Saranno circa 300 le persone che parteciperanno sabato 19 settembre all’incontro diocesano di presentazione a Milano della Pastorale familiare per l’anno 2009-10, che sarà condotto dai due responsabili, i coniugi Francesca Dossi e Alfonso Colzani. La presenza oggi di due laici alla guida del Servizio della Diocesi «è un’iniezione di fiducia» anche per coloro che operano sul territorio.
La Diocesi ha dedicato al tema della famiglia l’ultimo triennio pastorale, ma per un bilancio definitivo si dovrà aspettare la fine anno, spiega Colzani, «perché stanno arrivando le ultime verifiche parrocchiali e decanali. Aspettiamo quindi la lettura completa dei questionari, dai quali risultano già segnali positivi con proposte molto belle, ma anche attività più di routine».
È comunque cresciuta l’attenzione alla famiglia?
Al convegno dei gruppi familiari nel 2008 e per l’indagine promossa da don Silvano Caccia abbiamo avuto un dato estremamente positivo. Ci sono più di 800 gruppi familiari in diocesi e ai convegni nelle 6 zone pastorali (a Varese era già stato fatto) hanno partecipato migliaia di persone e abbiamo avuto riscontri di una vita di Pastorale familiare piuttosto vivace.
Il cardinale Tettamanzi ha sempre sollecitato tutti alla missionarietà. C’è qualche iniziativa che ha coinvolto i cosiddetti “lontani”?
A Lissone è partito un Centro di ascolto familiare gestito totalmente da volontari a livello di Comunità pastorale e che offre diversi servizi qualificati, con un’apertura oraria che a volte non raggiungono neanche i consultori. Questo è un servizio al territorio, perché non si chiede il certificato di battesimo agli utenti, è un’iniziativa missionaria aperta alla città.
L’8 settembre l’Arcivescovo ha inaugurato il nuovo anno pastorale definendolo di «riposo in Dio». Per la Pastorale familiare come si traduce?
Disponendoci a non realizzare nessun progetto nuovo. La nostra idea, anche a partire da un passaggio della lettera Pietre vive, è di pensare a momenti di doverosa verifica e di giusto assestamento, che vuol dire anche incrementare diversi fronti della nostra pastorale.
Quali?
Il primo è quello dei gruppi familiari. Come dicevo nel 2008 è stato fatto un grande lavoro, ora bisogna fare in modo che il gruppo familiare diventi – come auspica anche il Direttorio di Pastorale familiare – uno strumento ordinario e non semplicemente l’iniziativa lodevole di una o più parrocchie. Il secondo fronte è quello della pastorale per le famiglie in situazioni irregolari: abbiamo un pool di coppie (preparate attraverso corsi a livello regionale) che quest’anno proporranno iniziative in tutta la Diocesi. Chiediamo ai parroci di promuovere questa proposta per offrire finalmente alle persone, che si trovano in grande sofferenza, momenti di riflessione e riconciliazione.
E l’ultima attenzione?
È quella di ripensare ai corsi per i fidanzati perché per esempio a Milano in alcuni decanati il 100% di chi chiede il sacramento del matrimonio è già convivente. Si tratta allora di promuovere un aggiornamento, ripensare l’approccio, ritarare il linguaggio e introdurre una nuova sensibilità. Questa esigenza nasce dall’ascolto delle famiglie e della società civile perché la situazione è mutata. Saranno circa 300 le persone che parteciperanno sabato 19 settembre all’incontro diocesano di presentazione a Milano della Pastorale familiare per l’anno 2009-10, che sarà condotto dai due responsabili, i coniugi Francesca Dossi e Alfonso Colzani. La presenza oggi di due laici alla guida del Servizio della Diocesi «è un’iniezione di fiducia» anche per coloro che operano sul territorio.La Diocesi ha dedicato al tema della famiglia l’ultimo triennio pastorale, ma per un bilancio definitivo si dovrà aspettare la fine anno, spiega Colzani, «perché stanno arrivando le ultime verifiche parrocchiali e decanali. Aspettiamo quindi la lettura completa dei questionari, dai quali risultano già segnali positivi con proposte molto belle, ma anche attività più di routine».È comunque cresciuta l’attenzione alla famiglia?Al convegno dei gruppi familiari nel 2008 e per l’indagine promossa da don Silvano Caccia abbiamo avuto un dato estremamente positivo. Ci sono più di 800 gruppi familiari in diocesi e ai convegni nelle 6 zone pastorali (a Varese era già stato fatto) hanno partecipato migliaia di persone e abbiamo avuto riscontri di una vita di Pastorale familiare piuttosto vivace.Il cardinale Tettamanzi ha sempre sollecitato tutti alla missionarietà. C’è qualche iniziativa che ha coinvolto i cosiddetti “lontani”?A Lissone è partito un Centro di ascolto familiare gestito totalmente da volontari a livello di Comunità pastorale e che offre diversi servizi qualificati, con un’apertura oraria che a volte non raggiungono neanche i consultori. Questo è un servizio al territorio, perché non si chiede il certificato di battesimo agli utenti, è un’iniziativa missionaria aperta alla città.L’8 settembre l’Arcivescovo ha inaugurato il nuovo anno pastorale definendolo di «riposo in Dio». Per la Pastorale familiare come si traduce?Disponendoci a non realizzare nessun progetto nuovo. La nostra idea, anche a partire da un passaggio della lettera Pietre vive, è di pensare a momenti di doverosa verifica e di giusto assestamento, che vuol dire anche incrementare diversi fronti della nostra pastorale.Quali?Il primo è quello dei gruppi familiari. Come dicevo nel 2008 è stato fatto un grande lavoro, ora bisogna fare in modo che il gruppo familiare diventi – come auspica anche il Direttorio di Pastorale familiare – uno strumento ordinario e non semplicemente l’iniziativa lodevole di una o più parrocchie. Il secondo fronte è quello della pastorale per le famiglie in situazioni irregolari: abbiamo un pool di coppie (preparate attraverso corsi a livello regionale) che quest’anno proporranno iniziative in tutta la Diocesi. Chiediamo ai parroci di promuovere questa proposta per offrire finalmente alle persone, che si trovano in grande sofferenza, momenti di riflessione e riconciliazione.E l’ultima attenzione?È quella di ripensare ai corsi per i fidanzati perché per esempio a Milano in alcuni decanati il 100% di chi chiede il sacramento del matrimonio è già convivente. Si tratta allora di promuovere un aggiornamento, ripensare l’approccio, ritarare il linguaggio e introdurre una nuova sensibilità. Questa esigenza nasce dall’ascolto delle famiglie e della società civile perché la situazione è mutata. Incontro diocesano per iniziare l’anno – L’incontro diocesano di presentazione del programma di pastorale familiare per l’anno 2009-2010, a cura del Servizio per la Famiglia della Diocesi, si terrà sabato 19 settembre, alle 9.30, a Milano presso l’Istituto Leone XIII (via Leone XIII, 12). Vi prenderanno parte il coordinamento diocesano di Pastorale familiare, il coordinamento dei Movimenti e delle Associazioni di spiritualità familiare, il coordinamento per ambiti legati alla Pastorale familiare, gli incaricati decanali responsabili della Pastorale familiare: preti e coppie. Sono previsti anche presentazioni nelle zone pastorali. Gli operatori della Zona I (Milano) e della Zona VI (Melegnano) sono invitati all’incontro di Milano del 19 settembre. – – – Un milanese presidente del Forum