Torna anche quest’anno «24 ore per il Signore», un’iniziativa voluta da papa Francesco e che pone al centro la misericordia di Dio e il sacramento della riconciliazione. Tra il 13 e il 14 marzo tutta la Chiesa è invitata a dedicare 24 ore non-stop di preghiera, celebrazioni e confessioni in un tempo tanto significativo come quello della Quaresima. Anche la Diocesi di Milano si è organizzata per vivere al meglio questo evento di fede.
«È un appuntamento atteso, accolto anche dai sacerdoti con molto favore – assicura monsignor Carlo Faccendini, Vicario episcopale di Milano città -. Tanti parroci mi hanno chiesto di poterlo proporre nelle loro parrocchie, pur sapendo che c’è comunque un appuntamento cittadino nella Basilica di Sant’Eustorgio. Questo vuol dire che il Papa ha davvero colto nel segno quando ha proposto “24 ore per il Signore”, un’occasione grande di conversione e di rinnovamento che si inserisce nel cammino quaresimale».
Per l’evento a Sant’Eustorgio come vi siete organizzati?
Nel pomeriggio del 13 marzo ci sarà la Via Crucis, i Vespri e, la sera alle 21, ancora la Via Crucis e una celebrazione penitenziale con la possibilità di confessioni a oltranza, anche nel cuore della notte. Per questo abbiamo chiesto ai preti della città che accompagnano gruppi di giovani di rendersi disponibili. Vorremmo offrire questa possibilità perché crediamo che ognuno comprende la misericordia di Dio se ne fa esperienza nella sua vita. E se c’è un luogo dedicato, questo è proprio il confessionale. Quando una persona ha il cuore riconciliato, diventa a sua volta capace di perdono e di misericordia, diventa segno di riconciliazione. Chi ha un cuore riconciliato diventa uomo e donna di comunione. Sabato mattina abbiamo altri momenti di preghiera, ma il clou sarà la celebrazione della Parola alle 11.30, guidata da monsignor Paolo Martinelli, che riprenderà il testo «Dio ricco di misericordia» (Ef 2,4) scelto dal Papa come tema per la «24 con il Signore».
Sarà una bella scommessa nella frenetica Milano. Ma il tema della misericordia, tanto caro al Papa, può essere anche occasione per riavvicinare chi è più distante dalla Chiesa?
Sì, certo. Per questo insistiamo che all’appuntamento, soprattutto i giovani – capaci e disponibili – accompagnino altri amici che magari vivono un po’ ai margini dell’esperienza cristiana. Per loro potrebbe davvero essere l’inizio di un rapporto che riprende con Dio e con la comunità. Ma è tutta la città, e penso di poter dire anche la stessa comunità cristiana, ad avere bisogno di parole e di gesti di riconciliazione. Se il Papa ci propone questo tempo di preghiera e di riconciliazione credo sia un’occasione da raccogliere e da rilanciare, perché tutti ne abbiamo bisogno…
Come è andata l’anno scorso a Milano e cosa vi aspettate ora?
L’anno scorso è andata bene anche se si trattava della prima esperienza. Quest’anno abbiamo imparato a coordinare meglio anche le confessioni con la presenza di preti nel corso delle 24 ore. Io insisterò perché i sacerdoti accompagnino i gruppi giovanili nella fascia notturna. Inoltre chiedo ai gruppi che a Milano vivono già bellissime esperienze di adorazione, silenzio, preghiera e veglie notturne (e sono tanti), di convergere tutti a Sant’Eustorgio, almeno la sera o la mattina del sabato. È ancora un’esperienza in fieri, ma c’è desiderio, attesa e risposta.