08/07/2008
di Edoardo CAPRINO
«Lourdes è la linea di confine tra cielo e terra, la porta di passaggio tra la realtà e il mondo a cui tutti aspiriamo, un fazzoletto di terra dove regnano la pace, la preghiera, persone, lingue e culture diverse racchiuse nell’abbraccio di Maria, in un clima di serenità e tolleranza». Così Rosaria. Ma è anche il pensiero di Sara, Luca, Marta… È la fotografia che portano nel cuore le giovani dame e barellieri -17, 18 anni – dell’Oftal al termine del Pellegrinaggio diocesano.
Ragazzi che hanno accettato la sfida lanciata da un professore di scuola, il Liceo Tosi di Busto Arsizio. Anche quest’anno si è ripetuto il “miracolo” di un gruppo di quaranta ragazzi che ha risposto di sì, che ha accettato di mettersi in gioco, di offrire il loro tempo, il loro sorriso, la loro disponibilità e fatica a favore degli ultimi, dei tanti malati che componevano il pellegrinaggio Oftal.
1200 persone, 1 treno, 2 aerei e 4 pullman. Le cifre sono, però, aride se non si dà loro un contorno, un’anima. E ognuno dei partecipanti a questo nuovo viaggio della speranza organizzato da Oftal l’aveva ben precisa, chiara. Negli occhi di ognuno era possibile cogliere la speranza, il dolore, la fede, l’amicizia, la voglia di incontrare la Bianca Signora che da 150 anni ci invita a visitarla.
Il tradizionale Pellegrinaggio di giugno è stato impreziosito dalla presenza del Cardinale Tettamanzi. La sua una rinnovata lezione di umanità, di vicinanza al sofferente. Come si potrebbe interpretare diversamente la sua visita ai malati di Oftal presso l’Accueil Notre Dame? Quelle mani che si protraevano, il desiderio di vivere un istante con il proprio Pastore, la volontà di trasmettere quello spirito di famiglia che da sempre l’Oftal cerca di vivere.
Più che le parole a Lourdes valgono i gesti, le piccole attenzioni. E Sua Eminenza di tutto questo è stato attento dispensatore, autentico amico degli ultimi. Come non ripensare alla pazienza e al sorriso avuta con Emanuele che lo voleva accompagnare dai suoi amici sofferenti, con i tanti ammalati che non volevano lasciarlo andare, desiderosi di avere una foto con lui? Anche questo è sorriso, è dare speranza e conforto.
Lourdes è un autentico cammino di vita, un miracolo che ogni giorno, ogni anno si rinnova. Lourdes è la maestosità delle celebrazioni, ma al contempo l’intimità della preghiera personale alla Grotta. Lourdes è il rinnovato impegno a servire l’altro, il sofferente. È un impegno di vita testimoniato dalla medaglia del secondo anno di servizio. Lourdes è quella Grotta di notte, quell’ultimo rosario sussurrato con il sonno che ti assale, ma con gli occhi lucidi e al contempo radiosi per la gioia, l’amicizia, il sorriso che hai incontrato, che hai dispensato, che hai ricevuto.