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Pellegrinaggio/2

Da quel matrimonio celebrato di notte�

Alencon, la città dove si sono sposati i coniugi Martin e di santa Teresina

di Davide MILANI Redazione

11 Luglio 2009

Gli atti della parrocchia di Notre Dame di Alencon riferiscono che il matrimonio tra Zelie e Luis Martin venne celebrato alla mezzanotte del 12 giugno 1858. Non si conoscono i motivi di un simile orario: forse una scelta dettata dalla povertà dei nubendi.
Se povera fu la cerimonia, tale non si può dire delle conseguenze di quel sacramento: gli stessi sposi saranno poi – il 19 ottobre 2008, con rito solenne celebrato a Lisieux – riconosciuti santi dalla Chiesa. Una delle loro figlie, Teresina, ancor prima dei genitori sarà pure lei dichiarata santa, dottore della Chiesa e patrona delle Missioni. E uno dei frutti più recenti, non certo l’ultimo, non certo il solo (è impossibile tenere una simile contabilità) è quel bambino minuto, dallo sguardo vispo e curioso, che sabato 11 luglio sale a quello stesso altare che vide Zelia e Luis unirsi in matrimonio un secolo e mezzo prima a mezzanotte.
E’ il cardinale Tettamanzi a invitare Pietro a salire per presentarlo ai pellegrini milanesi e ai fedeli di Alencon riuniti per la messa prefestiva del sabato sera. L’Arcivescovo di Milano lo chiama – “Vieni Pietro” – e lui insieme al papà – il signor Valter Schilirò – sale all’altare. Ci stanno solo per pochi secondi, non sono persone che amano la pubblicità e il clamore. La mamma del bimbo, Adele, addirittura si nasconde tra le colonne dell’ampia chiesa.
E della pubblicità e del clamore ne avrebbero ben diritto. Poche ore dopo la sua nascita, avvenuta il 25 maggio 2002, per Pietro inizia una lotta impari con la vita. I polmoni non si sono sviluppati, la sua precaria esistenza – senza speranze secondo i medici – dipende da una macchina dell’ospedale di Monza. Dal vicino santuario i Padri carmelitani – la stessa famiglia religiosa cui è appartenuta santa Teresina – per sostenere i genitori di Pietro li invitano a pregare i coniugi Martin (la cui eroicità delle virtù è ben nota dai religiosi) perché anche loro subirono lo stesso per la morte premura di quattro figli. Ma non è certo per trovare rassegnazione che il papà e la mamma di Pietro pregano ostinatamente. Vogliono la guarigione del proprio figlio.
E Pietro guarisce. La medicina non ha una spiegazione, la fede si. Miracolo dei santi Zelie e Luis.
Il bimbo – che oggi ha otto anni – può così intraprendere il suo normale percorso di formazione e di crescita. E la causa di beatificazione può giungere alla sua conclusione.
Mentre il cardinale Tettamanzi saluta Pietro e il parroco del posto traduce quanto l’arcivescovo di Milano dice, il signor Schilirò si asciuga dignitosamente l’unica lacrima che gi è sfuggita. Lo sguardo di Pietro invece per evitare accuratamente di incrociare quello delle centinaia di fedeli radunati nella Chiesa di Notre Dame finisce che si posa sull’altare alla sua destra.
Chissà se – guardandolo – avrà pensato a quella mezzanotte di un secolo e mezzo fa. Gli atti della parrocchia di Notre Dame di Alencon riferiscono che il matrimonio tra Zelie e Luis Martin venne celebrato alla mezzanotte del 12 giugno 1858. Non si conoscono i motivi di un simile orario: forse una scelta dettata dalla povertà dei nubendi.Se povera fu la cerimonia, tale non si può dire delle conseguenze di quel sacramento: gli stessi sposi saranno poi – il 19 ottobre 2008, con rito solenne celebrato a Lisieux – riconosciuti santi dalla Chiesa. Una delle loro figlie, Teresina, ancor prima dei genitori sarà pure lei dichiarata santa, dottore della Chiesa e patrona delle Missioni. E uno dei frutti più recenti, non certo l’ultimo, non certo il solo (è impossibile tenere una simile contabilità) è quel bambino minuto, dallo sguardo vispo e curioso, che sabato 11 luglio sale a quello stesso altare che vide Zelia e Luis unirsi in matrimonio un secolo