
Con la presentazione a Sesto San Giovanni di un’indagine sulla preadolescenza si conclude un ciclo di tre incontri dal titolo “Andando ‘Diritti’… verso i bambini” con chiaro riferimento alla Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia. I risultati della ricerca saranno resi pubblici venerdì 15 maggio, alle 20.45, presso l’oratorio S. Luigi della parrocchia di S. Stefano (piazza Petazzi 18), da cui è nata l’associazione “Passo dopo passo… insieme”.
«Questa indagine – dice il presidente Michele Ferri – nasce dal desiderio di progettare interventi educativi a livello sociale e pastorale che non siano basati sulla percezione degli adulti, ma che vedano protagonisti i minori». L’associazione, con quattro operatori e un centinaio di volontari, svolge attività di doposcuola e di rimotivazione allo studio con ragazzi delle medie in tre oratori della città. «A livello istituzionale, inoltre, facciamo parte del Tavolo minori e adolescenti per i Piani di zona nell’ambito di Sesto San Giovanni e Cologno Monzese».
«L’indagine, commissionata a Excursus, parte dalla lettura dei bisogni dei preadolescenti, fascia di età molto ricca e ancora facile da “agganciare”», dice Ferri. Oggi tuttavia – ammette la sociologa Eugenia Montagnini, curatrice dell’indagine – «dal punto di vista pedagogico e sociologico c’è pochissima riflessione sulla preadolescenza: lo stesso termine è poco usato. Per la ricerca abbiamo intervistato un campione di 15 preadolescenti, rifacendoci anche alle proiezioni Istat sul territorio di Sesto San Giovanni». Tre i blocchi di domande rivolte ai ragazzi: come trascorrono la giornata (da quando si svegliano a quando vanno a letto, sia durante i giorni scolastici, sia nel fine settimana); come vivono il territorio di Sesto; chi in città si occupa di loro…
Rispetto al tema della quotidianità, attraverso le interviste e un focus group con insegnanti, educatori e operatori che lavorano con i ragazzi, «è emerso che esistono preadolescenti con giornate pienissime e di cui si lamentano, e altri che invece hanno molto tempo libero». In entrambi i casi risulta che i genitori sono assenti e che si tranquillizzano organizzando la vita dei figli, non lasciando loro altri spazi. Dai racconti degli intervistati emerge che mamme e papà non ci sono neppure la sera e nei fine settimana. «Quasi tutti i preadolescenti finiscono la giornata chattando con i loro compagni di scuola – spiega Montagnini -, mentre ci saremmo aspettati che menzionassero la Play Station e la televisione». E se da una parte ci sono genitori che vigilano sull’uso del computer, dall’altra alcuni «non sanno neanche di che cosa si tratta». Rispetto al territorio, di cui hanno comunque ben poca esperienza, i preadolescenti criticano l’assenza di verde, «mentre apprezzano molto il Parco Nord che identificano come spazio di libertà».
Gli intervistati hanno avuto difficoltà a rispondere alla domanda: «Chi si occupa di voi sul territorio?», nonostante in città «molte realtà si occupano di ragazzi e famiglie ed esiste una rete istituzionale e del Terzo settore molto strutturata». L’unico luogo che riconoscono, continua Montagnini, «è l’oratorio, considerato come luogo di passaggio tra la casa e la piazza». Ognuno però vi attribuisce un significato diverso: per qualcuno è il luogo del catechismo o del gruppo preadolescenti, per altri del doposcuola e per la maggior parte dell’incontro con gli amici, per poi “uscire”. Con la presentazione a Sesto San Giovanni di un’indagine sulla preadolescenza si conclude un ciclo di tre incontri dal titolo “Andando ‘Diritti’… verso i bambini” con chiaro riferimento alla Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia. I risultati della ricerca saranno resi pubblici venerdì 15 maggio, alle 20.45, presso l’oratorio S. Luigi della parrocchia di S. Stefano (piazza Petazzi 18), da cui è nata l’associazione “Passo dopo passo… insieme”.«Questa indagine – dice il presidente Michele Ferri – nasce dal desiderio di progettare interventi educativi a livello sociale e pastorale che non siano basati sulla percezione degli adulti, ma che vedano protagonisti i minori». L’associazione, con quattro operatori e un centinaio di volontari, svolge attività di doposcuola e di rimotivazione allo studio con ragazzi delle medie in tre oratori della città. «A livello istituzionale, inoltre, facciamo parte del Tavolo minori e adolescenti per i Piani di zona nell’ambito di Sesto San Giovanni e Cologno Monzese».«L’indagine, commissionata a Excursus, parte dalla lettura dei bisogni dei preadolescenti, fascia di età molto ricca e ancora facile da “agganciare”», dice Ferri. Oggi tuttavia – ammette la sociologa Eugenia Montagnini, curatrice dell’indagine – «dal punto di vista pedagogico e sociologico c’è pochissima riflessione sulla preadolescenza: lo stesso termine è poco usato. Per la ricerca abbiamo intervistato un campione di 15 preadolescenti, rifacendoci anche alle proiezioni Istat sul territorio di Sesto San Giovanni». Tre i blocchi di domande rivolte ai ragazzi: come trascorrono la giornata (da quando si svegliano a quando vanno a letto, sia durante i giorni scolastici, sia nel fine settimana); come vivono il territorio di Sesto; chi in città si occupa di loro…Rispetto al tema della quotidianità, attraverso le interviste e un focus group con insegnanti, educatori e operatori che lavorano con i ragazzi, «è emerso che esistono preadolescenti con giornate pienissime e di cui si lamentano, e altri che invece hanno molto tempo libero». In entrambi i casi risulta che i genitori sono assenti e che si tranquillizzano organizzando la vita dei figli, non lasciando loro altri spazi. Dai racconti degli intervistati emerge che mamme e papà non ci sono neppure la sera e nei fine settimana. «Quasi tutti i preadolescenti finiscono la giornata chattando con i loro compagni di scuola – spiega Montagnini -, mentre ci saremmo aspettati che menzionassero la Play Station e la televisione». E se da una parte ci sono genitori che vigilano sull’uso del computer, dall’altra alcuni «non sanno neanche di che cosa si tratta». Rispetto al territorio, di cui hanno comunque ben poca esperienza, i preadolescenti criticano l’assenza di verde, «mentre apprezzano molto il Parco Nord che identificano come spazio di libertà».Gli intervistati hanno avuto difficoltà a rispondere alla domanda: «Chi si occupa di voi sul territorio?», nonostante in città «molte realtà si occupano di ragazzi e famiglie ed esiste una rete istituzionale e del Terzo settore molto strutturata». L’unico luogo che riconoscono, continua Montagnini, «è l’oratorio, considerato come luogo di passaggio tra la casa e la piazza». Ognuno però vi attribuisce un significato diverso: per qualcuno è il luogo del catechismo o del gruppo preadolescenti, per altri del doposcuola e per la maggior parte dell’incontro con gli amici, per poi “uscire”.