Penso che ogni coscienza cristiana debba sentirsi almeno interrogata da quanto sta accadendo nel campo dell’immigrazione, in questi ultimi tempi. Di più ancora quando immagini terribili ci pongono davanti agli occhi le sofferenze di donne incinte, di uomini allo stremo delle forze, o quando in indecifrabili sospiri la voce di una madre ci dice come ha deposto sulle acque il corpicino esanime del figlioletto morto di stenti.
Se poi, con freddezza razionale, ci ponessimo di fronte a tutto il vasto esercito di quelli che ormai chiamiamo “i trasportati”, vittime di mafie criminali sempre meno controllate da giochi politici fatti passare come necessari, credo che ogni uomo di buona volontà debba almeno chiedersi: «Ma perché?». E ancora: «Che posso fare io?».
Esuli, profughi, rifugiati, richiedenti asilo… Terminologie che nascondono sofferenze inesprimibili e che purtroppo – lo dobbiamo dire – suscitano ormai in tanti di noi quasi un’avversione, indicibile e incontrollabile insieme: noi stiamo bene. Tutto questo ci disturba!
Di fronte a queste realtà, anche la Pastorale dei migranti si interroga. Riscopriamo quello che è per noi il dovere primo: la relazione con Dio per tutto ciò. Per questo abbiamo pensato a un invito alla preghiera per tutti coloro che sentono in tutto questo una offesa alla nostra dignità umana. Prima di tutto preghiamo per le vittime dei viaggi della speranza.
Speranza! Certo partono dalle loro case con grandi speranze nel cuore: in una vita migliore, in un futuro più felice per i figli, in una terra di pace, in un luogo senza violenze… Sperano anche nella buona volontà e nell’aiuto di noi tutti che – hanno sentito – siamo “gente buona”! Che cosa resta di tutto questo quando le onde del Mediterraneo si chiudono sui loro occhi terrorizzati? Solo quest’anno, da aprile a settembre, 1.016 morti nel canale di Sicilia! Che cosa resta? Solo la speranza in Dio. Penso che ogni coscienza cristiana debba sentirsi almeno interrogata da quanto sta accadendo nel campo dell’immigrazione, in questi ultimi tempi. Di più ancora quando immagini terribili ci pongono davanti agli occhi le sofferenze di donne incinte, di uomini allo stremo delle forze, o quando in indecifrabili sospiri la voce di una madre ci dice come ha deposto sulle acque il corpicino esanime del figlioletto morto di stenti.Se poi, con freddezza razionale, ci ponessimo di fronte a tutto il vasto esercito di quelli che ormai chiamiamo “i trasportati”, vittime di mafie criminali sempre meno controllate da giochi politici fatti passare come necessari, credo che ogni uomo di buona volontà debba almeno chiedersi: «Ma perché?». E ancora: «Che posso fare io?».Esuli, profughi, rifugiati, richiedenti asilo… Terminologie che nascondono sofferenze inesprimibili e che purtroppo – lo dobbiamo dire – suscitano ormai in tanti di noi quasi un’avversione, indicibile e incontrollabile insieme: noi stiamo bene. Tutto questo ci disturba!Di fronte a queste realtà, anche la Pastorale dei migranti si interroga. Riscopriamo quello che è per noi il dovere primo: la relazione con Dio per tutto ciò. Per questo abbiamo pensato a un invito alla preghiera per tutti coloro che sentono in tutto questo una offesa alla nostra dignità umana. Prima di tutto preghiamo per le vittime dei viaggi della speranza.Speranza! Certo partono dalle loro case con grandi speranze nel cuore: in una vita migliore, in un futuro più felice per i figli, in una terra di pace, in un luogo senza violenze… Sperano anche nella buona volontà e nell’aiuto di noi tutti che – hanno sentito – siamo “gente buona”! Che cosa resta di tutto questo quando le onde del Mediterraneo si chiudono sui loro occhi terrorizzati? Solo quest’anno, da aprile a settembre, 1.016 morti nel canale di Sicilia! Che cosa resta? Solo la speranza in Dio. La celebrazione – Domenica 27 settembre, alle 11, nella chiesa di S. Stefano Maggiore a Milano (piazza S. Stefano), la Pastorale diocesana dei migranti invita tutte le comunità immigrate, e tutti coloro che vogliono pregare per i morti nei “viaggi della speranza”, a una messa che li ricorderà tutti. –
Migrazioni
I viaggi della speranza… in Dio
Solo quest'anno, da aprile a settembre, oltre mille persone sono morte nel canale di Sicilia nel tentativo di raggiungere le coste italiane. Domenica 27 settembre, nella chiesa di S. Stefano Maggiore a Milano, la Pastorale diocesana dei migranti celebra una messa per ricordare queste vittime
di Don Giancarlo QUADRI Responsabile della Pastorale dei Migranti dell'Arcidiocesi di Milano Redazione
17 Settembre 2009