“Rimanete nel mio amore” (Gv 15,9) è il motto scelto dai candidati 2011 che sabato 2 ottobre verranno ordinati diaconi nel Duomo di Milano, per l’imposizione delle mani dell’Arcivescovo. Una tappa significativa nel loro cammino, in vista dell’ordinazione presbiterale dell’11 giugno 2011.
Per prepararsi e raccogliersi in preghiera, da domenica scorsa sono in ritiro presso il convento dei Padri Passionisti a Caravate, dove rimarranno fino a venerdì, quando ritorneranno in Seminario a Venegono in occasione della cerimonia del giuramento, che precede l’ordinazione diaconale.
«Rimanete nel mio amore è il comando che Gesù ha dato ai suoi discepoli nell’ultima cena – spiegano -. Già dalla prima domanda rivolta da Giovanni e Andrea, “Maestro, dove rimani?”, è nato un cammino di sequela dal quale anche noi siamo stati raggiunti».
L’immagine che hanno scelto è un particolare dell’Ultima Cena di Giotto, conservata nella Cappella degli Scrovegni a Padova. Raffigura Giovanni con la testa appoggiata sul cuore di Gesù. «Come il Figlio è nel seno del Padre – commentano i candidati – e come il discepolo amato riposa nel cuore di Gesù, anche noi desideriamo rimanere attraverso la sua Chiesa». Ma rimanere implica un impegno di fedeltà; per questo nella loro preghiera chiedono l’intercessione della Madonna, perché li custodisca oggi e sempre e perché «uniti a Cristo portino molto frutto» nelle comunità dove verranno destinati.
Insieme ai 17 diaconi transeunti, il prossimo 2 ottobre verranno ordinati anche 3 diaconi permanenti (2 celibi e un uomo sposato), che vivranno il ministero diaconale come vocazione definitiva.
Il loro motto è una frase dell’apostolo Giovanni, “Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo” (1Gv 4,19), che sottolinea una caratteristica fondamentale del diaconato, l’amore gratuito che diventa servizio nei confronti dei fratelli. «Servizio, non obbligo – tiene a precisare Massimo Castelnovo, uno dei due candidati celibi -. Con l’ordinazione, infatti, rispondiamo alla chiamata del Signore e, attratti dal suo amore, desideriamo metterci al servizio di tutta la sua Chiesa, in particolare delle comunità dove presto verremo destinati».
Castelnovo è già molto impegnato nella sua parrocchia a Cesate, come responsabile della Caritas e del Gruppo missionario, oltre che insegnante di religione; insieme a Dario Valentini, tecnico tessile di Mozzate, e Giuseppe Fasola, impiegato di Lurate Caccivio, ha intrapreso il cammino verso il diaconato, durato più di cinque anni.
«Nel mio caso da tempo ero alla ricerca di qualcosa – racconta Castelnovo -. Sentivo la chiamata del Signore, ma inizialmente ho fatto come lo struzzo e ho messo la testa sotto la terra. Lui, però, metaforicamente parlando, ha scavato di fianco a me e mi ha raggiunto: a quel punto non ho potuto che ascoltarlo».
Significativa anche l’immagine che i candidati al diaconato permanente hanno scelto per la loro ordinazione, il particolare di un mosaico di Rupnik che rappresenta San Martino che riveste il povero con il suo mantello, essendo a sua volta rivestito dal mantello dell’amore di Cristo.
