Potenziare e rinsaldare l’alleanza educativa tra oratorio e sport: questo l’obiettivo al centro dell’Assemblea degli oratori ambrosiani, organizzata dalla Fom sabato scorso al Seminario di Seveso. “Oratorio in campo. La pastorale dello sport in oratorio” il tema al centro della riflessione, che ha coinvolto gli oltre trecento presenti a partire dalla ricerca condotta dagli Oratori lombardi su “Oratorio e Sport” e dalla fresca istituzione – all’interno del Vicariato per la Pastorale giovanile – della Commissione diocesana per lo sport. Ne parliamo con il segretario, don Alessio Albertini.
La ricerca degli Oratori lombardi mette in evidenza alcuni aspetti dello sport in oratorio – la gratuità e l’accessibilità a tutti -, ma anche alcune esigenze, come l’importanza di una struttura organizzativa e della formazione dei responsabili…
Al di là di alcuni riferimenti poco significativi, in termini quantitativi e qualitativi, per la realtà ambrosiana, la ricerca lombarda evidenzia l’aumento, anche nei nostri oratori, di ragazzi che praticano sport: non solo calcio, basket e volley, ma anche altre discipline. Un dato di fatto di cui la comunità ecclesiale deve prendere coscienza, anche perché l’attività sportiva condiziona non poco il modo di guardare alla vita: pensiamo allo stimolo alla competitività, alla capacità di riempire spazi e passioni… Di contro, dal mondo dello sport giungono anche messaggi contraddittori, che rendono ancora più necessaria la presenza, in questo ambito, di chi sappia trasmettere un’immagine di uomo compiuta e riuscita. Lo stesso folto auditorio di Seveso testimonia la consapevolezza di dover fare di più: anche tecnici e dirigenti avvertono l’esigenza di una formazione che travalichi la sfera prettamente tecnica.
La cosiddetta “alleanza educativa” fa leva su una semplice constatazione: l’oratorio non può fare a meno dello sport, e viceversa…
Sicuramente. In primo luogo per i “numeri” dei ragazzi che vogliono fare sport; se non lo trovano in oratorio, lo cercano altrove. In secondo luogo perché lo sport è uno strumento buono da cui partire per compiere un itinerario educativo. L’oratorio, però, non è un ambiente asettico, ha un messaggio preciso da offrire. Il dialogo tra queste due realtà può permettere a entrambe di crescere.
La sua relazione faceva riferimento a “ponti” e “barriere”. Al momento, sono maggiori i primi o le seconde?
La situazione varia caso per caso. In alcuni oratori i “ponti” ci sono e sono anche ben costruiti; in altri, non parlo di “muri”, ma il “ponte” non è ancora ultimato. Entrambi i fronti concorrono a queste manchevolezze: da una parte lo sport è forse un po’ troppo autoreferenziale; dall’altra l’oratorio rimane legato a una tradizione che vede lo sport solo come gioco o ricreazione.
Come si muoverà la nuova Commissione?
Già la sua presenza è un elemento importante, perché è indice di una scelta precisa compiuta dall’Arcivescovo e dalla Chiesa ambrosiana: accogliere lo sport all’interno della Pastorale giovanile, a tutti gli effetti e con la dovuta attenzione. Come prima cosa vorremmo mettere “in rete” società, allenatori, dirigenti, in modo tale da far circolare esperienze e possibilità di confronto. L’idea è quella di promuovere incontri sul piano educativo-pedagogico e anche pastorale, andando appunto al di là della dimensione tecnica, per la quale la nostra Diocesi – per l’apporto delle Federazioni e degli Enti di promozione – è già fortunatamente molto ricca. Per riconoscere il ruolo di chi, a pieno titolo, è anche educatore e non solo animatore.
È ormai alle porte il Natale degli Sportivi, tradizionale incontro tra l’Arcivescovo e il mondo dello sport, in programma al Palasharp di Lampugnano, lunedì 14 dicembre a partire dalle 20. Quali anticipazioni si possono dare?