e mezzo prima a mezzanotte.E’ il cardinale Tettamanzi a invitare Pietro a salire per presentarlo ai pellegrini milanesi e ai fedeli di Alencon riuniti per la messa prefestiva del sabato sera. L’Arcivescovo di Milano lo chiama – “Vieni Pietro” – e lui insieme al papà – il signor Valter Schilirò – sale all’altare. Ci stanno solo per pochi secondi, non sono persone che amano la pubblicità e il clamore. La mamma del bimbo, Adele, addirittura si nasconde tra le colonne dell’ampia chiesa.E della pubblicità e del clamore ne avrebbero ben diritto. Poche ore dopo la sua nascita, avvenuta il 25 maggio 2002, per Pietro inizia una lotta impari con la vita. I polmoni non si sono sviluppati, la sua precaria esistenza – senza speranze secondo i medici – dipende da una macchina dell’ospedale di Monza. Dal vicino santuario i Padri carmelitani – la stessa famiglia religiosa cui è appartenuta santa Teresina – per sostenere i genitori di Pietro li invitano a pregare i coniugi Martin (la cui eroicità delle virtù è ben nota dai religiosi) perché anche loro subirono lo stesso per la morte premura di quattro figli. Ma non è certo per trovare rassegnazione che il papà e la mamma di Pietro pregano ostinatamente. Vogliono la guarigione del proprio figlio.E Pietro guarisce. La medicina non ha una spiegazione, la fede si. Miracolo dei santi Zelie e Luis.Il bimbo – che oggi ha otto anni – può così intraprendere il suo normale percorso di formazione e di crescita. E la causa di beatificazione può giungere alla sua conclusione.Mentre il cardinale Tettamanzi saluta Pietro e il parroco del posto traduce quanto l’arcivescovo di Milano dice, il signor Schilirò si asciuga dignitosamente l’unica lacrima che gi è sfuggita. Lo sguardo di Pietro invece per evitare accuratamente di incrociare quello delle centinaia di fedeli radunati nella Chiesa di Notre Dame finisce che si posa sull’altare alla sua destra.Chissà se – guardandolo – avrà pensato a quella mezzanotte di un secolo e mezzo fa. – – Diario giornalieroPrimo giorno (10 luglio) () – Omelia del Cardinale a Paray le Monial (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/apps/docvescovo/files/1419/Francia_Paray.doc) – Photogallery – Un pellegrinaggio “per imparare a dire grazie” – Tettamanzi: ambrosiani in pellegrinaggio – Video-intervista a don Massimo Pavanello – Secondo giorno (11 luglio) () – Omelia del Cardinale a Nevers (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/apps/docvescovo/files/1420/Francia_Nevers.doc) – Photogallery – Voltare il capo per vedere la Madonna – Da quel matrimonio celebrato di notte – Foto della visita al monastero di S. Bernadetta – Foto dei Vespri nella chiesa di Alencon – Foto della visita alla casa natale di S. Teresa – Mons. Apeciti, chi era S. Bernadetta – Terzo giorno (12 luglio) () – Lisieux. Messa nella basilica di S. Teresa. Omelia del Cardinale (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/apps/docvescovo/files/1421/Francia_Lisieux.doc) – La terre est pleine d’amour� (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/apps/docvescovo/files/1422/Francia_Lisieux_fr.doc) – Photogallery della Messa a Lisieux – Non ci spaventi il dolore – Photogallery della visita al monastero di S. Teresina – Messa nella basilica (video integrale) – Quarto giorno (13 luglio) () – Vézelay, omelia del Cardinale (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/apps/docvescovo/files/1423/francia_Vezelay.doc) – Don Sguaitamatti: la luce dell’arte illumina la fede – Lisieux, una tappa verso l’incontro internazionale delle famiglie – Quinto giorno (14 luglio) () – Ars, basilica del santo Curato, omelia del Cardinale (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/apps/docvescovo/files/1424/francia_Ars.doc) – «Pregate per me, affinché possa sostenere i miei sacerdoti» (https://www.chiesadimilano.it/or4/or?uid=ADMIesy.edit.deploy&oid=1843337) – Photogallery – Diventare preti con e tra la gente, sull’esempio del Curato d’Ars –