25/06/2008
di Filippo MAGNI
È iniziata con le lodi la seconda giornata del pellegrinaggio ambrosiano a Lourdes. La celebrazione, rivolta ai sacerdoti che accompagnano i pellegrini in questo viaggio, è stata guidata dal cardinale Dionigi Tettamanzi, che rivolgendosi ai suoi preti li ha invitati a «imparare dalla fede della nostra gente: una fede semplice ma forte; una fede vera ed evangelica».
LA MESSA INTERNAZIONALE
La basilica sotterranea di Lourdes, dedicata a san Pio X, è tanto grande e priva di colonne da sembrare una piazza, più che una chiesa.
Vederla gremita di credenti per la messa (oltre 25.000 persone), dà ai presenti il senso di appartenenza a una Chiesa devota a Maria, che qui apparve pe la prima volta 150 anni fa, ma soprattutto alla Chiesa universale e al suo messaggio evangelico.
Nell’assemblea si individuano infatti diverse nazionalità: gli spagnoli provenienti da Girona con il loro caratteristico foulard giallo, numerosi tedeschi e croati e i 5.000 italiani provenienti da Milano per il pellegrinaggio diocesano.
In questo scenario il cardinale Dionigi Tettamanzi ha presieduto alle 9,30 la santa messa internazionale (secondo il rito romano), concelebrata da più di 300 sacerdoti provenienti da diverse nazioni. Questa Eucaristia è infatti caratterizzata dalle letture pronunciate in diverse lingue, così come le preghiere dei fedeli e altri momenti significativi della celebrazione quali il Padre Nostro, recitato oggi in latino.
Il cardinale ha concluso la messa con la preghiera giubilare dedicata a Maria: «L’Immacolata Concezione è un grido di speranza: il male, il peccato e la morte non sono più i vincitori. Maria, segno precursore, aurora della salvezza! Maria, tu che sei l’innocenza e il rifugio dei peccatori, noi ti preghiamo. Ave Maria, gratia plena!».
Al termine della celebrazione, come previsto dal cerimoniale, l’arcivescovo Tettamanzi si è recato con i sacerdoti a pregare presso la grotta dell’apparizione, dove erano riuniti i bambini portati a Lourdes dall’Unitalsi.
LE BEATITUDINI, REGOLA PER UNA GIOIA PIENA
«Sono sicuro che Gesù pensava a ciascuno di noi quando ha pronunciato sul monte il discorso delle beatitudini». L’ha detto il cardinale Dionigi Tettamanzi durante la celebrazione penitenziale di mercoledì 25 alle 15 nella chiesa di santa Bernadette, accanto al santuario di Lourdes.
Ai pellegrini milanesi che lo stavano ascoltando, l’arcivescovo ha ricordato che le tre voci sentite poco prima (del Papa Benedetto XVI, di San Paolo e di Gesù così come sono riportate dall’evangelista Matteo), invitano «a entrare nel cuore.
È lì che deve compiersi il pellegrinaggio più necessario, che allontana dal male e fa camminare verso il bene». Un bene che è la gioia piena, in contrapposizione al male «che in ultima analisi ci rende profondamente tristi», ha aggiunto.
La liturgia penitenziale ha offerto al cardinale l’occasione per ribadire che «il sacramento della confessione è spesso indesiderato, sembra essere un peso, e invece è il più bello. Ci presentiamo davanti a Dio con semplicità e lui ci attende, con impazienza, per riempirci il cuore di luce».
Il testo evangelico letto, il discorso delle beatitudini pronunciato da Gesù, ha provocato la domanda di Tettamanzi: «Sono le beatitudini la regola della nostra vita o è qualcos’altro? A volte seguirle è difficile, faticoso, può sembrare impossibile a causa dei criteri che ci circondano, provocati dall’insipienza del mondo, dal desiderio di egoismo, dal bisogno di essere più forti degli altri».
Il Signore, invece, invita a seguirlo «non con la promessa di una semplice gioia, ma di quella piena, la vera beatitudine. Rallegratevi – ha concluso Tettamanzi – ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
L’INCONTRO CON I BAMBINI
Alle 15,30 il cardinale si è recato ad incontrare le migliaia di bambini giunti a Lourdes con l’Unitalsi: nella “praterie” e poi nella “salus infirmarum”, Tettamanzi si è intrattenuto con centinaia di giovanissimi e con i loro genitori. È stato un incontro informale, caratterizzato da baci, strette di mano, fotografie, animato dalle decine di giovani che, travestiti da clown, rallegrano le giornate dei piccoli, malati e non.
«Sono contentissimo di stare in mezzo a voi – ha detto l’arcivescovo -, vorrei un bacio da ciascuno di voi. Siete la testimonianza che anche nelle difficoltà è possibile essere felici e testimoni di gioia: gli adulti hanno molto da imparare da voi».
LA PROCESSIONE AUX FLAMBEAUX
Il colpo d’occhio è impressionante: migliaia di persone, con le candele in mano, che marciano pregando. A guidarle, il cardinale Tettamanzi. È la processione “aux flambeaux” di mercoledì sera, che ha attraversato l’esplanade di Lourdes per poi terminare sulla soglia della basilica del Rosario.
Davanti ai mosaici realizzati sulla facciata della chiesa da padre Marko Rupnik, caratterizzati da una modernità suggestiva e da colori coinvolgenti, i fedeli si sono riuniti con le loro torce, in preghiera con il pastore ambrosiano.
Ad ogni invocazione alla Vergine, migliaia di braccia si sono alzate, ritmicamente, innalzando le candele, per poi riabbassarle al termine del canto. E di nuovo in alto, alla seguente invocazione: tutti in preghiera, in diverse lingue, provenienti da diverse città e nazioni, ma qui riuniti nel segno di Maria, madre di Gesù.