«Senza questo amore che ci precede e ci sostiene – continua Castelnovo – non potremmo immaginarci di ricevere un dono così grande, come quello del sacramento dell’ordine. Disponendoci ad accogliere l’amore di Cristo percepiamo la nostra povertà, ma è sufficiente aprirsi all’atteggiamento della carità per scoprire che è l’amore stesso di cristo ad operare in noi, oltre le nostre possibilità». “Rimanete nel mio amore” (Gv 15,9) è il motto scelto dai candidati 2011 che sabato 2 ottobre verranno ordinati diaconi nel Duomo di Milano, per l’imposizione delle mani dell’Arcivescovo. Una tappa significativa nel loro cammino, in vista dell’ordinazione presbiterale dell’11 giugno 2011.Per prepararsi e raccogliersi in preghiera, da domenica scorsa sono in ritiro presso il convento dei Padri Passionisti a Caravate, dove rimarranno fino a venerdì, quando ritorneranno in Seminario a Venegono in occasione della cerimonia del giuramento, che precede l’ordinazione diaconale.«Rimanete nel mio amore è il comando che Gesù ha dato ai suoi discepoli nell’ultima cena – spiegano -. Già dalla prima domanda rivolta da Giovanni e Andrea, “Maestro, dove rimani?”, è nato un cammino di sequela dal quale anche noi siamo stati raggiunti».L’immagine che hanno scelto è un particolare dell’Ultima Cena di Giotto, conservata nella Cappella degli Scrovegni a Padova. Raffigura Giovanni con la testa appoggiata sul cuore di Gesù. «Come il Figlio è nel seno del Padre – commentano i candidati – e come il discepolo amato riposa nel cuore di Gesù, anche noi desideriamo rimanere attraverso la sua Chiesa». Ma rimanere implica un impegno di fedeltà; per questo nella loro preghiera chiedono l’intercessione della Madonna, perché li custodisca oggi e sempre e perché «uniti a Cristo portino molto frutto» nelle comunità dove verranno destinati.Insieme ai 17 diaconi transeunti, il prossimo 2 ottobre verranno ordinati anche 3 diaconi permanenti (2 celibi e un uomo sposato), che vivranno il ministero diaconale come vocazione definitiva.Il loro motto è una frase dell’apostolo Giovanni, “Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo” (1Gv 4,19), che sottolinea una caratteristica fondamentale del diaconato, l’amore gratuito che diventa servizio nei confronti dei fratelli. «Servizio, non obbligo – tiene a precisare Massimo Castelnovo, uno dei due candidati celibi -. Con l’ordinazione, infatti, rispondiamo alla chiamata del Signore e, attratti dal suo amore, desideriamo metterci al servizio di tutta la sua Chiesa, in particolare delle comunità dove presto verremo destinati».Castelnovo è già molto impegnato nella sua parrocchia a Cesate, come responsabile della Caritas e del Gruppo missionario, oltre che insegnante di religione; insieme a Dario Valentini, tecnico tessile di Mozzate, e Giuseppe Fasola, impiegato di Lurate Caccivio, ha intrapreso il cammino verso il diaconato, durato più di cinque anni.«Nel mio caso da tempo ero alla ricerca di qualcosa – racconta Castelnovo -. Sentivo la chiamata del Signore, ma inizialmente ho fatto come lo struzzo e ho messo la testa sotto la terra. Lui, però, metaforicamente parlando, ha scavato di fianco a me e mi ha raggiunto: a quel punto non ho potuto che ascoltarlo».Significativa anche l’immagine che i candidati al diaconato permanente hanno scelto per la loro ordinazione, il particolare di un mosaico di Rupnik che rappresenta San Martino che riveste il povero con il suo mantello, essendo a sua volta rivestito dal mantello dell’amore di Cristo.«Senza questo amore che ci precede e ci sostiene – continua Castelnovo – non potremmo immaginarci di ricevere un dono così grande, come quello del sacramento dell’ordine. Disponendoci ad accogliere l’amore di Cristo percepiamo la nostra povertà, ma è sufficiente aprirsi all’atteggiamento della carità per scoprire che è l’amore stesso di cristo ad operare in noi, oltre le nostre possibilità». – – L’immaginetta dei Candidati 2011 (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2010/Diaconi_candidati.pdf) – L’immaginetta dei diaconi permanenti (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2010/Diaconi_permanenti.pdf)
2 ottobre
Nel segno dell’amore
È il denominatore comune della "chiamata" dei candidati 2011 e dei tre diaconi permanenti che saranno ordinati sabato
di Ylenia SPINELLI Redazione
28 Settembre 2010