«Noi siamo i tre Re / venuti dall’Oriente / ad adorar Gesù». La sera della vigilia dell’Epifania, a Premana – piccolo paese all’incrocio fra la Valsassina e la Valvarrone, a 40 chilometri da Lecco – torneranno a risuonare le note struggenti della Cantata per i personaggi rappresentanti li tre Re Maggi: un’aria popolare composta nel Settecento da don Giuseppe Maria Isotta e diventata uno dei “canti della Stella” più noti del Belpaese.
Ancora una volta, come da tempo immemorabile, per le vie della “capitale italiana delle forbici” (a Premana, su un totale di 2.200 abitanti, sono attive un centinaio di aziende produttrici di articoli da taglio, quasi tutte a carattere familiare) sfileranno i Re Magi in sella ai cavalli, avvolti nei costumi tradizionali e truccati come si conviene. Secondo un’antica e consolidata usanza, di anno in anno sono tre giovani, scelti fra i coscritti di leva, a vestire i panni dei saggi di Oriente (Melchiorre, Baldassarre e Gaspare); a essi spetta il compito di intonare il canto e guidare il corteo che, a passo d’uomo, mescolando paesani e turisti, si muove per le strette vie del paese, dietro la stella cometa illuminata e issata su un’asta di legno. Partendo dal Museo etnografico (un gioiellino di cui Premana va legittimamente fiera), il percorso si snoda toccando la scuola materna, la Casa “Madonna della Neve” che ospita alcuni anziani del paese, il centro storico con le sue caratteristiche viuzze, il municipio, la chiesa dell’Immacolata, la casa parrocchiale, per poi arrivare nella piazza della chiesa. Là è allestita la capanna e il Presepe vivente e là i Magi si inginocchiano, consegnando i doni al Bambino Gesù.
Il canto dei “Tre Re” non è patrimonio esclusivo di Premana (è attestato, infatti, anche in altre località alpine), ma forse in nessun altro luogo come qui impressiona la coralità della risposta popolare e la passione per il bel canto, uno dei segni distintivi di Premana: un paese dove fortissimo rimane il tessuto associativo, un paese ancora molto geloso delle sue tradizioni, tant’è che ancora oggi, in occasione dei matrimoni, capita che venga rispolverato l’antico abito femminile da cerimonia.
Come tante tradizioni religiose che, col tempo, si sono via via colorate di folclore, anche nel caso dei “Tre Re” di Premana il sacro e il profano, la devozione e il vin brulé convivono lungo il tortuoso cammino dei Magi per le stradine del paese. Ma rimane intatta la magia di un’antica aria natalizia che, nella sua semplicità, ben esprime i sentimenti con i quali il popolo dei credenti vive la chiusura del tempo natalizio: «Or noi ce n’andiam / ai nostri paesi / da cui venuti siam. / Ma qui ci resta il cuore / in mano al Signore / in mano a Maria / e al Bambinel Gesù».