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Pellegrinaggio/5

“La Maddalena”: abbazia da leggere e da vivere

L'ultima tappa prima dell'incontro con il santo Curato d'Ars. La visita e la Messa nella millenaria Basilica romanica sulle colline della Borgogna

di Davide MILANI Redazione

14 Luglio 2009

Sarà per la cascata di luce che inaspettatamente filtra dalle ampie finestre della basilica, dopo una giornata buia di pioggia; sarà per la solenne e intensa Eucaristia presieduta dal cardinale Tettamanzi; sarà per le melodie ambrosiane sostenute con passione da Marco, organista di Seregno, sarà per il fascino e il mistero della patrona di questo luogo: tutto qui concorre a regalare ai pellegrini ambrosiani – di ritorno da Lisieux diretti ad Ars – due ore di pace profonda, l’esperienza di entrare in una dimensione senza tempo. Sarà per la cascata di luce che inaspettatamente filtra dalle ampie finestre della basilica, dopo una giornata buia di pioggia; sarà per la solenne e intensa Eucaristia presieduta dal cardinale Tettamanzi; sarà per le melodie ambrosiane sostenute con passione da Marco, organista di Seregno, sarà per il fascino e il mistero della patrona di questo luogo: tutto qui concorre a regalare ai pellegrini ambrosiani – di ritorno da Lisieux diretti ad Ars – due ore di pace profonda, l’esperienza di entrare in una dimensione senza tempo. Un capolavoro di architettura romanica E’ dedicata a santa Maria Maddalena la Basilica di Vézelay, uno dei capolavori mondiali dell’architettura romanica. Svetta da una delle dolci colline della Borgogna quasi per proporsi al cuore e allo sguardo del pellegrino quando è ancora molti chilometri lontano dalla sua meta.Le automobili – come si può permettere che circolino qui? – guastano la vista dei deliziosi scorci dalla via in salita che conduce all’abbazia . Senza la loro fastidiosa presenza sarebbe ancor più facile accorgersi dei due millenni di storia scritti nelle pietre di questo luogo santo e caro all’intera Francia. L’abbazia benedettina di Vézelay ha una storia travagliata. Fondata su un’antica villa romana, l’invasione dei Mori nell’VIII secolo la distrusse una prima volta. Più tardi saranno i pirati normanni a compiere analogo scempio. Dal 1050 i monaci di Vézelay sostengono di possedere le reliquie di Maria Maddalena, portate nell’abbazia dalla Terra Santa dal loro fondatore, San Badilo. Si moltiplicano i pellegrinaggi e con le numerose donazioni dai fedeli si riesce a costruire il capolavoro così come si presenta oggi. Il flusso dei pellegrini divenne tale che per accoglierne un numero maggiore si deve procedere con un ampliamento: la costruzione dell’ampio e maestoso nartece, inaugurato nel 1132 da Papa Innocenzo II. “La Maddalena”, un grande e ricco libro Sotto le alte arcate “della Maddalena” – come familiarmente è chiamata in Francia – si sono scritte delle pagine cruciali della storia europea. Due episodi su tutti: nella Pasqua del 1146 San Bernardo di Chiaravalle iniziò qui la sua predica in favore della seconda crociata, in presenza del re Luigi VII di Francia. Nel 1166, durante il suo esilio, Thomas Becket scelse l’abbazia di Vézelay per pronunciare il famoso sermone con il quale scomunicava il re Enrico II d’Inghilterra. Non solo splendori però su questo colle: nel 1279 – con la notizia della presunta scoperta del corpo di Maria Maddalena a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume – inizia il declino dell’Abbazia. La posizione di Vézelay come luogo simbolo per il culto di Maria Maddalena ricevette così un durissimo colpo.Dopo la Rivoluzione, l’abbazia correrà addirittura il rischio di crollare, ma la massiccia opera di restauro, condotto a più riprese fra il 1840 e il 1861, la salverà.”La Maddalena” è come un grande e ricco libro. Un libro che conserva tutti i segni che l’hanno reso grande e al tempo stesso l’hanno ferito. Segni evidenti e segni da comprendere. Un libro da aprire e da leggere.A rendere questo