Milano terra di missione. Non da oggi la Chiesa ambrosiana si pone domande e cerca di individuare proposte e percorsi anche innovativi di annuncio nella grande città. L’ultimo nato si chiama Decàpoli. È un progetto dell’Ufficio per la pastorale missionaria, promosso da laici e preti diocesani, i gesuiti di Milano, il Pime, la Comunità missionarie laiche e le Ausiliarie diocesane. Si tratta di un laboratorio annuale di formazione al primo annuncio. «La finalità è appunto la preparazione di laici che già appartengono alle realtà parrocchiali – sottolinea il gesuita padre Stefano Bittasi – per avere strumenti per proporre una prima evangelizzazione diretta presso propri conoscenti, come colleghi d’ufficio, amici, persone che intercettano nella loro vita». Esistono iniziative simili promosse da movimenti o da cammini di fede come le cellule di evangelizzazione di Sant’Eustorgio. La novità è che in questo caso si coinvolgono cristiani impegnati in parrocchia e l’annuncio non è finalizzato a fare entrare qualcuno in un movimento. È invece un percorso di primissima evangelizzazione attraverso incontri che questi laici formati propongono. Al termine di questo percorso, se le persone sono interessate ad approfondire vengono proposte loro iniziative nella pastorale ordinaria sul territorio di carattere decanale o parrocchiale. Il rapporto deve essere diretto, a tu per tu, attraverso un invito a casa per parlare insieme, «facendo un primo annuncio di Gesù a partire dalla domanda: perché Cristo è interessante per un adulto oggi? Perché io credo nel Signore?». Ad affiancare questi primi annunciatori della Parola esiste anche un gruppo di tutors, che soprattutto all’inizio li aiuteranno di fronte alle domande che emergeranno dalle persone coinvolte. Ma chi sono i destinatari dell’impegno degli «evangelizzatori»? Innanzitutto i tanti lontani e indifferenti milanesi. Ma anche i nuovi cittadini, gli immigrati. «Uno degli scopi – precisa padre Bittasi – è che dinnanzi a questi numeri molto importanti di persone che arrivano a Milano non cristiani o comunque lontani dal cattolicesimo, che hanno difficile accesso alle parrocchie, sono necessari giovani o adulti cinesi piuttosto che sudamericani o di altre nazionalità, interessati a fare percorsi di questo genere. Sarebbe il modo per annunciare Gesù tra i loro connazionali». Oltre alla propria casa, un domani potrebbero essere gli uffici i luoghi del primo annuncio. Una pausa pranzo diversa dal solito: invece del panino veloce, magari un’ora per conoscere Gesù. «Potrebbe anche essere possibile – conferma il padre gesuita -. Questo viene lasciato alla creatività delle persone che hanno fatto la formazione. Noi forniamo gli strumenti poi è chiaro che dipende da loro tradurre l’annuncio concretamente». Già un gruppo di 17 persone ha frequentato il primo anno dell’itinerario e quest’anno sperimenteranno l’aspetto concreto del primo annuncio. Chi sono? Persone molto varie: si va dai 24 a 65 anni, diversi animatori di oratorio e responsabili di gruppi giovanili, altri sono responsabili decanali di pastorale familiare o della catechesi battesimale, una persona che ha già frequentato percorsi di evangelizzazione con i francescani. «Questo corso di formazione per adesso è proposto nella città di Milano – afferma padre Stefano – ma niente impedisce che fra un po’ di tempo questi corsi portino a una sorta di gemmazione, quindi si creano due team che possono fare due laboratori di formazione in altrettanti decanati della diocesi». Per ulteriori informazioni: Ufficio diocesano per la Pastorale missionaria, tel. 02.8556232-271; missionario@diocesi.milano.it; padre Stefano Bittasi, 338.6029250; Antonella Marinoni, 333.1766822. Milano terra di missione. Non da oggi la Chiesa ambrosiana si pone domande e cerca di individuare proposte e percorsi anche innovativi di annuncio nella grande città. L’ultimo nato si chiama Decàpoli. È un progetto dell’Ufficio per la pastorale missionaria, promosso da laici