E’ notissima la stupenda pagina che fa da ouverture alla sacra Scrittura ebraico-cristiana: Gen 1. Con il linguaggio di antichi miti poetici orientali, piuttosto pessimistici su dei e uomini oltre che politeisti, essa canta la potenza del Dio vivo, vero e unico, che, senza alcuna lotta con altre divinità cattive o mostruose, anzi con il solo suo «disse» e con la forza del suo «spirito aleggiante (come vento) sulle acque», crea tutto bello e buono (noi potremmo dire che diede origine al famoso Big-Bang, se ci fu) e lo crea per l’uomo, per la coppia umana! In questa sola infatti non riecheggia soltanto il «disse» o «parola» del Creatore, ma anche una sua «immagine e somiglianza», assai più che nella luce, nel sole o nella luna o nelle stelle (spesso considerate divinità da adorare e servire) o in fiori e animali (anche questi a volte divinizzati).
Dunque la vita, già quella fisica, di ogni creatura e specialmente quella umana è realtà bella e buona, benché non divina e da vivere come un dono e una responsabilità. Non divina: appare anche dal fatto che la stessa coppia umana appartiene a «un giorno con mattina e sera», che passa; però è orientata e chiamata al «settimo giorno», al «sabato», alla festa «senza sera e mattina» del…dopo-lavoro del Creatore, che, sottinteso, ci chiederà conto dell’uso che avremo fatto dei suoi doni.
Spunti di riflessione
Bella la vita
Un excursus attraverso alcuni testi della Sacra Scrittura alla scoperta dei fondamenti e della bellezza dell'esistenza
Don Giovanni GIAVINI Redazione
29 Gennaio 2009