Saranno i piccoli a stare al centro, quest’anno, di tutte le tradizionali giornate previste tra gennaio e febbraio e celebrate nelle singole comunità cristiane. Come un’unica coerente trama, Festa della famiglia, Giornata della vita, Giornata mondiale del malato e Giornata della solidarietà appaiono riunite nel medesimo grande “cartellone”, tessute insieme dalla ricca parola evangelica: “Lasciate che i piccoli vengano a me”.
E così, il versetto di Luca viene declinato in quattro diverse tonalità, a ricalcare la sottolineatura pastorale di ciascun appuntamento, tenendo sullo sfondo l’appello rivolto ai piccoli dall’arcivescovo Tettamanzi: «Carissimi bambini, diventiamo santi non per le nostre capacità e i nostri meriti, ma per tutto ciò che Gesù è capace di fare per noi e con noi. Con la forza che riceviamo in dono ci impegneremo per la pace e la vera comunione nelle nostre famiglie, nella Chiesa e nella società».
“I nostri piccoli al centro” è il primo dei quattro messaggi a raggiungere le parrocchie della diocesi ambrosiana in occasione della Festa della famiglia, in calendario domenica 30 gennaio.
Una vera e propria scommessa, nell’anno che apre il decennio dedicato dai Vescovi italiani al tema e alla sfida dell’educare: riconoscere la ricchezza e l’unicità della presenza dei bambini al centro della vita familiare e quindi anche della comunità cristiana, seguendo l’invito di Gesù a farsi piccoli come i bambini per guadagnare il Regno dei cieli.
Particolarmente stimolante appare allora la proposta che arriva dal Servizio diocesano per la famiglia a diffondere una lettera dei piccoli ai genitori, come occasione di riflessione sul tema della famiglia. «Si vorrebbe offrire l’occasione perché i genitori mettano a fuoco il proprio modo di considerare i piccoli e di rivolgersi a loro», spiegano i responsabili. «Non sempre infatti in famiglia i genitori riservano giusta considerazione ai piccoli, modulando opportunamente la presenza accanto a loro, facendo attenzione alle loro esigenze e ai necessari interventi educativi, ascoltando le loro paure e rispettando il loro specifico modo di vedere il mondo. Per questo le proposte di preparazione della festa prevedono un primo momento per i genitori e poi il coinvolgimento anche dei piccoli e del resto della famiglia».
Lettera che, naturalmente, potrà offrire lo spunto per una riflessione e un confronto da vivere insieme alle coppie di genitori, magari nella forma dei gruppi familiari, su cui la diocesi ambrosiana ha tanto insistito negli anni scorsi.
E se far largo ai piccoli è la parola d’ordine, quella immediatamente conseguente è “accoglienza”. Così, si suggerisce che l’eventuale momento di festa o pranzo in oratorio sia predisposto in modo da considerare i piccoli (anche nella scelta del menù) e pensato quale occasione per avvicinare famiglie non ancora inserite in parrocchia, magari migranti o famiglie in situazione di separazione o nuova unione. Un modo gioioso e leggero per far avvertire la capacità e lo stile di accoglienza e condivisione che devono contraddistinguere la comunità cristiana.
Nel materiale predisposto per la festa (e reperibile sul portale della diocesi www.chiesadimilano.it) si offre poi, come successivo spunto di riflessione sul tema, il convegno “Famiglia e associazioni” del 22 gennaio, promosso da Azione Cattolica ambrosiana-Spazio famiglia e Servizio diocesano per la Famiglia sul tema “Per una famiglia che abiti il mondo”.
Seconda tappa dell’itinerario pastorale è la celebrazione della Giornata della vita. E anche qui arriva una nuova sottolineatura dell’appello evangelico a mettere al centro i più piccoli. Lo slogan che accompagna la giornata del 6 febbraio infatti è “Una piccola impronta di Dio nella storia di tutti”.
Anche in questo caso, l’attenzione alla centralità e alla cura della vita, soprattutto di quella nascente e più fragile, è suggerita attraverso la diffusione di una lettera al fratellino che nascerà, da utilizzare per coinvolgere i bambini in una catechesi o per sensibilizzare tutta la comunità sul tema.
