Non è sempre facile o scontato approdare alla scelta del matrimonio, specie quando una coppia si è lasciata alle spalle vicende sofferte o delusioni. Nel 2005 Michela Lazzaro e Rosario Nuzzaci hanno celebrato le loro nozze nella parrocchia di S. Marcellina e S. Giuseppe alla Certosa a Milano e sono felici. «Arrivavamo tutti e due da storie complicate – dice Michela -. Io ero stata dieci anni con un ragazzo e a due mesi dal matrimonio mi ero lasciata. Dopo questo fatto, molto delusa, sono andata a vivere da sola per due anni, allontanandomi anche da ciò in cui avevo sempre creduto». Il marito invece aveva già convissuto con una donna e in seguito aveva avuto un’altra ragazza. Insomma, «provenivamo da storie che ci avevano segnato». Poi finalmente una svolta nella vita. «Ci siamo conosciuti nel 2004 in un contesto di “leggerezza”, ballando in discoteca, e non pensavamo di iniziare una storia seria – racconta Michela -. Il nostro rapporto era vissuto nel modo più disimpegnato possibile».
Evidentemente i due giovani temevano di rimettersi in gioco seriamente: delusioni e amarezze precedenti rischiavano di compromettere anche le scelte future. Finché nel 2005 hanno deciso di sposarsi e lo stesso anno è nato Gianluca. «Quando aspettavamo il primo figlio, in parrocchia ci hanno proposto l’itinerario dei giovani sposi e così ci siamo riavvicinati alla Chiesa e abbiamo iniziato questo percorso rivedendo anche tutto quello che ci era successo prima».
In realtà prima di sposarsi Michela e Rosario avevano frequentato il corso fidanzati nella parrocchia di provenienza di lei (Sacro Cuore di Gesù alla Cagnola), «ma allora non avevamo l’idea di continuare un cammino. Invece poi è stato bello». In questo itinerario di riavvicinamento e di rilettura della vita, «ci ha aiutato molto il prete che ci ha sposato – racconta la donna -. Con lui avevamo fatto i colloqui prima del matrimonio e mi ha aiutato a capire alcuni aspetti della mia storia passata. In seguito ci sono state vicine anche le coppie che seguono il cammino dei giovani sposi nella nostra parrocchia».
Ora i coniugi Nuzzaci hanno due figli (Gianluca ha 4 anni e Arianna ne compirà 2 a dicembre), frequentano la messa domenicale e un gruppo di coppie, «ma non riusciamo a fare di più tra l’impegno della casa e il lavoro. Però abbiamo iniziato con altre famiglie a partecipare al gruppo di genitori e bimbi piccoli (detto Genbi). È un percorso che si fa dopo il battesimo ed è gestito da don Antonio Costabile. Per ora non c’è una coppia guida, ma ci seguono gli psicologi del consultorio “Genitori oggi”». Dopo l’incontro con gli esperti il gruppo si ritrova per riflettere e confrontare le diverse esperienze familiari. Non è sempre facile o scontato approdare alla scelta del matrimonio, specie quando una coppia si è lasciata alle spalle vicende sofferte o delusioni. Nel 2005 Michela Lazzaro e Rosario Nuzzaci hanno celebrato le loro nozze nella parrocchia di S. Marcellina e S. Giuseppe alla Certosa a Milano e sono felici. «Arrivavamo tutti e due da storie complicate – dice Michela -. Io ero stata dieci anni con un ragazzo e a due mesi dal matrimonio mi ero lasciata. Dopo questo fatto, molto delusa, sono andata a vivere da sola per due anni, allontanandomi anche da ciò in cui avevo sempre creduto». Il marito invece aveva già convissuto con una donna e in seguito aveva avuto un’altra ragazza. Insomma, «provenivamo da storie che ci avevano segnato». Poi finalmente una svolta nella vita. «Ci siamo conosciuti nel 2004 in un contesto di “leggerezza”, ballando in discoteca, e non pensavamo di iniziare una storia seria – racconta Michela -. Il nostro rapporto era vissuto nel modo più disimpegnato possibile».Evidentemente i due giovani temevano di rimettersi in gioco seriamente: delusioni e amarezze precedenti rischiavano di compromettere anche le scelte future. Finché nel 2005 hanno deciso di sposarsi e lo stesso anno è nato Gianluca. «Quando aspettavamo il primo figlio, in parrocchia ci hanno proposto l’itinerario dei giovani sposi e così ci siamo riavvicinati alla Chiesa e abbiamo iniziato questo percorso rivedendo anche tutto quello che ci era successo prima».In realtà prima di sposarsi Michela e Rosario avevano frequentato il corso fidanzati nella parrocchia di provenienza di lei (Sacro Cuore di Gesù alla Cagnola), «ma allora non avevamo l’idea di continuare un cammino. Invece poi è stato bello». In questo itinerario di riavvicinamento e di rilettura della vita, «ci ha aiutato molto il prete che ci ha sposato – racconta la donna -. Con lui avevamo fatto i colloqui prima del matrimonio e mi ha aiutato a capire alcuni aspetti della mia storia passata. In seguito ci sono state vicine anche le coppie che seguono il cammino dei giovani sposi nella nostra parrocchia».Ora i coniugi Nuzzaci hanno due figli (Gianluca ha 4 anni e Arianna ne compirà 2 a dicembre), frequentano la messa domenicale e un gruppo di coppie, «ma non riusciamo a fare di più tra l’impegno della casa e il lavoro. Però abbiamo iniziato con altre famiglie a partecipare al gruppo di genitori e bimbi piccoli (detto Genbi). È un percorso che si fa dopo il battesimo ed è gestito da don Antonio Costabile. Per ora non c’è una coppia guida, ma ci seguono gli psicologi del consultorio “Genitori oggi”». Dopo l’incontro con gli esperti il gruppo si ritrova per riflettere e confrontare le diverse esperienze familiari.
Primo annuncio
Una “bussola” per una nuova vita
Sul tema al centro della lettera dei Vescovi lombardi, la testimonianza di Michela Lazzaro e Rosario Nuzzaci, che hanno seguito l'itinerario dei giovani sposi nella parrocchia di S. Marcellina e S. Giuseppe alla Certosa a Milano
di Luisa BOVE Redazione
28 Settembre 2009