Un evento di condivisione e di grazia. È quello che un centinaio tra sacerdoti e diaconi anziani e malati, non pochi in carrozzina, provenienti da tutte le diocesi lombarde hanno vissuto nel Santuario lombardo di Caravaggio con i loro vescovi riuniti per la consueta sessione autunnale della Cel presso il contiguo Centro di Spiritualità.
Una giornata che si ripete per la nona edizione, come sempre promossa dall’Unitalsi Lombardia che, come sottolinea il suo presidente Luciano Pivetti, «è un momento privilegiato di ringraziamento per l’opera di tanti sacerdoti e diaconi permanenti che, anche nell’infermità e nell’anzianità, sanno essere un’attiva e orante presenza per la Chiesa».
Nata dall’idea del giornalista Vittore De Carli, allora presidente di Unitalsi Lombarda, e dell’allora vicario episcopale Mario Delpini, anche nell’edizione 2023 l’iniziativa è stata riproposta nei suoi momenti fondamentali: l’accoglienza al Centro di Spiritualità, la processione al Santuario recitando il Rosario, la Messa. Quest’anno a presiedere la celebrazione eucaristica è stato il neovescovo ausiliare di Roma e nuovo Rettore del Pontificio Seminario Romano, monsignor Michele di Tolve. Accanto a lui, una ventina di Vescovi tra cui il metropolita della regione ecclesiastica, monsignor Mario Delpini, e il cardinale Oscar Cantoni.
Il saluto dell’Arcivescovo
Da tre parole – con la prima che è «benvenuti» – si avvia il saluto che proprio Delpini rivolge ai concelebranti (tra cui il decano dei vescovi lombardi, monsignor Angelo Mascheroni, e il «più giovane», monsignor Di Tolve ordinato il 2 settembre scorso -, ai sacerdoti e diaconi, ai pellegrini che gremiscono la basilica e alla ottantina di volontari unitalsiani presenti: «Ci sentiamo uniti nell’Episcopato che è un unico ordine», spiega l’Arcivescovo, che sottolinea il «grazie per l’Unitalsi per il lavoro importante che svolge, facendosi carico con tanta generosità e competenza di un incontro speciale». Infine, la terza parola: «preghiamo» per la pace, per le famiglie, per le vocazioni e anche per il Sinodo della Chiesa universale che si avvierà tra poco come cammino di responsabilità per la missione».
Di Tolve: «Siete testimoni di una fede radicata»
Al Vangelo di Matteo 9 , con il «Seguimi» rivolto dal Signore al pubblicano, si ispira l’omelia di monsignor Di Tolve che, anzitutto, ringrazia per la Giornata regionale dei sacerdoti anziani e ammalati e legge il messaggio consegnatogli dal Papa: «Saluto i preti anziani – scrive il Santo Padre -. Cari fratelli vi sono vicino, grazie per la vostra testimonianza, prego per voi e voi fatelo per me».
«Uniti a lui e tutti insieme celebriamo quest’Eucaristia come momento di grazia», scandisce Di Tolve, evidenziando «il servizio di testimonianza di fede e di preghiera offerto dai presbiteri presenti» e ringraziando ancora i vescovi di Lombardia che hanno preso parte alla sua ordinazione avvenuta in Duomo. Non manca la sottolineatura del legame stretto con Caravaggio, anche perché la sua nomina episcopale venne resa pubblica il 26 maggio scorso, festa del Santuario.
Come si vede nella famosa opera del Caravaggio «dove la luce del Signore illumina il volto di Matteo e il dito di Cristo si rivolge al pubblicano non per un rimprovero, ma per dire voglio proprio te», osserva il presule, tornando alla pagina di Vangelo appena proclamata, «anche ciascuno di noi ha vissuto questo momento incancellabile dell’incontro con Gesù, un incontro che si rinnova ogni giorno. La nostra esistenza è data a Gesù e alla Chiesa che ci indica la strada sempre nuova da percorrere. Voi siete i testimoni di quello che il Signore compie nella storia: consapevoli della fede radicata come suo dono, avete vissuto momenti entusiasmanti e tristi come la rinascita della vita e della Chiesa dopo la seconda guerra mondiale e siete testimoni della deriva della dignità umana di oggi trattata come scarto quando è messa ai margini. In questo particolare momento ci ricordate il valore dell’unità in un solo corpo che è la Chiesa, il valore della comunione con papa Francesco, della corresponsabilità. Ognuno con la propria vocazione è chiamato a edificare il corpo di Cristo e non a prendersi un pezzo per sé, senza diventarne padroni. Aiutateci, aiutiamoci a raggiungere la pienezza di Cristo, vero compimento della persona umana. Invochiamo la custodia materna di Maria specie per i più piccoli, per i più poveri e per chi è chiamato a discernere la volontà del Signore. Insieme possiamo edificare il corpo di Cristo, la Chiesa, la sua sposa che, per prima, ci ha insegnato a servire e ad amare».
Poi, la preghiera nel Sacro Speco, come tradizione, con l’affidamento a Maria e il momento conviviale, con il pranzo consumato insieme.