Il tema di quest’anno – “Dentro i secondi” – vuole trasmettere una duplice suggestione: da una parte, lo sport non è solo quello di chi vince; dall’altra, dietro chi vince ci sono presenze importanti, che contribuiscono a quel risultato in modo talvolta determinante. Ci stiamo muovendo sul fronte degli ospiti, ma al momento non abbiamo ancora nomi certi. Sicuramente rimane ferma l’idea di base: manifestare quanto sia grande il mondo dello sport, dal campione popolarissimo al ragazzino sconosciuto. Potenziare e rinsaldare l’alleanza educativa tra oratorio e sport: questo l’obiettivo al centro dell’Assemblea degli oratori ambrosiani, organizzata dalla Fom sabato scorso al Seminario di Seveso. “Oratorio in campo. La pastorale dello sport in oratorio” il tema al centro della riflessione, che ha coinvolto gli oltre trecento presenti a partire dalla ricerca condotta dagli Oratori lombardi su “Oratorio e Sport” e dalla fresca istituzione – all’interno del Vicariato per la Pastorale giovanile – della Commissione diocesana per lo sport. Ne parliamo con il segretario, don Alessio Albertini.La ricerca degli Oratori lombardi mette in evidenza alcuni aspetti dello sport in oratorio – la gratuità e l’accessibilità a tutti -, ma anche alcune esigenze, come l’importanza di una struttura organizzativa e della formazione dei responsabili…Al di là di alcuni riferimenti poco significativi, in termini quantitativi e qualitativi, per la realtà ambrosiana, la ricerca lombarda evidenzia l’aumento, anche nei nostri oratori, di ragazzi che praticano sport: non solo calcio, basket e volley, ma anche altre discipline. Un dato di fatto di cui la comunità ecclesiale deve prendere coscienza, anche perché l’attività sportiva condiziona non poco il modo di guardare alla vita: pensiamo allo stimolo alla competitività, alla capacità di riempire spazi e passioni… Di contro, dal mondo dello sport giungono anche messaggi contraddittori, che rendono ancora più necessaria la presenza, in questo ambito, di chi sappia trasmettere un’immagine di uomo compiuta e riuscita. Lo stesso folto auditorio di Seveso testimonia la consapevolezza di dover fare di più: anche tecnici e dirigenti avvertono l’esigenza di una formazione che travalichi la sfera prettamente tecnica.La cosiddetta “alleanza educativa” fa leva su una semplice constatazione: l’oratorio non può fare a meno dello sport, e viceversa…Sicuramente. In primo luogo per i “numeri” dei ragazzi che vogliono fare sport; se non lo trovano in oratorio, lo cercano altrove. In secondo luogo perché lo sport è uno strumento buono da cui partire per compiere un itinerario educativo. L’oratorio, però, non è un ambiente asettico, ha un messaggio preciso da offrire. Il dialogo tra queste due realtà può permettere a entrambe di crescere.La sua relazione faceva riferimento a “ponti” e “barriere”. Al momento, sono maggiori i primi o le seconde?La situazione varia caso per caso. In alcuni oratori i “ponti” ci sono e sono anche ben costruiti; in altri, non parlo di “muri”, ma il “ponte” non è ancora ultimato. Entrambi i fronti concorrono a queste manchevolezze: da una parte lo sport è forse un po’ troppo autoreferenziale; dall’altra l’oratorio rimane legato a una tradizione che vede lo sport solo come gioco o ricreazione.Come si muoverà la nuova Commissione?Già la sua presenza è un elemento importante, perché è indice di una scelta precisa compiuta dall’Arcivescovo e dalla Chiesa ambrosiana: accogliere lo sport all’interno della Pastorale giovanile, a tutti gli effetti e con la dovuta attenzione. Come prima cosa vorremmo mettere “in rete” società, allenatori, dirigenti, in modo tale da far circolare esperienze e possibilità di confronto. L’idea è quella di promuovere incontri sul piano educativo-pedagogico e anche pastorale, andando appunto al di là della dimensione tecnica, per la quale la nostra Diocesi – per l’apporto delle Federazioni e degli Enti di promozione – è già fortunatamente molto ricca. Per riconoscere il ruolo di chi, a pieno titolo, è anche educatore e non solo animatore.È ormai alle porte il Natale degli Sportivi, tradizionale incontro tra l’Arcivescovo e il mondo dello sport, in programma al Palasharp di Lampugnano, lunedì 14 dicembre a partire dalle 20. Quali anticipazioni si possono dare?Il tema di quest’anno – “Dentro i secondi” – vuole trasmettere una duplice suggestione: da una parte, lo sport non è solo quello di chi vince; dall’altra, dietro chi vince ci sono presenze importanti, che contribuiscono a quel risultato in modo talvolta determinante. Ci stiamo muovendo sul fronte degli ospiti, ma al momento non abbiamo ancora nomi certi. Sicuramente rimane ferma l’idea di base: manifestare quanto sia grande il mondo dello sport, dal campione popolarissimo al ragazzino sconosciuto.