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Milano

Giovani e universitari, conclusi gli esercizi

Intensa partecipazione al ciclo predicato da monsignor Franco Giulio Brambilla nella chiesa dei Santi Apostoli e Nazaro sul tema "C'è posto anche per te?"

Filippo MAGNI Redazione

12 Marzo 2009

Oltre 150 giovani, per tre sere consecutive, hanno riempito la chiesa dei Santi Apostoli e Nazaro di Milano per ascoltare le catechesi quaresimali per universitari predicate da monsignor Franco Giulio Brambilla. Attirati dal predicatore, forse, ma soprattutto da un tema che per i ragazzi è particolarmente affascinante: scoprire la propria strada, trovare quella prospettiva “alta” che dà significato alla vita. Titolo delle serate è stato “C’è posto anche per te? La sfida dell’identità personale”.
La prima predicazione (brano di riferimento Mc 10, 17-22), lunedì 9, ha risposto positivamente alla domanda che sottintendeva un posto nella società e al fianco di Cristo. Il secondo appuntamento (Lc 12, 22-32) ha concentrato l’attenzione sul come si occupa tale posto: «Guardando in alto – ha spiegato monsignor Brambilla -, cioè guardando la vita con lo sguardo di Gesù». La terza serata (Lc 19, 1-10) ha spostato l’attenzione sul “guardare avanti”.
A conclusione dei 3 giorni, mons. Brambilla ha riassunto il proprio messaggio con poche parole riferendosi al brano evangelico che vede protagonisti Gesù e Zaccheo: «La genialità cristiana – ha detto – consegna a ciascuno non solo un volto fisico diverso da quello di chi ci sta accanto, ma il volto interiore. Il pubblicano Zaccheo aveva dimenticato di essere figlio di Abramo: il comportamento di esclusione e di disprezzo degli altri gli aveva dato forse anche l’alibi per non sperare più di diventarlo. La presenza di Gesù nella sua casa, mentre rivela la presenza di Dio che fascia le nostre ferite, svela all’uomo la sua identità di figlio di Abramo. E con la gioia gli ha portato la resurrezione di vita, il cambiamento insperato, la trasfigurazione del cuore, la trasformazione delle relazioni, la liberazione dai lacci del denaro che lo legavano a un mestiere inflessibile e duro, la generosità spropositata».
Monsignor Brambilla ha poi concluso, rivolto a tutti: «Il lettore, io, tu, noi, anche quelli che non sono qui, avverte un senso di gioia che attraversa la seconda parte del testo che è l’allegrezza pura e trasformante della resurrezione e della Pasqua. Questo è il mio augurio per voi». Oltre 150 giovani, per tre sere consecutive, hanno riempito la chiesa dei Santi Apostoli e Nazaro di Milano per ascoltare le catechesi quaresimali per universitari predicate da monsignor Franco Giulio Brambilla. Attirati dal predicatore, forse, ma soprattutto da un tema che per i ragazzi è particolarmente affascinante: scoprire la propria strada, trovare quella prospettiva “alta” che dà significato alla vita. Titolo delle serate è stato “C’è posto anche per te? La sfida dell’identità personale”.La prima predicazione (brano di riferimento Mc 10, 17-22), lunedì 9, ha risposto positivamente alla domanda che sottintendeva un posto nella società e al fianco di Cristo. Il secondo appuntamento (Lc 12, 22-32) ha concentrato l’attenzione sul come si occupa tale posto: «Guardando in alto – ha spiegato monsignor Brambilla -, cioè guardando la vita con lo sguardo di Gesù». La terza serata (Lc 19, 1-10) ha spostato l’attenzione sul “guardare avanti”.A conclusione dei 3 giorni, mons. Brambilla ha riassunto il proprio messaggio con poche parole riferendosi al brano evangelico che vede protagonisti Gesù e Zaccheo: «La genialità cristiana – ha detto – consegna a ciascuno non solo un volto fisico diverso da quello di chi ci sta accanto, ma il volto interiore. Il pubblicano Zaccheo aveva dimenticato di essere figlio di Abramo: il comportamento di esclusione e di disprezzo degli altri gli aveva dato forse anche l’alibi per non sperare più di diventarlo. La presenza di Gesù nella sua casa, mentre rivela la presenza di Dio che fascia le nostre ferite, svela all’uomo la sua identità di figlio di Abramo. E con la gioia gli ha portato la resurrezione di vita, il cambiamento insperato, la trasfigurazione del cuore, la trasformazione delle relazioni, la liberazione dai lacci del denaro che lo legavano a un mestiere inflessibile e duro, la generosità spropositata».Monsignor Brambilla ha poi concluso, rivolto a tutti: «Il lettore, io, tu, noi, anche quelli che non sono qui, avverte un senso di gioia che attraversa la seconda parte del testo che è l’allegrezza pura e trasformante della resurrezione e della Pasqua. Questo è il mio augurio per voi». – Scarica la prima meditazione Scarica la seconda meditazioneScarica la seconda meditazione –