28/11/2008
di Luisa BOVE
In occasione delle benedizioni natalizie a tutti i "ministri ordinati" è rivolto l’invito «a non tralasciare la visita alle famiglie musulmane». In una lettera firmata da don Gianfranco Bottoni, responsabile per l’ecumenismo e il dialogo, e da don Giampiero Alberti che da quasi 20 anni cura i rapporti con l’Islam, è ben spiegato il senso di questo «piccolo gesto di attenzione e di cortesia».
Il testo, scaricabile dal portale della diocesi (www.chiesadimilano.it/ecumenismodialogo), «spiega come mai il prete che sta passando per l’occasione del Natale in visita a tutte le famiglie, non voglia tralasciare quelle di un’altra religione, ma desideri incontrarle e salutarle», spiega don Alberti. Con le persone musulmane disponibili è quindi possibile «pregare e chiedere la benedizione a Dio sulla famiglia».
Ogni ministro dovrà prima inviare una lettera su carta intestata della parrocchia «nella lingua più appropriata in base al Paese di origine». Sul portale oltre a una tabella esplicativa si trova anche il testo in italiano già tradotto in inglese, francese, arabo e ora anche in urdu, «perché abbiamo molti pachistani». Oltre ai senegalesi e ai magrebini, adesso in diocesi sono arrivati anche i turchi.
«Quando una famiglia musulmana che è qui da poco tempo e fa ancora fatica a parlare in italiano – ammette don Alberti -, si vede arrivare una lettera in arabo l’accoglie e la legge con più attenzione».
L’ufficio per l’ecumenismo e il dialogo ha predisposto due modelli di lettere, con la prima si preannuncia la visita in occasione del Natale, con la seconda si invita la famiglia a chiedere un appuntamento se la desidera. «Il fine è sempre lo stesso – spiega don Alberti -, poter incontrare i musulmani, che è l’aspetto più importante, da qui poi può nascere il confronto, il dialogo, l’amicizia e la fiducia. Io dico anche agli amici musulmani di andare a Natale a fare gli auguri ai preti per ricambiare».