Parole delicatissime sono state scelte per raccontare la gioia di un’attesa vissuta nella casa di due bambini e la sorpresa nel riconoscere che invece “l’amico Filippo” diventa triste quando si parla di un fratellino in arrivo, perché la sua nascita non è stata desiderata fino in fondo. Un modo semplice per riprendere le parole del messaggio del Consiglio episcopale permanente della Cei per la 33esima Giornata per la Vita, dal titolo “Educare alla pienezza della vita”, che viene diffuso nelle chiese durante le messe di domenica 6 febbraio.
Nella celebrazione dell’Eucaristia basteranno alcuni semplici gesti per sottolineare l’accoglienza dei bambini, come viene suggerito nel materiale reperibile sul portale della diocesi. Se si trova disponibilità di alcuni neo-genitori, che hanno già chiesto il Battesimo per il loro bambino, durante le messe si può, ad esempio, celebrare il primo gesto di accoglienza della liturgia del sacramento con il segno della croce ripetuto sulla fronte dei neonati, invitando sull’altare i bambini e i ragazzi delle medie. Il gesto può suggerire a tutti (anche agli adulti) l’immagine di una comunità cristiana che celebra il dono della vita in sé e il dono di essere accolti come figli di Dio in una comunità.
Anche il tema dell’accoglienza della vita trova un’occasione di approfondimento in diocesi grazie all’appuntamento con il convegno annuale dello Sportello Anania per l’affido e l’adozione, in programma proprio alla vigilia della Giornata per la vita, il 5 febbraio, a Gallarate presso il Cinema Teatro Delle Arti, sul tema “Educarsi accogliendo. Cresce la famiglia, cresce la comunità”.
Completano l’itinerario diocesano di febbraio le altre due celebrazioni: la Giornata mondiale del malato, in programma l’11 febbraio, dal titolo “Ascolta il pianto dei piccoli che soffrono”, e la Giornata della solidarietà del 13 febbraio su “Educare i piccoli alla solidarietà”. Ancora i bambini al centro, questa volta per ascoltare il loro grido di sofferenza e per mettere a tema l’educazione dei piccoli al valore e allo stile della solidarietà, secondo un percorso che riparte sempre dalla sollecitazione di stili di vita improntati alla sobrietà e alla condivisione dei beni, da imparare innanzitutto tra le pareti di casa. Saranno i piccoli a stare al centro, quest’anno, di tutte le tradizionali giornate previste tra gennaio e febbraio e celebrate nelle singole comunità cristiane. Come un’unica coerente trama, Festa della famiglia, Giornata della vita, Giornata mondiale del malato e Giornata della solidarietà appaiono riunite nel medesimo grande “cartellone”, tessute insieme dalla ricca parola evangelica: “Lasciate che i piccoli vengano a me”.E così, il versetto di Luca viene declinato in quattro diverse tonalità, a ricalcare la sottolineatura pastorale di ciascun appuntamento, tenendo sullo sfondo l’appello rivolto ai piccoli dall’arcivescovo Tettamanzi: «Carissimi bambini, diventiamo santi non per le nostre capacità e i nostri meriti, ma per tutto ciò che Gesù è capace di fare per noi e con noi. Con la forza che riceviamo in dono ci impegneremo per la pace e la vera comunione nelle nostre famiglie, nella Chiesa e nella società».“I nostri piccoli al centro” è il primo dei quattro messaggi a raggiungere le parrocchie della diocesi ambrosiana in occasione della Festa della famiglia, in calendario domenica 30 gennaio.Una vera e propria scommessa, nell’anno che apre il decennio dedicato dai Vescovi italiani al tema e alla sfida dell’educare: riconoscere la ricchezza e l’unicità della presenza dei bambini al centro della vita familiare e quindi anche della comunità cristiana, seguendo l’invito di Gesù a farsi piccoli come i bambini per guadagnare il Regno dei cieli.Particolarmente stimolante appare allora la proposta che arriva dal Servizio diocesano per la famiglia a diffondere una lettera dei piccoli ai genitori, come occasione di riflessione sul tema della famiglia. «Si vorrebbe offrire l’occasione perché i genitori mettano a fuoco il proprio modo di considerare i piccoli e di rivolgersi a loro», spiegano i responsabili. «Non sempre infatti in famiglia i genitori riservano giusta considerazione ai piccoli, modulando opportunamente la presenza accanto a loro, facendo attenzione alle loro esigenze e ai necessari interventi educativi, ascoltando le loro paure e rispettando il loro specifico modo di vedere il mondo. Per questo le proposte di preparazione della festa