servizio ai pellegrini ambrosiani è don Domenico Sguaitamatti, dell’Ufficio Beni culturali della Diocesi di Milano: decifra le dense e affascinanti simbologie che si nascondono tra le volte, le colonne e le lunette dell’abbazia; illustra la maestosa catechesi offerta dalla Basilica di Vèzelay, dalla sua architettura, dalle ricche sculture. Tettamanzi rilegge la figura della Maddalena Al cardinale Tettamanzi il compito di rileggere, interpretare e attualizzare un altro libro. Quello delle Sacre Scritture e la figura che spiritualmente regge l’intera abbazia, santa Maria Maddalena. E’ presentata nei Vangeli secondo diverse figure di donne peccatrici, ma sempre l’incontro con Gesù gli cambia la vita e la rende sua discepola. Luca parla di una peccatrice che unge i piedi del Maestro e li asciuga con i capelli. Sempre Luca ci pone di fronte a Maria, sorella di Marta. In Giovanni c’è poi Maria di Betania e infine ecco Maria di Màgdala, chiamata per nome, liberata da sette demoni, alla sequela di Gesù sino alla croce, fu lei per prima a vedere il Risorto e a portarne l’annuncio.Spiega Tettamanzi nell’omelia: “Ci sentiamo interpellati dalla pagina evangelica che ci presenta Maria di Màgdala che si reca al sepolcro di Gesù il mattino. E’ Gesù stesso che pone la domanda: «Donna, perché piangi?» E aggiunge: «Chi cerchi?». Anche per ciascuno di noi vale la domanda di Gesù: chi cerchi? Potremmo dire: che cosa cerchi come felicità autentica per la tua vita? C’è sempre, infatti, il rischio di andare alla ricerca di surrogati della felicità che non rispondono alle attese più vere e più profonde del cuore umano”.L’esperienza spirituale di Maria Maddalena è – per l’Arcivescovo di Milano – appello anche per il cristiano di oggi: “La sua intercessione renda nuovi e sempre più profondi il nostro discepolato e la nostra missionarietà, la nostra relazione d’amore per il Signore Gesù e la nostra passione pastorale verso quanti il Signore mette sul cammino della nostra vita”. – – – Diario giornalieroPrimo giorno (10 luglio) () – Omelia del Cardinale a Paray le Monial (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/apps/docvescovo/files/1419/Francia_Paray.doc) – Photogallery – Un pellegrinaggio “per imparare a dire grazie” – Tettamanzi: ambrosiani in pellegrinaggio – Video-intervista a don Massimo Pavanello – Secondo giorno (11 luglio) () – Omelia del Cardinale a Nevers (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/apps/docvescovo/files/1420/Francia_Nevers.doc) – Photogallery – Voltare il capo per vedere la Madonna – Da quel matrimonio celebrato di notte – Foto della visita al monastero di S. Bernadetta – Foto dei Vespri nella chiesa di Alencon – Foto della visita alla casa natale di S. Teresa – Mons. Apeciti, chi era S. Bernadetta – Terzo giorno (12 luglio) () – Lisieux. Messa nella basilica di S. Teresa. Omelia del Cardinale (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/apps/docvescovo/files/1421/Francia_Lisieux.doc) – La terre est pleine d’amour� (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/apps/docvescovo/files/1422/Francia_Lisieux_fr.doc) – Photogallery della Messa a Lisieux – Non ci spaventi il dolore – Photogallery della visita al monastero di S. Teresina – Messa nella basilica (video integrale) – Quarto giorno (13 luglio) () – Vézelay, omelia del Cardinale (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/apps/docvescovo/files/1423/francia_Vezelay.doc) – Don Sguaitamatti: la luce dell’arte illumina la fede – Lisieux, una tappa verso l’incontro internazionale delle famiglie – Quinto giorno (14 luglio) () – Ars, basilica del santo Curato, omelia del Cardinale (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/apps/docvescovo/files/1424/francia_Ars.doc) – «Pregate per me, affinché possa sostenere i miei sacerdoti» (https://www.chiesadimilano.it/or4/or?uid=ADMIesy.edit.deploy&oid=1843337) – Photogallery – Diventare preti con e tra la gente, sull’esempio del Curato d’Ars