«La nostra ambizione è formare coscienze critiche e persone che incidano nelle scelte concrete della società civile». Gianfranco Castro è membro del comitato organizzatore della Scuola di formazione sociale e politica per i giovani promossa nella Diocesi di Milano da 35 enti e associazioni cattoliche. Dopo la positiva esperienza dello scorso anno, l’iniziativa si rafforza ulteriormente con cinque corsi, non solo a Milano, e un master di secondo livello. Saranno circa 82 le giornate di formazione – sia in aula, sia fuori – previste per quest’anno.
Rilanciate una scommessa e un impegno importante dei cattolici ambrosiani però in una stagione in cui la politica non propone pagine edificanti…
Infatti, alla luce degli avvenimenti che sono sotto gli occhi di tutti avvertiamo sempre più forte, in noi stessi e negli altri giovani, il bisogno di una politica alta, che si faccia carico delle istanze ancora oggi senza risposta. Per questo abbiamo ritenuto naturale non disperdere l’esperienza e le conoscenze vissute l’anno scorso, creando ora un corso avanzato e riproponendo questa esperienza anche in altre realtà locali, dove alcuni di noi si sono giocati in prima persona dando un contributo nell’organizzazione dei corsi.
Quali sono le novità?
Abbiamo deciso di potenziare l’offerta aprendoci al territorio della diocesi con la creazione dei corsi in particolar modo a Monza, Varese, Lecco e Rho. Poi l’istituzione del master per accompagnare nel cammino formativo i partecipanti della passata edizione; il potenziamento dei seminari e laboratori interattivi in piccoli gruppi dove scambiare opinioni e dibattiti; la creazione di opportunità di impegno concreto nelle realtà promotrici dell’iniziativa (Ac, Caritas, Acli e altri); la visita ai luoghi istituzionali come l’anno scorso a Roma. Quest’anno stiamo pensando anche a un percorso europeo a Bruxelles.
Qual è la vostra opinione sull’attuale situazione sociale?
Pensiamo per esempio al precariato sempre più frequente come condizione che impedisce di programmare seriamente la propria vita. O alla salute, agli anziani soli, ai deboli, al fenomeno dell’immigrazione e a tutte le persone in condizioni di difficoltà anche in una metropoli come Milano, tanto ricca di potenzialità ancora inespresse o inesplorate. Vogliamo essere, nel nostro piccolo, costruttori di futuro, portatori di speranza, di una ventata di aria nuova, che rinnovi quanto sa di stantio, di ripetitivo, molte volte di “vecchio” già al suo nascere.
E i problemi che ritenete più urgenti da affrontare?
C’è realmente tanto da fare. Non occorre secondo noi guardare soltanto alle questioni più immediate che emergono sul nostro territorio, che pure meritano la dovuta serietà e attenzione da parte di chi amministra la cosa pubblica. Ci piace lanciare però lo sguardo anche oltre e in avanti. Pensiamo alla difficile situazione internazionale e alla crisi economica: su 6 miliardi di abitanti del pianeta, al miliardo di persone benestanti si contrappone ancor oggi oltre un miliardo di persone ridotte alla fame. Realtà come queste richiedono un sforzo da parte di tutte le forze politiche e sociali per un’assunzione di responsabilità comune. Il mondo o migliora grazie allo sforzo congiunto a favore di tutti, o non crescerà realmente, rischierà di rimanere in balìa di squilibri sempre più forti. Inoltre, la mondialità non va confusa con i rapporti internazionali, con i Paesi “lontani”: è imparare uno sguardo e uno stile di vita nuovo per abitare le nostre città, in cui già oggi sono presenti oltre cento etnie (quindi culture e appartenenze religiose) differenti, che devono imparare a vivere insieme in modo responsabile e costruttivo, rispettando la diversità, non appiattendola o negandola.
Qual è lo sbocco dei giovani che frequentano la Scuola? Pensate a un’ipotesi di partito unico dei cattolici?
