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Quaresima

Tempo di penitenza, in coda per le confessioni

In Duomo a Milano altissima affluenza di persone di tutte le età, con una presenza elevata di giovani. L'impegno di sacerdoti e religiosi per assicurare�il servizio�in confessionale durante tutta la giornata. Le possibilità per gli stranieri

Luisa BOVE Redazione

27 Marzo 2009

Nel Duomo di Milano la crisi delle confessioni non si sente, né durante l’anno, né in tempo di Quaresima. Diversi sacerdoti – diocesani e religiosi – si alternano in confessionale, coprendo molte ore della giornata: dal lunedì al sabato dalle 7.30 alle 18.30 e la domenica e nei festivi dalle 8.30 alle 12 e dalle 16.30 alle 18.
Monsignor Gianfranco Meana, Penitenziere maggiore dal 1° gennaio 2008, non nasconde il suo stupore: «Vengo da un’esperienza di grande parrocchia e di lunga tradizione, S. Gerardo di Monza, dove si confessava già molto. Ma in Duomo l’affluenza è altissima, con gente di tutte le età, laici, sacerdoti e suore. Soprattutto c’è una presenza elevata di giovani, l’ho notato subito quando sono arrivato a Milano. E questo è dovuto anche alla vicinanza dell’università».
I sacerdoti impegnati nelle confessioni in cattedrale sono 31, per la maggior parte si tratta di Canonici del Duomo, ma anche altri preti danno la loro disponibilità per qualche ora. In tempo di Quaresima monsignor Meana spera che una buona parte dei nove confessionali sia “in funzione”; molti dei suoi penitenzieri hanno già dato un supplemento di tempo. Il sacramento della riconciliazione non è poi così in crisi, a volte ciò che manca veramente sono i confessori, non i penitenti. Per gli stranieri che vivono a Milano e per quelli di passaggio in città, c’è la possibilità di confessarsi anche in altre lingue: inglese, francese, spagnolo e giapponese. In tedesco non è ancora possibile, ma la speranza è che presto possa esserci un prete disponibile.
La tipologia dei frequentatori della cattedrale è molto varia. «Ci sono persone che entrano per caso a visitare il Duomo – spiega monsignor Meana – e poi si accorgono della possibilità di confessarsi; altri vengono apposta perché sanno di trovare una presenza continua; altri ancora (e sono la maggior parte) iniziano anche un percorso spirituale, trovando un confessore di riferimento». Per questi, che spesso ritornano, si è deciso di indicare con chiarezza sul confessionale nome e orari, così che ognuno possa ritrovare il sacerdote già incontrato in precedenza.
Anche il Penitenziere maggiore, quando qualcuno gli chiede «Posso tornare?», segnala le sue disponibilità e turni di confessionale. «Molta gente ha bisogno di parlare – dice monsignor Meana -; noi non dimentichiamo che siamo qui come confessori e cerchiamo di far capire che amministriamo il sacramento, ma è importante anche ascoltare. Soprattutto in questo periodo arrivano persone sfiduciate e se occorre a qualcuno consigliamo di rivolgersi a uno psicologo. Noi insistiamo sulla riconciliazione, sulla grazia, sulla preghiera, sulla possibilità di ricominciare una vita cristiana più intensa e convinta». Nel Duomo di Milano la crisi delle confessioni non si sente, né durante l’anno, né in tempo di Quaresima. Diversi sacerdoti – diocesani e religiosi – si alternano in confessionale, coprendo molte ore della giornata: dal lunedì al sabato dalle 7.30 alle 18.30 e la domenica e nei festivi dalle 8.30 alle 12 e dalle 16.30 alle 18.Monsignor Gianfranco Meana, Penitenziere maggiore dal 1° gennaio 2008, non nasconde il suo stupore: «Vengo da un’esperienza di grande parrocchia e di lunga tradizione, S. Gerardo di Monza, dove si confessava già molto. Ma in Duomo l’affluenza è altissima, con gente di tutte le età, laici, sacerdoti e suore. Soprattutto c’è una presenza elevata di giovani, l’ho notato subito quando sono arrivato a Milano. E questo è dovuto anche alla vicinanza dell’università».I sacerdoti impegnati nelle confessioni in cattedrale sono 31, per la maggior parte si tratta di Canonici del Duomo, ma anche altri preti danno la loro disponibilità per qualche ora. In tempo di Quaresima monsignor Meana spera che una buona parte dei nove confessionali sia “in funzione”; molti dei suoi penitenzieri hanno già dato un supplemento di tempo. Il sacramento della riconciliazione non è poi così in crisi, a volte ciò che manca veramente sono i confessori, non i penitenti. Per gli stranieri che vivono a Milano e per quelli di passaggio in città, c’è la possibilità di confessarsi anche in altre lingue: inglese, francese, spagnolo e giapponese. In tedesco non è ancora possibile, ma la speranza è che presto possa esserci un prete disponibile.La tipologia dei frequentatori della cattedrale è molto varia. «Ci sono persone che entrano per caso a visitare il Duomo – spiega monsignor Meana – e poi si accorgono della possibilità di confessarsi; altri vengono apposta perché sanno di trovare una presenza continua; altri ancora (e sono la maggior parte) iniziano anche un percorso spirituale, trovando un confessore di riferimento». Per questi, che spesso ritornano, si è deciso di indicare con chiarezza sul confessionale nome e orari, così che ognuno possa ritrovare il sacerdote già incontrato in precedenza.Anche il Penitenziere maggiore, quando qualcuno gli chiede «Posso tornare?», segnala le sue disponibilità e turni di confessionale. «Molta gente ha bisogno di parlare – dice monsignor Meana -; noi non dimentichiamo che siamo qui come confessori e cerchiamo di far capire che amministriamo il sacramento, ma è importante anche ascoltare. Soprattutto in questo periodo arrivano persone sfiduciate e se occorre a qualcuno consigliamo di rivolgersi a uno psicologo. Noi insistiamo sulla riconciliazione, sulla grazia, sulla preghiera, sulla possibilità di ricominciare una vita cristiana più intensa e convinta». – Dove e quando trovare un prete