci ricorda che come c’è una solidarietà di tutti nel peccato, “perché tutti hanno peccato” (Rm 5,12), così c’è una solidarietà di tutti nella carità, “dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia” (Rm 5,20)».

Una socializzazione della fede, che don Como argomenta in questi termini: «L’istituto delle indulgenze esprime dunque la coscienza che il cammino penitenziale è sempre un cammino totalmente ecclesiale: la rigenerazione del peccatore e la purificazione dei nostri cari defunti si compiono accogliendo i frutti della santità di Cristo e di tutti i suoi amici che vivono con lui nella gloria». È la comunione dei santi.

La Porta santa, quindi, introduce ad una sala dove è imbandito il Banchetto di nozze dell’Agnello. Non è l’esito di un percorso di escape room.

I necessari segni di speranza

Anche se non si devono dimenticare le peripezie che gli uomini fanno quotidianamente per vivere. Papa Francesco, a tal proposito, condivide un sogno per il Giubileo. Lo fa chiedendo di porre segni di speranza là dove non ci sono, impegnandosi a far tacere le armi, abolire la pena di morte, far crescere la natalità, condonare i debiti per i poveri, far rispettare il creato, accogliere gli immigrati, creare un fondo per ridurre e abolire la fame. Nella Bolla di indizione per l’Anno santo, la parola «speranza» ricorre 96 volte. Una speranza figlia della pazienza.

Attirerò tutti a me: la Pasqua comune

La Storia della salvezza si presenta come un continuum, non è un sacchetto di coriandoli. Anche i fatti della cronaca possono essere cuciti così. Il papa lo fa. Legando tra loro, ad esempio, l’Anno Santo del 2025 con il Giubileo della misericordia (2015-16) e con quello del 2033, quando ricorreranno i duemila anni della redenzione (33-2033). Oppure leggendo come disegno dello Spirito il coincidere dell’Anno Santo con i 1700 anni del Concilio di Nicea, celebrato dalla Chiesa indivisa: la Pasqua del prossimo anno cadrà nella medesima data (20 aprile) per il calendario dei cristiani di tutte le denominazioni (e pure per quello ebraico).

Le ante di ogni Porta santa raccontano, in ideali formelle, proprio questa Storia.