Crediamo che oggi sia anacronistico parlare di partito unico dei cattolici, non lo fece don Sturzo nel 1919 quando chiamò il suo Partito popolare e non cattolico. Ci interessa impegnarci per dare ai partecipanti una chiave di lettura e gli strumenti necessari per affrontare una realtà sempre più complessa e piena di sfide, a cui non possiamo sottrarci. Spetterà poi ai singoli fare la scelta nelle realtà a loro più vicine in base alla propria storia e sensibilità, certi che qualunque scelta faranno saranno in grado di avere gli strumenti adatti e la formazione adeguata per incidere nella società in base al principio del bene comune, capaci di incidere nella vita della polis, e del vivere sociale. «La nostra ambizione è formare coscienze critiche e persone che incidano nelle scelte concrete della società civile». Gianfranco Castro è membro del comitato organizzatore della Scuola di formazione sociale e politica per i giovani promossa nella Diocesi di Milano da 35 enti e associazioni cattoliche. Dopo la positiva esperienza dello scorso anno, l’iniziativa si rafforza ulteriormente con cinque corsi, non solo a Milano, e un master di secondo livello. Saranno circa 82 le giornate di formazione – sia in aula, sia fuori – previste per quest’anno.Rilanciate una scommessa e un impegno importante dei cattolici ambrosiani però in una stagione in cui la politica non propone pagine edificanti…Infatti, alla luce degli avvenimenti che sono sotto gli occhi di tutti avvertiamo sempre più forte, in noi stessi e negli altri giovani, il bisogno di una politica alta, che si faccia carico delle istanze ancora oggi senza risposta. Per questo abbiamo ritenuto naturale non disperdere l’esperienza e le conoscenze vissute l’anno scorso, creando ora un corso avanzato e riproponendo questa esperienza anche in altre realtà locali, dove alcuni di noi si sono giocati in prima persona dando un contributo nell’organizzazione dei corsi.Quali sono le novità?Abbiamo deciso di potenziare l’offerta aprendoci al territorio della diocesi con la creazione dei corsi in particolar modo a Monza, Varese, Lecco e Rho. Poi l’istituzione del master per accompagnare nel cammino formativo i partecipanti della passata edizione; il potenziamento dei seminari e laboratori interattivi in piccoli gruppi dove scambiare opinioni e dibattiti; la creazione di opportunità di impegno concreto nelle realtà promotrici dell’iniziativa (Ac, Caritas, Acli e altri); la visita ai luoghi istituzionali come l’anno scorso a Roma. Quest’anno stiamo pensando anche a un percorso europeo a Bruxelles.Qual è la vostra opinione sull’attuale situazione sociale?Pensiamo per esempio al precariato sempre più frequente come condizione che impedisce di programmare seriamente la propria vita. O alla salute, agli anziani soli, ai deboli, al fenomeno dell’immigrazione e a tutte le persone in condizioni di difficoltà anche in una metropoli come Milano, tanto ricca di potenzialità ancora inespresse o inesplorate. Vogliamo essere, nel nostro piccolo, costruttori di futuro, portatori di speranza, di una ventata di aria nuova, che rinnovi quanto sa di stantio, di ripetitivo, molte volte di “vecchio” già al suo nascere.E i problemi che ritenete più urgenti da affrontare?C’è realmente tanto da fare. Non occorre secondo noi guardare soltanto alle questioni più immediate che emergono sul nostro territorio, che pure meritano la dovuta serietà e attenzione da parte di chi amministra la cosa pubblica. Ci piace lanciare però lo sguardo anche oltre e in avanti. Pensiamo alla difficile situazione internazionale e alla crisi economica: su 6 miliardi di abitanti del pianeta, al miliardo di persone benestanti si contrappone ancor oggi oltre un miliardo di persone ridotte alla fame. Realtà come queste richiedono un sforzo da parte di tutte le forze politiche e sociali per un’assunzione di responsabilità comune. Il mondo o migliora grazie allo sforzo congiunto a favore di tutti, o non crescerà realmente, rischierà di rimanere in balìa di squilibri sempre più forti. Inoltre, la mondialità non va confusa con i rapporti internazionali, con i Paesi “lontani”: è imparare uno sguardo e uno stile di vita nuovo per abitare le nostre città, in cui già oggi sono presenti oltre cento etnie (quindi culture e appartenenze religiose) differenti, che devono imparare a vivere insieme in modo responsabile e costruttivo, rispettando la diversità, non appiattendola o negandola.Qual è lo sbocco dei giovani che frequentano la Scuola? Pensate a un’ipotesi di partito unico dei cattolici?Crediamo che oggi sia anacronistico parlare di partito unico dei cattolici, non lo fece don Sturzo nel 1919 quando chiamò il suo Partito popolare e non cattolico. Ci interessa impegnarci per dare ai partecipanti una chiave di lettura e gli strumenti necessari per affrontare una realtà sempre più complessa e piena di sfide, a cui non possiamo sottrarci. Spetterà poi ai singoli fare la scelta nelle realtà a loro più vicine in base alla propria storia e sensibilità, certi che qualunque scelta faranno saranno in grado di avere gli strumenti adatti e la formazione adeguata per incidere nella società in base al principio del bene comune, capaci di incidere nella vita della polis, e del vivere sociale. Iscrizioni on line – Il corso è aperto a tutti i giovani dai 18 ai 30-35 anni che condividono intenti e finalità della proposta. La frequenza al corso è obbligatoria con necessità di giustificare le assenze. È richiesta una quota di iscrizione per partecipante di 70 euro (50 per gli studenti), comprendente il materiale didattico e di approfondimento per ogni corso. La quota non deve essere un ostacolo alla partecipazione: in caso di problemi è possibile segnalare le difficoltà alla segreteria che verrà incontro alle esigenze di tutti. Una segreteria organizzativa sarà a disposizione dei partecipanti per tutta la durata del corso.Le iscrizioni sono aperte�su scuolaformazionepolitica.org �o telefonando al n. 02.58391395 (info: e-mail).Il calendario degli incontri con il programma definitivo, completo dei relatori e tematiche dettagliate, sarà comunicato tramite il sito internet e con volantini. È previsto inoltre che sul sito apposito si possa sia attingere o offrire materiale di approfondimento, sia consentire ai partecipanti di prolungare e mettere on line le proprie riflessioni. – – – Promotori e relatori – A Milano anche un master avanzato – Le iniziative sul territorio