La Domenica di Lazzaro – V di Quaresima – è annuncio del mistero di morte e risurrezione racchiuso nella Pasqua del Signore.
La liturgia ci invita a fare nostra la preghiera di Marta, la sorella di Lazzaro: «Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà» e, insieme, la sua stupenda professione di fede: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo» (Vangelo di Giovanni). Ormai alle soglie della Settimana santa, quella Autentica, siamo chiamati a non arrenderci alla disperazione e alla rassegnazione: anche quando Dio sembra essere assente l’importante è mantenere salda la nostra fede.
Mentre ci disponiamo alla celebrazione del mistero pasquale, siamo illuminati dalla parola del Signore Gesù: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno» (Vangelo di Giovanni). È questa parola che fa nascere e sostiene la nostra preghiera: «Cristo è la grazia, Cristo è la vita, Cristo è la risurrezione» (antifona alla comunione).
Solo Lui, infatti, sa farsi carico delle nostre sofferenze e perfino della nostra morte. Egli accompagna la nostra esistenza, così come Dio ha accompagnato Israele nell’antico Esodo, e ci guida sulla via della vera giustizia, che nasce dall’accoglienza dei comandamenti di Dio: «La giustizia consisterà per noi nel mettere in pratica tutti questi comandi, davanti al Signore, nostro Dio, come ci ha ordinato» (Lettura del Deuteronomio). Un’accoglienza che rende autentica la nostra libertà e suscita il nostro stesso rendimento di grazie: «sappiate comprendere qual è la volontà del Signore [�]; siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo» (Epistola).
Questa è davvero un’esistenza trasformata dalla presenza e dall’azione di Dio, è continuazione della stessa storia della salvezza, degna di essere raccontata e testimoniata: «Quando in avvenire tuo figlio ti domanderà: “Che cosa significano queste istruzioni, queste leggi e queste norme che il Signore, nostro Dio, vi ha dato?”, tu risponderai a tuo figlio: “Eravamo schiavi del faraone in Egitto e il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente» (Lettura del Deuteronomio).
Anche la liturgia dei giorni feriali è ormai orientata alla preparazione più immediata alla celebrazione della Pasqua. Le Letture del libro della Genesi ripercorrono la vicenda di Giuseppe, il figlio di Giacobbe venduto dai fratelli, che diventa una prefigurazione della Passione redentrice di Cristo: Giuseppe è l’uomo giusto venduto e condannato, che confida sempre nell’aiuto di Dio. La provvidenza infatti ride dei calcoli degli uomini: non solo Giuseppe è salvato, ma il delitto dei fratelli diventa lo strumento del disegno di Dio, infatti la discendenza di Èfraim, figlio di Giuseppe, «diventerà una moltitudine di nazioni» (I Lettura del Mercoledì: Genesi 48,1. 8-21). Anche il libro dei Proverbi – di cui concludiamo la lettura in questa settimana – presenta l’uomo giusto come colui che osserva la Legge (II Lettura del Lunedì: Proverbi 28,7-13), che ha un cuore umile e confida nel Signore (II Lettura del Martedì: Proverbi 29,23-26).
I brani evangelici – conclusa la proclamazione del Discorso della Montagna – sono anch’essi sempre più orientati alla Pasqua. Il Lezionario «dà inizio alla sequela diretta del Signore, riconosciuto quale Cristo di Dio incamminato verso Gerusalemme per realizzare in se stesso la grande Pasqua di salvezza» (introduzione al Lezionario ambrosiano): «Cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente» (Vangelo del Lunedì: Marco 8,27-33).