prevedono un primo momento per i genitori e poi il coinvolgimento anche dei piccoli e del resto della famiglia».Lettera che, naturalmente, potrà offrire lo spunto per una riflessione e un confronto da vivere insieme alle coppie di genitori, magari nella forma dei gruppi familiari, su cui la diocesi ambrosiana ha tanto insistito negli anni scorsi.E se far largo ai piccoli è la parola d’ordine, quella immediatamente conseguente è “accoglienza”. Così, si suggerisce che l’eventuale momento di festa o pranzo in oratorio sia predisposto in modo da considerare i piccoli (anche nella scelta del menù) e pensato quale occasione per avvicinare famiglie non ancora inserite in parrocchia, magari migranti o famiglie in situazione di separazione o nuova unione. Un modo gioioso e leggero per far avvertire la capacità e lo stile di accoglienza e condivisione che devono contraddistinguere la comunità cristiana.Nel materiale predisposto per la festa (e reperibile sul portale della diocesi www.chiesadimilano.it) si offre poi, come successivo spunto di riflessione sul tema, il convegno “Famiglia e associazioni” del 22 gennaio, promosso da Azione Cattolica ambrosiana-Spazio famiglia e Servizio diocesano per la Famiglia sul tema “Per una famiglia che abiti il mondo”.Seconda tappa dell’itinerario pastorale è la celebrazione della Giornata della vita. E anche qui arriva una nuova sottolineatura dell’appello evangelico a mettere al centro i più piccoli. Lo slogan che accompagna la giornata del 6 febbraio infatti è “Una piccola impronta di Dio nella storia di tutti”.Anche in questo caso, l’attenzione alla centralità e alla cura della vita, soprattutto di quella nascente e più fragile, è suggerita attraverso la diffusione di una lettera al fratellino che nascerà, da utilizzare per coinvolgere i bambini in una catechesi o per sensibilizzare tutta la comunità sul tema.Parole delicatissime sono state scelte per raccontare la gioia di un’attesa vissuta nella casa di due bambini e la sorpresa nel riconoscere che invece “l’amico Filippo” diventa triste quando si parla di un fratellino in arrivo, perché la sua nascita non è stata desiderata fino in fondo. Un modo semplice per riprendere le parole del messaggio del Consiglio episcopale permanente della Cei per la 33esima Giornata per la Vita, dal titolo “Educare alla pienezza della vita”, che viene diffuso nelle chiese durante le messe di domenica 6 febbraio.Nella celebrazione dell’Eucaristia basteranno alcuni semplici gesti per sottolineare l’accoglienza dei bambini, come viene suggerito nel materiale reperibile sul portale della diocesi. Se si trova disponibilità di alcuni neo-genitori, che hanno già chiesto il Battesimo per il loro bambino, durante le messe si può, ad esempio, celebrare il primo gesto di accoglienza della liturgia del sacramento con il segno della croce ripetuto sulla fronte dei neonati, invitando sull’altare i bambini e i ragazzi delle medie. Il gesto può suggerire a tutti (anche agli adulti) l’immagine di una comunità cristiana che celebra il dono della vita in sé e il dono di essere accolti come figli di Dio in una comunità.Anche il tema dell’accoglienza della vita trova un’occasione di approfondimento in diocesi grazie all’appuntamento con il convegno annuale dello Sportello Anania per l’affido e l’adozione, in programma proprio alla vigilia della Giornata per la vita, il 5 febbraio, a Gallarate presso il Cinema Teatro Delle Arti, sul tema “Educarsi accogliendo. Cresce la famiglia, cresce la comunità”.Completano l’itinerario diocesano di febbraio le altre due celebrazioni: la Giornata mondiale del malato, in programma l’11 febbraio, dal titolo “Ascolta il pianto dei piccoli che soffrono”, e la Giornata della solidarietà del 13 febbraio su “Educare i piccoli alla solidarietà”. Ancora i bambini al centro, questa volta per ascoltare il loro grido di sofferenza e per mettere a tema l’educazione dei piccoli al valore e allo stile della solidarietà, secondo un percorso che riparte sempre dalla sollecitazione di stili di vita improntati alla sobrietà e alla condivisione dei beni, da imparare innanzitutto tra le pareti di casa.
Iniziative
Giornate diocesane con i piccoli al centro
Nei prossimi mesi tutte le comunità ecclesiali sono invitate a vivere, seppure con modalità differenti, quattro appuntamenti anche come occasione di riflessione sulla famiglia, la vita, la malattia e la solidarietà
di Maria Teresa ANTOGNAZZA Redazione
21 Dicembre 2010