22/12/2008
di Maria Teresa ANTOGNAZZA
Già incamminati da alcuni mesi nella nuova avventura della Comunità pastorale dedicata al beato cardinale Ildefonso Schuster, le due parrocchie di Venegono Inferiore e Superiore hanno l’occasione di mettere ai piedi della mangiatoia un segno tangibile della loro unità.
Saranno infatti i piccoli nati nel 2008 nei due paesi a rappresentare il Bambinello nella 37ª edizione del presepe vivente, storicamente rappresentato dai presepiatt di Venegono Inferiore e che quest’anno ha per titolo L’amore che trasforma.
140 famiglie hanno infatti ricevuto nei giorni scorsi l’invito a presentarsi al centro parrocchiale “La Benedetta” per dare la propria disponibilità a rappresentare la Sacra Famiglia in alcune delle repliche del presepe. Rappresentazione inaugurale il giorno di Natale alle 16 e poi repliche ogni giorno fino al 6 gennaio, ininterrottamente dalle 14.30 alle 18, nei giorni festivi, e fino alle 17 nei feriali.
La tradizione dei presepiatt dunque continua, portando in scena ancora una volta una storia che prende spunto da fatti realmente accaduti e accompagna gli spettatori a scoprire il senso del Natale cristiano e del messaggio portato da Gesù nel mondo. Ma nella maestosa scenografia, che occupa tutto il cortile dell’ex oratorio femminile, alla quale i 50 volontari del presepio venegonese stanno lavorando dall’estate, questa volta c’è un elemento nuovo, che richiama la trasformazione ecclesiale in atto nei due paesi.
In bella mostra di sé, sul fondo della scena, c’è la chiesa del paese dove si svolge la narrazione, e ai due lati del portone gli artisti impegnati nella realizzazione delle scenografie hanno riprodotto i santi patroni delle parrocchie della Comunità pastorale: San Giorgio e i Santi Giacomo e Filippo. Sul pozzo, invece, è riportata una frase cara al vecchio parroco di Venegono Inferiore, grande sostenitore dell’avventura del presepio vivente: «L’amore vince, la passione di Cristo continua. Gesù perdona e ama il peccatore».
Di questa “rinascita” del peccatore parla proprio la storia messa in scena in questa 37ª edizione. Tre “angeli” si incontrano nel paese: uno è il prete della parrocchia, don Angelo, poi ci sono Angelo, un ex drogato, e Angela, una nuova arrivata. Le loro vicende si intrecciano e l’amore porta a scoprire nuove strade per ciascuno di loro, facendo gustare la possibilità di una vita nuova.
E di novità è intessuta anche la dotazione informatica che sostiene la sacra rappresentazione dei presepiatt venegonesi. Da anni, ormai, l’interesse per questo presepio vivente ha valicato i confini del Varesotto e sugli organizzatori piovono domande di informazione da diverse parti del mondo. Ragion per cui, da settembre, il sito www.presepiovenegono.it è diventato multilingue. Schiere di volontari traduttori – ma ne occorrerebbero molti di più per sostenere il peso del lavoro – si stanno dando da fare per offrire il contenuto di tutte le pagine anche in francese, inglese, tedesco e spagnolo.
«Stiamo avendo un buon riscontro di questa iniziativa – spiega Paolo Mazzucchelli, uno degli organizzatori -: ogni settimana abbiamo accessi che viaggiano dai 1500 ai 2000 e tanti contatti ci stanno arrivando dai paesi di lingua spagnola, soprattutto dal Sudamerica. La gente ci chiede come fare a realizzare un presepio vivente, vuole informazioni sugli spettacoli, ci chiede persino di poter utilizzare i copioni delle vecchie edizioni».