L’annuncio della Passione suscita la nostra adesione di fede al Signore, che – come sarà maggiormente evidenziato dalla liturgia della Settimana Autentica – pone il mistero della sua Croce quale metro di giudizio della nostra esistenza: «Abbiamo peccato, Signore: perdona le nostre colpe e salvaci [�]. O Cristo Figlio di Dio, che hai teso la tua mano a Pietro che affondava, vieni in nostro aiuto perché la festa prossima ci trovi tutti innocenti, tutti riscattati» (antifona all’ingresso dei giorni feriali). La Domenica di Lazzaro – V di Quaresima – è annuncio del mistero di morte e risurrezione racchiuso nella Pasqua del Signore. La liturgia ci invita a fare nostra la preghiera di Marta, la sorella di Lazzaro: «Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà» e, insieme, la sua stupenda professione di fede: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo» (Vangelo di Giovanni). Ormai alle soglie della Settimana santa, quella Autentica, siamo chiamati a non arrenderci alla disperazione e alla rassegnazione: anche quando Dio sembra essere assente l’importante è mantenere salda la nostra fede. Mentre ci disponiamo alla celebrazione del mistero pasquale, siamo illuminati dalla parola del Signore Gesù: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno» (Vangelo di Giovanni). È questa parola che fa nascere e sostiene la nostra preghiera: «Cristo è la grazia, Cristo è la vita, Cristo è la risurrezione» (antifona alla comunione). Solo Lui, infatti, sa farsi carico delle nostre sofferenze e perfino della nostra morte. Egli accompagna la nostra esistenza, così come Dio ha accompagnato Israele nell’antico Esodo, e ci guida sulla via della vera giustizia, che nasce dall’accoglienza dei comandamenti di Dio: «La giustizia consisterà per noi nel mettere in pratica tutti questi comandi, davanti al Signore, nostro Dio, come ci ha ordinato» (Lettura del Deuteronomio). Un’accoglienza che rende autentica la nostra libertà e suscita il nostro stesso rendimento di grazie: «sappiate comprendere qual è la volontà del Signore [�]; siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo» (Epistola). Questa è davvero un’esistenza trasformata dalla presenza e dall’azione di Dio, è continuazione della stessa storia della salvezza, degna di essere raccontata e testimoniata: «Quando in avvenire tuo figlio ti domanderà: “Che cosa significano queste istruzioni, queste leggi e queste norme che il Signore, nostro Dio, vi ha dato?”, tu risponderai a tuo figlio: “Eravamo schiavi del faraone in Egitto e il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente» (Lettura del Deuteronomio).Anche la liturgia dei giorni feriali è ormai orientata alla preparazione più immediata alla celebrazione della Pasqua. Le Letture del libro della Genesi ripercorrono la vicenda di Giuseppe, il figlio di Giacobbe venduto dai fratelli, che diventa una prefigurazione della Passione redentrice di Cristo: Giuseppe è l’uomo giusto venduto e condannato, che confida sempre nell’aiuto di Dio. La provvidenza infatti ride dei calcoli degli uomini: non solo Giuseppe è salvato, ma il delitto dei fratelli diventa lo strumento del disegno di Dio, infatti la discendenza di Èfraim, figlio di Giuseppe, «diventerà una moltitudine di nazioni» (I Lettura del Mercoledì: Genesi 48,1. 8-21). Anche il libro dei Proverbi – di cui concludiamo la lettura in questa settimana – presenta l’uomo giusto come colui che osserva la Legge (II Lettura del Lunedì: Proverbi 28,7-13), che ha un cuore umile e confida nel Signore (II Lettura del Martedì: Proverbi 29,23-26).I brani evangelici – conclusa la proclamazione del Discorso della Montagna – sono anch’essi sempre più orientati alla Pasqua. Il Lezionario «dà inizio alla sequela diretta del Signore, riconosciuto quale Cristo di Dio incamminato verso Gerusalemme per realizzare in se stesso la grande Pasqua di salvezza» (introduzione al Lezionario ambrosiano): «Cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente» (Vangelo del Lunedì: Marco 8,27-33). L’annuncio della Passione suscita la nostra adesione di fede al Signore, che – come sarà maggiormente evidenziato dalla liturgia della Settimana Autentica – pone il mistero della sua Croce quale metro di giudizio della nostra esistenza: «Abbiamo peccato, Signore: perdona le nostre colpe e salvaci [�]. O Cristo Figlio di Dio, che hai teso la tua mano a Pietro che affondava, vieni in nostro aiuto perché la festa prossima ci trovi tutti innocenti, tutti riscattati» (antifona all’ingresso dei giorni feriali). – Introduzioni: Libro di Genesi Libro dei Proverbi Discorso della montagnaPercorsi tematici della Quinta settimana di Quaresima:lunedì�30 marzo martedì 31 marzo mercoledì 1 aprile giovedì 2 aprile venerdì�3 aprile sabato 4 aprile –