La comunità islamica di Gallarate è tornata anche quest’anno ad Arnate, dove il parroco del rione – don Adriano Colombo – ha rinnovato la disponibilità ad accogliere i fedeli di Allah in un prato dell’ex oratorio da tempo inutilizzato. Qui i musulmani hanno pregato all’interno di una tensostruttura costruita per l’occasione, dopo aver comunicato l’iniziativa alle autorità di pubblica sicurezza. Tutto in regola dunque, anche se questo non è bastato a impedire alcune reazioni polemiche e l’attenzione, non sempre corretta, dei media.
«La parrocchia di Arnate e il decanato – commenta il decano monsignor Franco Carnevali – hanno concesso questo spazio per indicare una via, anche se siamo consapevoli che è una soluzione parziale; servirebbe invece una scelta definitiva. Ogni comunità religiosa cittadina deve avere un posto per pregare, che non sia precario né provvisorio. Il Ramadan è un mese importante per i musulmani ed è importante poter pregare dignitosamente. Non c’erano ragioni per opporsi alla loro richiesta».
Quest’anno il clima di grande cordialità esistente tra le comunità cristiana e islamica è stato rafforzato da un incontro promosso dai musulmani sulla figura di Maria nel Corano. Alla serata, che ha visto la presenza dell’imam Yahya Pallavicini e del console del Marocco, hanno partecipato – insieme a un centinaio di uomini e donne musulmane – anche un gruppo di italiani. Nel corso dell’incontro i religiosi hanno testimoniato l’impegno per un dialogo franco nel rispetto delle differenze. «In tanti – ha ricordato Carnevali -, tra i cattolici e i musulmani, cercano di lavorare per la fratellanza e il rispetto reciproco. Ma sappiamo che altri, da entrambe le parti, si muovono in senso opposto: e non intendo solo il terrorismo, parlo anche di chi lavora per allontanare l’incontro». Per il decano, cristiani e musulmani devono «proporre il volto di Dio a chi non crede ed è indifferente».
La serata è stata vissuta anche come un’occasione per manifestare la solidarietà dell’intera città al prevosto e alla comunità cattolica gallaratese dopo i velenosi articoli apparsi su un importante quotidiano nazionale. Un rappresentante della giunta municipale ha lodato la «grande correttezza dimostrata dalla comunità islamica» nell’arco del mese di agosto. Al prevosto è stata inoltre recapitata una lettera in cui si condannano gli «scomposti attacchi verbali» e si invita a continuare lungo la strada del dialogo e della collaborazione interreligiosa. Resta tuttavia irrisolto il problema di fondo: la mancanza di un luogo di culto non precario né provvisorio per chi professa la fede islamica. Se ne terrà conto nel nuovo Piano di governo del territorio? A parole l’amministrazione di centrodestra sembra muoversi in questa direzione, ma l’avvicinarsi delle elezioni potrebbe allontanare ancora il momento delle scelte concrete. La comunità islamica di Gallarate è tornata anche quest’anno ad Arnate, dove il parroco del rione – don Adriano Colombo – ha rinnovato la disponibilità ad accogliere i fedeli di Allah in un prato dell’ex oratorio da tempo inutilizzato. Qui i musulmani hanno pregato all’interno di una tensostruttura costruita per l’occasione, dopo aver comunicato l’iniziativa alle autorità di pubblica sicurezza. Tutto in regola dunque, anche se questo non è bastato a impedire alcune reazioni polemiche e l’attenzione, non sempre corretta, dei media.«La parrocchia di Arnate e il decanato – commenta il decano monsignor Franco Carnevali – hanno concesso questo spazio per indicare una via, anche se siamo consapevoli che è una soluzione parziale; servirebbe invece una scelta definitiva. Ogni comunità religiosa cittadina deve avere un posto per pregare, che non sia precario né provvisorio. Il Ramadan è un mese importante per i musulmani ed è importante poter pregare dignitosamente. Non c’erano ragioni per opporsi alla loro richiesta».Quest’anno il clima di grande cordialità esistente tra le comunità cristiana e islamica è stato rafforzato da un incontro promosso dai musulmani sulla figura di Maria nel Corano. Alla serata, che ha visto la presenza dell’imam Yahya Pallavicini e del console del Marocco, hanno partecipato – insieme a un centinaio di uomini e donne musulmane – anche un gruppo di italiani. Nel corso dell’incontro i religiosi hanno testimoniato l’impegno per un dialogo franco nel rispetto delle differenze. «In tanti – ha ricordato Carnevali -, tra i cattolici e i musulmani, cercano di lavorare per la fratellanza e il rispetto reciproco. Ma sappiamo che altri, da entrambe le parti, si muovono in senso opposto: e non intendo solo il terrorismo, parlo anche di chi lavora per allontanare l’incontro». Per il decano, cristiani e musulmani devono «proporre il volto di Dio a chi non crede ed è indifferente».La serata è stata vissuta anche come un’occasione per manifestare la solidarietà dell’intera città al prevosto e alla comunità cattolica gallaratese dopo i velenosi articoli apparsi su un importante quotidiano nazionale. Un rappresentante della giunta municipale ha lodato la «grande correttezza dimostrata dalla comunità islamica» nell’arco del mese di agosto. Al prevosto è stata inoltre recapitata una lettera in cui si condannano gli «scomposti attacchi verbali» e si invita a continuare lungo la strada del dialogo e della collaborazione interreligiosa. Resta tuttavia irrisolto il problema di fondo: la mancanza di un luogo di culto non precario né provvisorio per chi professa la fede islamica. Se ne terrà conto nel nuovo Piano di governo del territorio? A parole l’amministrazione di centrodestra sembra muoversi in questa direzione, ma l’avvicinarsi delle elezioni potrebbe allontanare ancora il momento delle scelte concrete.
Islam
Gallarate, dialogo nel rispetto delle differenze
La preghiera dei musulmani è stata ospitata in un prato dell'ex oratorio di Arnate, da tempo inutilizzato. Il decano monsignor Franco Carnevali: «Il Ramadan è un mese importante per i musulmani ed è importante poter pregare dignitosamente. Non c'erano ragioni per opporsi alla loro richiesta»
di Saverio CLEMENTI Redazione
6 Settembre 2010