26/02/2008
Nei giorni scorsi alcuni frères della Comunità ecumenica di Taizé sono rientrati da Nairobi. Hanno descritto così la situazione: «Riprendiamo poco a poco contatto con la città, le comunità e le persone. Ritroviamo gli ingorghi, i matatus (pulmini) e i loro flutti di decibel, le folle del centro città, la polvere… La gente si distende progressivamente dopo lo stress delle settimane di disordini che hanno infiammato diverse regioni. Tutti sono sospesi ai risultati delle negoziazioni e alcuni s’impegnano in iniziative di aiuto urgente verso i profughi o nell’instaurare la pace negli animi…».
E ancora: «Èun momento chiave per il paese poiché da questa prova può nascere la pace e la giustizia nella società. Le Chiese sono presenti e aiutano a una riflessione su quanto il paese ha attraversato. C’è ancora molto da fare poiché le posizioni sovente sembrano allinearsi a discorsi tinti di propaganda. I punti di vista sono dunque ancora distanti. Tuttavia nei quartieri, ascoltando la gente, molti raccontano dei fatti di solidarietà tra persone di tribù differenti e donano testimonianze di fraternità…».
Altri fratelli invece sono ancora in India hanno, dove hanno passato la loro prima settimana nella regione di Mumbai (Bombay). «Tra gli incontri più significativi di questa prima tappa del nostro viaggio, una serata trascorsa a Borivali, nella casa delle suore che dirigono una scuola per bambini di strada nella periferia di Mumbai. Circa 45 bambini vivono nel pensionato. Le suore danno loro di ritrovare la propria dignità, con la possibilità di proseguire la loro scolarizzazione con bambini della scuola locale. Le suore continuano a vegliare su di essi fino a quando non abbiano raggiunto l’età adulta e possano cominciare a costruire la propria vita».
La serata si è conclusa con una preghiera con i canti di Taizé… A Orlem, Malad, la più grande comunità parrocchiale tamil di Mumbai, l’incontro con 600 giovani e anche bambini, si è svolta completamente in tamil. «La maggior parte di queste famiglie vivono sotto la soglia della povertà. C’è stata anche una preghiera della sera in una parrocchia ortodossa syro-malankara, Kalina, Santcruz». Sulla strada verso questa parrocchia, posta in una viuzza, si può vedere che la chiesa è circondata dalle abitazioni di persone che provengono da orizzonti differenti. La corale parrocchiale ha preparato con grandissima cura i canti. Alla preghiera hanno partecipato anche dei giovani di altre Chiese».
Intanto si è svolta anche una grande veglia di preghiera nella cattedrale di Bruxelles. È la prima tappa di preparazione, in Belgio, del futuro incontro europeo che avrà luogo dal 29 dicembre 2008 al 2 gennaio 2009. Alle 20, la cattedrale di Bruxelles era piena come nei grandi eventi. È ragionevole stimare il numero dei partecipanti tra 1500 e 2000 persone. C’erano degli adulti, ma soprattutto dei giovani seduti per terra. Per due ore si sono succeduti canti, momenti di silenzio e meditazioni, il tutto in un raccoglimento impressionante.
Animata da fratelli di Taizé e da un’eccellente corale, la veglia si è svolta alla presenza del cardinal Danneels, del suo Ausiliare per Bruxelles, dei Vescovi di Gand e di Hasselt, come anche del pastore Guy Liagre (Chiesa protestante unita del Belgio) e del Sig. Francio Ronneboog (Chiesa protestante evangelica del Belgio). Alla fine, il Cardinale conclude: «Accogliere questo incontro europeo a Bruxelles è un vecchio sogno, del quale parlavo spesso con frère Roger…».