Una voce profetica, uno sguardo capace di dire, nel silenzio, più di tante parole, un sorriso che non si dimentica. Suor Ancilla Beretta è stato tutto questo e molto di più. Una guida, una fonte di speranza, un’amica preziosa per tanti, una donna di fede per tutti. E quindi ricordarla nella sua Nocetum è stato un modo per fare memoria grata, ma senza delineare un sorta di immaginetta, bensì rendendo viva e palpitante quella stessa memoria, come se lei – scomparsa il 20 ottobre 2022 a 85 anni, anche se la malattia l’aveva minata già da quasi 10 anni – fosse lì, tra i relatori che si sono alternati nel seminario e il numeroso pubblico.
I videomessaggi dell’Arcivescovo e del Sindaco
Un evento inserito tra gli appuntamenti de “I Workshop della Rigener-Azione” dell’Università Cattolica di Milano, che si è aperto con i videomessaggi dell’Arcivescovo e del sindaco di Milano Beppe Sala, entrambi attenti a sottolineare la radice spirituale – particolarmente esplicitata da monsignor Delpini in riferimento alla chiesetta dei Santi Giacomo e Filippo, interna al Centro e suo vero cuore – di una Milano «del fare – come ha detto Sala – che non dimentica gli ultimi e coloro che sono in difficoltà».
«La sua testimonianza insegna che questa terra, così feconda e generosa, rivela la sua bellezza a chi l’accudisce con attenzione e rispetto. Teniamo vive le radici di questa esperienza profetica», ha concluso monsignor Delpini, mentre il primo cittadino ha aggiunto: «Mi colpisce molto la personalità di suor Ancilla, bell’esempio di spirito pragmatico e solidale, e dialogo fra le culture», ricordando la sua conoscenza personale con la religiosa, prima suora Domenicana, poi impegnata nel mondo carismatico con il Rinnovamento nello Spirito e, dal 1986, consacrata nell’Ordo Virginum dal cardinale Carlo Maria Martini.
Non periferie, ma quartieri della città
Marisa Musaio, docente di Pedagogia generale e sociale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e che ha coinvolto l’esperienza di Nocetum nel progetto «Patrimonio culturale e comunità educanti. Formare competenze e professionalità per un nuovo benessere urbano», ha riflettuto proprio sul concetto di periferia, «non più adeguato ormai al presente», perché la distanza dal centro cittadino non può essere un discrimine e perché «la nuova dimensione della città rifiorisce da luoghi come Nocetum, dove c’è impegno. La riqualificazione urbana non può che essere, sempre, anche una riqualificazione sociale»
Moira Scimmi, del Coordinamento Teologhe Italiane ed essa stessa consacrata dell’Ordo Virginum, ha poi delineato con alcune parole-chiave (diventate anche immagini mimate) la parabola umana e spirituale di suor Ancilla: «Una vita guidata dallo Spirito Santo, rappresentabile nelle sue forme di acqua, terra e fuoco. Per Ancilla l’aria è sì respiro, ma anche preghiera, Parola. L’acqua, che è vita, è l’aiuto che offriva ai poveri e alle mamme in difficoltà». Quindi il fuoco, la parresìa, quel dire e seguire la Verità che infiammava il suo cuore. E ancora, la notte, tempo in cui l’invisibile diventa visibile e la preghiera si fa luce: «Non a caso Nocetum sta sul confine fra le luci della città e il buio della campagna. La sentinella abita il luogo più vulnerabile della città, è custode delle relazioni di cura, non di distruzione».
La “profezia” di suor Ancilla
Sulla dimensione profetica della fondatrice – insieme a Gloria Mari, oggi presidente del Centro e legatissima alla consorella, conosciuta nel 1988 – si è soffermato il Vicario generale, monsignor Franco Agnesi. I profeti, quegli uomini e quelle donne che sanno guardare in altro, con i piedi ben piantati per terra, capaci di leggere la storia e di essere, appunto, preveggenti: «I profeti sono persone intelligenti e originali legate alla vita, alla storia; gente che si prende cura e fa proprio il destino comune, che ha il coraggio di intuire e aprire strade nuove, che grida a Dio quando vede che l’umanità si perde». Come è accaduto a suor Beretta che, con anticipo, mise a tema i grandi temi del rispetto del Creato, dell’accoglienza, della sostenibilità, correlandoli tra loro, anni prima dell’Enciclica di papa Francesco, Laudato Si’ e, più recentemente, dell’Esortazione Laudate Deum. Tanti ambiti, «come altrettante tessere di un mosaico, bellissime e colorate che lo divengono ancora di più nell’insieme», spiega monsignor Agnesi, richiamando il Sinodo Chiesa dalle Genti e il Sinodo, come luoghi di ascolto, arricchimento reciproco, in cui «si passa dal pur importante fare “per” al fare “con”».
L’architetto Alberico Barbiano di Belgiojoso, proponendo un intervento tecnico su concetti legati all’urbanizzazione, ai restauri del Centro e della chiesetta, e sulla sua collaborazione con Nocetum, ha annunciato come il progetto di tumulazione delle ceneri di suor Ancilla nella chiesetta dei Santi Filippo e Giacomo sia ormai in dirittura di arrivo. Accanto a lui, Diana De Marchi, presidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili del Comune di Milano con delega al Lavoro e Politiche sociali della Città Metropolitana, ha evidenziato l’importanza di fare rete e creare «relazioni», come intende fare l’Amministrazione comunale, con il Piano di Governo del Territorio.
Non è mancato, infine, un appassionato riferimento alla possibilità di compiere “Il Cammino dei Monaci” (il prossimo sarà sabato 11 maggio). «Non andate alle Maldive, guardate la bellezza che abbiamo intorno, ha scherzato Flavio Boscacci del Politecnico di Milano.
Vivere il monachesimo nella città
«Ancilla mi ha sempre insegnato che non si può parlare di futuro senza conoscere e interpretare il passato. E così oggi il ricordo diventa occasione per prendere spunti per il nuovo. Ci resta, quindi, l’eredità di chi ha saputo leggere i segni dei tempi e ha agito di conseguenza, come esempio di rinascita: “Per questo è nata Nocetum, che cerca di prendersi cura dell’uomo nella sua integrità, cioè della sua anima, del suo corpo e dell’ambiente in cui vive, riconoscendolo come opera meravigliosa e unica del Creatore”, scriveva suor Ancilla nel 2007», ha fatto memoria Gloria Mari. Insomma, «vivere un “Monachesimo nella città” che trova le sue radici a Gerusalemme, la città santa, dove ha inizio la Chiesa con la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste. Dio chiama ancora oggi uomini e donne a vivere una nuova forma di monachesimo nei deserti delle grandi città in mezzo al mondo», per usare ancora una magnifica espressione di suor Beretta.
A fine mattinata, tutti insieme nella tensostruttura dove, circondati dalla bellezza dei campi e degli alberi rigogliosi del Parco Sud, nato nel 1990, uno dei più grandi parchi agricoli europei, il rinfresco preparato dalla cucina solidale del Centro Nocetum e l’accompagnamento musicale jazz del Bolla Trio, hanno suggellato al meglio il seminario.