Le evoluzioni e il progresso che hanno interessato il sistema dei trasporti nel corso degli ultimi decenni ha imposto anche all’Unitalsi Lombardia di adeguarsi ai cambiamenti, per essere in linea con le trasformazioni in atto.
Forse attratti dai racconti del personale che ne ha potuto apprezzare il fascino, o semplicemente per la voglia di sperimentare di persona, da diverso tempo ci sentiamo chiedere di ripristinare il tradizionale pellegrinaggio in treno. Quale occasione migliore, allora, del Pellegrinaggio Nazionale in programma dal 24 al 30 settembre? La nostra sezione Lombarda organizza un treno in comunione con la sezione Piemontese. Avremo a disposizione 228 posti su un convoglio che partirà dalla stazione di Milano San Cristoforo, dove ammalati, pellegrini, volontari, medici e sacerdoti potranno apprezzare i comforts con cui le Ferrovie dello Stato hanno dotato i nuovi treni. Partito da Milano, il treno effettuerà una sosta alla stazione di Torino Porta Nuova, per consentire di caricare gli amici della sezione Piemontese, per poi ripartire alla volta di Modane e Lione in direzione Lourdes; un percorso diverso da quello tradizionalmente seguito da Milano, che costeggiava il Mar Ligure e la Costa Azzurra. Con questo nuovo percorso, dai finestrini potremo apprezzare la bellezza delle Alpi della Savoia e del dipartimento francese di Alvernia-Rodano-Alpi; questo pellegrinaggio in condivisione con la sezione piemontese, ci darà anche la possibilità di condividere lo spirito unitalsiano, che deve caratterizzare tutte le persone che lo hanno fatto proprio, entrando nell’associazione e aderendo ai suoi principi costitutivi, e di conoscere nuovi amici piemontesi (per maggiori informazioni: Unitalsi, via Labus 15 Milano; tel. 338.9856425; segreteria@unitalsilombarda.it).
Uno sguardo alle origini
I nostri pellegrinaggi nascono 120 anni fa, mediante trasporto ferroviario con partenza da Milano, dalla stazione di Porta Vittoria. Parliamo di pellegrinaggi che permettevano di raggiungere Lourdes dopo un lungo viaggio, della durata di circa 40 ore. Quando il convoglio giungeva nella stazione di Ventimiglia, in testa dopo la vettura “attrezzata”, veniva agganciata una macchina a vapore, allo scopo di garantire continuità di riscaldamento al treno in territorio francese. Molti ricorderanno, negli anni Sessanta/Settanta, le vetture cosiddette “100 porte”, che all’esterno degli accessi agli scomparti recavano l’immagine di una Croce Rossa: si trattava di vetture che già possedevano lunga vita, essendo state impiegate durante l’ultima guerra per il trasporto di militari feriti e ammalati.
L’evoluzione negli anni
Tra il 1975 e il 1980 poter disporre di una vettura attrezzata costituiva davvero una rarità lussuosa. Ma è proprio verso la fine degli anni Ottanta – durante la presidenza dell’avvocato Maurizio Scelli e grazie alle sue sensibilità e competenze in campo umanitario – vennero allestite a Trento le prime due moderne vetture attrezzate, con le caratteristiche che conosciamo per averle utilizzate negli ultimi anni. Nel contempo vennero resi più confortevoli anche gli scomparti riservati a personale e pellegrini, passati da 8 a 6 posti, con la possibilità di reclinare i sedili, rendendo meno duro il viaggio, particolarmente nel periodo notturno e permettendo di allungare le gambe facendole riposare. Anche il tempo di percorrenza si ridusse notevolmente, consentendo di raggiungere Lourdes mediamente in 18/24 ore.
Anche le stazioni di partenza cambiarono, e dopo Porta Vittoria ci si trasferì allo scalo ferroviario di Porta Romana, dove era a disposizione anche un ampio capannone per deposito merci. Qui corre l’obbligo di dedicare una menzione particolare ai nostri gloriosi furgonieri, che nel corso degli anni si dedicarono in modo ammirevole all’allestimento e allo smontaggio dei treni diretti a Lourdes o Loreto.
Le trasformazioni urbanistiche e dei pubblici trasporti che negli anni successivi hanno interessato Milano, particolarmente nelle zone Vittoria – Romana, hanno imposto ulteriori spostamenti, dapprima a Sesto San Giovanni e poi ultimamente a Milano San Cristoforo.
I viaggi in treno costituiscono un ricordo indelebile per chi ha avuto la fortuna di viverli, nonostante i più abbiano ormai qualche capello grigio o addirittura bianco, e lo si intuisce dai loro racconti. Dopo l’accoglienza a inizio pellegrinaggio, lungo il tragitto, si procedeva con la recita di più Rosari e con una Messa, pratiche di pietà guidate da tutti i sacerdoti in viaggio. Particolarmente commoventi erano le Messe celebrate direttamente nella vettura attrezzata, in comunione di spirito con i malati, ma anche con tutti gli altri pellegrini, raggiunti negli scomparti grazie a un sistema di audiodiffusione.
Il passaggio all’aereo e al pullman
Negli anni Unitalsi ha sempre guardato con attenzione all’evoluzione del sistema dei trasporti, adeguandovisi, e ciò ha permesso di iniziare a usufruire anche del trasporto aereo: oggi è possibile partire dai principali aeroporti lombardi con voli della compagnia aerea MaltaMedAir. diretti a Tarbes, rendendo quindi Lourdes raggiungibile in un paio d’ore.
Dal 2016, dopo aver constatato che il viaggio in treno diventava spesso faticoso, a causa di imprevisti che ne prolungavano la durata, si è optato per l’introduzione del viaggio in pullman, con la possibilità di giungere a Lourdes dopo un viaggio, comprese le soste, di circa 12/13 ore. Si utilizza una moderna flotta di pullman granturismo, ai quali si affiancano veicoli dotati di pedana con elevatore mobile: veri e propri veicoli attrezzati, dotati di barelle e poltrone vip per consentire il carico di viaggiatori disabili che, se lo desiderano, possono viaggiare semisdraiati.
Un invito
In conclusione, sento di rivolgere l’invito a vivere, o a rivivere per chi l’ha già sperimentata, la bellezza e il fascino del pellegrinaggio delle origini: quello in treno. Treni bianchi che viaggiano contro la luce nel tramonto, con il carico di sogni, con il desiderio di ritornare a casa con i buoni propositi, maturati nelle promesse formulate nel silenzio e nel discernimento ai piedi dell’Immacolata nella Grotta benedetta di Massabielle. È difficile spiegare e descrivere i sentimenti, le speranze e le attese che ci hanno portati lì: ma la certezza che portiamo nel cuore, tornando, è che mai nessuno torna a casa uguale a come era prima di partire.