e preti diocesani, i gesuiti di Milano, il Pime, la Comunità missionarie laiche e le Ausiliarie diocesane. Si tratta di un laboratorio annuale di formazione al primo annuncio. «La finalità è appunto la preparazione di laici che già appartengono alle realtà parrocchiali – sottolinea il gesuita padre Stefano Bittasi – per avere strumenti per proporre una prima evangelizzazione diretta presso propri conoscenti, come colleghi d’ufficio, amici, persone che intercettano nella loro vita». Esistono iniziative simili promosse da movimenti o da cammini di fede come le cellule di evangelizzazione di Sant’Eustorgio. La novità è che in questo caso si coinvolgono cristiani impegnati in parrocchia e l’annuncio non è finalizzato a fare entrare qualcuno in un movimento. È invece un percorso di primissima evangelizzazione attraverso incontri che questi laici formati propongono. Al termine di questo percorso, se le persone sono interessate ad approfondire vengono proposte loro iniziative nella pastorale ordinaria sul territorio di carattere decanale o parrocchiale. Il rapporto deve essere diretto, a tu per tu, attraverso un invito a casa per parlare insieme, «facendo un primo annuncio di Gesù a partire dalla domanda: perché Cristo è interessante per un adulto oggi? Perché io credo nel Signore?». Ad affiancare questi primi annunciatori della Parola esiste anche un gruppo di tutors, che soprattutto all’inizio li aiuteranno di fronte alle domande che emergeranno dalle persone coinvolte. Ma chi sono i destinatari dell’impegno degli «evangelizzatori»? Innanzitutto i tanti lontani e indifferenti milanesi. Ma anche i nuovi cittadini, gli immigrati. «Uno degli scopi – precisa padre Bittasi – è che dinnanzi a questi numeri molto importanti di persone che arrivano a Milano non cristiani o comunque lontani dal cattolicesimo, che hanno difficile accesso alle parrocchie, sono necessari giovani o adulti cinesi piuttosto che sudamericani o di altre nazionalità, interessati a fare percorsi di questo genere. Sarebbe il modo per annunciare Gesù tra i loro connazionali». Oltre alla propria casa, un domani potrebbero essere gli uffici i luoghi del primo annuncio. Una pausa pranzo diversa dal solito: invece del panino veloce, magari un’ora per conoscere Gesù. «Potrebbe anche essere possibile – conferma il padre gesuita -. Questo viene lasciato alla creatività delle persone che hanno fatto la formazione. Noi forniamo gli strumenti poi è chiaro che dipende da loro tradurre l’annuncio concretamente». Già un gruppo di 17 persone ha frequentato il primo anno dell’itinerario e quest’anno sperimenteranno l’aspetto concreto del primo annuncio. Chi sono? Persone molto varie: si va dai 24 a 65 anni, diversi animatori di oratorio e responsabili di gruppi giovanili, altri sono responsabili decanali di pastorale familiare o della catechesi battesimale, una persona che ha già frequentato percorsi di evangelizzazione con i francescani. «Questo corso di formazione per adesso è proposto nella città di Milano – afferma padre Stefano – ma niente impedisce che fra un po’ di tempo questi corsi portino a una sorta di gemmazione, quindi si creano due team che possono fare due laboratori di formazione in altrettanti decanati della diocesi». Per ulteriori informazioni: Ufficio diocesano per la Pastorale missionaria, tel. 02.8556232-271; missionario@diocesi.milano.it; padre Stefano Bittasi, 338.6029250; Antonella Marinoni, 333.1766822. – – Il via in ottobre a S. Ambrogio (https://www.chiesadimilano.it:81/or4/or?uid=ADMIesy.main.index&oid=1853180) – Per i giovani “Antiochia” ed “Effatà” (https://www.chiesadimilano.it:81/or4/or?uid=ADMIesy.main.index&oid=1852787)
Iniziativa
Con “Decàpoli” anche Milano diventa terra di missione
Un gruppo ha già partecipato al laboratorio di formazione per laici impegnati nel primo annuncio del Vangelo: l'obiettivo è proporre ad amici, conoscenti e colleghi di lavoro perchè Gesù è interessante per un adulto oggi
Pino NARDI Redazione
23 Luglio 2009