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Sirio 01 - 10 novembre 2024
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Pentecoste

Festa delle Genti, la gioia di fare comunità

Domenica 5 giugno, in San Vittore al Corpo a Milano, la Messa dell’Arcivescovo con le comunità dei migranti della diocesi

di Stefania CECCHETTI

30 Maggio 2022

Torna nella domenica di Pentecoste la tradizionale Festa delle Genti, appuntamento che raduna i cristiani cattolici migranti della diocesi. Domenica 5 giugno l’arcivescovo Delpini celebrerà la Messa con le comunità migranti: filippini e latino-americani (i più numerosi), ma anche cinesi, coreani, srilankesi, eritrei, copti, libanesi, albanesi, polacchi; e poi, rumeni e ucraini di rito latino e di rito bizantino e le comunità di francofoni e di anglofoni.

La Messa, concelebrata dai cappellani delle varie comunità, si svolgerà alle 10.30 (con ritrovo alle 10) nella parrocchia di San Vittore al Corpo, nel centro di Milano (vedi qui la locandina). Una scelta non casuale, spiega don Alberto Vitali, responsabile diocesano della Pastorale dei migranti: «La Festa cade durante la visita pastorale alla città, abbiamo pensato che fosse un bel segno celebrare in una chiesa centrale di Milano. San Vittore, poi, era di origini africane, dunque era un migrante anche lui…».

La comunione nel Dna di Milano

La città oggi è multietnica proprio come lo erano le comunità cristiane primitive: «A Pentecoste – spiega don Vitali – si celebra il dono dello Spirito che ha creato la comunità e l’ha resa visibile, mostrando, come diceva spesso il cardinale Martini parlando di “comunità alternativa”, che è possibile essere diversi e vivere legati nella medesima comunione. Una vera e propria profezia per la diocesi di Milano, una città che la comunione ce l’ha nel Dna: una delle etimologie di Mediolanum è infatti “terra di mezzo” e Ambrogio, il nostro patrono, era un immigrato dalla Germania».

Caratteristiche, quelle della comunità cristiana milanese, che l’Arcivescovo ha richiamato quest’anno nella Lettera pastorale, dove invoca una Chiesa unita, libera e lieta (leggi qui): «Di queste tre caratteristiche i migranti incarnano soprattutto la gioia – spiega Vitali -. Non perché siano spensierati – di problemi ne hanno ben più degli altri -, ma nonostante ciò sanno testimoniare che si può essere lieti. La loro gioia nasce dall’incontro con il Signore, ma anche dalla possibilità di fare comunità».

Non a pranzo

Anche se quest’anno non ci saranno limiti alla partecipazione alla Messa, sarà comunque ancora una Festa delle Genti in tono minore, dato che, per prudenza, ci sarà solo la celebrazione e non il successivo momento di festa e condivisione tra comunità: «Nonostante il Covid abbiamo cercato di preservare sempre la celebrazione – spiega don Vitali -: nel 2020 invitando solo alcuni rappresentanti per ciascuna comunità e nel 2021 celebrando in Duomo, con molto spazio a disposizione per il distanziamento. Il pranzo insieme, invece, presenta problemi di sicurezza, dal momento che vi parteciperebbero come minimo un migliaio di persone. Ci sarebbero tante e tali misure da mettere in atto da snaturare il momento di festa».

La Festa delle Genti dell’anno scorso era stata l’occasione per presentare la Consulta diocesana dei migranti (leggi qui), nata per aiutare la diocesi a leggere la presenza dei migranti sul proprio territorio secondo la loro reale distribuzione, molto eterogenea, e secondo i loro modi diversi di vivere la fede e di celebrarla: «La Consulta ha iniziato il suo lavoro – racconta Vitali -. In questa fase si sta ultimando la formazione delle équipe nelle zone pastorali, le quali lavoreranno sul territorio per elaborare un piano pastorale diocesano che dovrà tenere conto delle diversità della diocesi, ma allo stesso tempo avere dei punti di organicità».